Il vicepremier si congratula per il decennale di pontificato. Glissando sulle magliette con scritto “il mio Papa è Benedetto” o su quando ha attaccato Bergoglio per le sue posizioni sullo Ius Soli

Terrorizzato dall’essere sorpassato ancora dagli alleati, il ministro Matteo Salvini non si è potuto esimere. E così, con qualche ora di ritardo rispetto ai suoi standard, il leghista si è esposto sui social per fare gli auguri per i dieci anni di pontificato a Papa Francesco. “Grazie, Papa Francesco, per dieci anni di guida autorevole e tenera, grazie per essere solida pietra in un mondo che tutto consuma e per aiutarci a riflettere sui nostri principi in tempi di smarrimento e nichilismo, grazie per il magistero morale che apre il cuore anche a chi non è cristiano, grazie per ricordarci oggi l’insegnamento della fratellanza, il valore sapienziale del pianto, la gioia del sorriso, l’impegno della Pace, per tutte le guerre del mondo”, si legge su Facebook.

 

Un bel cambio di registro per Salvini. Che fino a qualche anno fa, era il 2016, andava in giro con le magliette in cui recitava “Il mio Papa è Benedetto” e non sopportava gli appelli di Bergoglio sul tema dei diritti dei migranti. «Quanti rifugiati ci sono in Vaticano?», chiedeva il leghista dai microfoni di Radio Padania nel 2015: «Noi non abbiamo bisogno di essere perdonati, pecchiamo come tutti ma ci sentiamo buoni e generosi più di altri pseudo-cattolici che dicono che c’è posto per tutti. Sono curioso di vedere se a Torino domenica e lunedì il Papa vedrà solo dei profughi o incontrerà anche qualche sfrattato torinese. Non credo».

 

Stesse parole nel 2017: “Papa Francesco dice sì allo IUS SOLI? Se lo vuole applicare nel suo Stato, il Vaticano, faccia pure. Ma da cattolico non penso che l'Italia possa accogliere e mantenere tutto il mondo. A Dio quel che è di Dio, a Cesare quel che è di Cesare. Amen». apostrofava Salvini sui social. E ancora nel 2019, in piazza, ricordava al papa che “Bisogna fare, non parlare. I morti in mare sono diminuiti”, aizzando i fischi leghisti al nome di Francesco. 

 

Poi, con l’esperienza governativa, i toni si ammorbidiscono e gli attacchi diventano elogi. Salvini inizia a congratularsi con Bergoglio, ne sostene le posizioni pacifiste (Il Papa parla come Salvini arriva a titolare un giornale), gli fa gli auguri su quei social da cui prima lo attaccava. Chissà dove ha riposto quella vecchia maglietta del 2016.