Analisi
La legge per rendere la maternità surrogata un reato universale per i giuristi è “fantapolitica”
La proposta di Fratelli d’Italia, sostenuta dalla maggioranza, inizia il suo esame e potrebbe anche passare grazie a un’opposizione divisa. Tuttavia i veri dubbi sono sulla sua applicabilità, messa seriamente in discussione dagli esperti
Per la prima volta il Parlamento della Repubblica potrebbe approvare un progetto di legge che introduce l’altisonante “reato universale”. L'ufficio di presidenza della commissione Giustizia della Camera ha infatti deciso di incardinare la proposta di legge presentata da Fratelli d'Italia per rendere la maternità surrogata reato universale. «La proposta di legge sulla maternità surrogata inizierà il suo esame giovedì 23 marzo alle 13.30». Ad annunciarlo il presidente della Commissione Giustizia, Ciro Maschio (FdI). «Un tema sentito e su cui c'è molta attenzione - aggiunge - e confido che in commissione, come sempre avvenuto finora, ci sarà un dialogo e un confronto equilibrato e approfondito tra tutte le forze politiche, nel rispetto di un tema così delicato»
«Tutto il centrodestra» ha commentato la meloniana Carolina Varchi, prima firmataria della proposta di legge «è d’accordo nel rendere la maternità surrogata reato universale: le diverse proposte sono sovrapponibili».
La gestazione per altri è già vietata
In realtà la maternità surrogata è infatti già vietata in Italia dal nostro ordinamento. La legge 40/2004 prevede che «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro». Il progetto di legge spinto dalla maggioranza al governo, però, sancisce la punibilità del reato di maternità surrogata anche se compiuto da un italiano all’estero. Il testo della proposta è stato presentato uguale anche al Senato ed è lo stesso che nella scorsa legislatura venne presentato da Giorgia Meloni.
La gestazione per altri entra nelle pieghe di un dibattito che riguarda i diritti delle famiglie arcobaleno e la genitorialità delle persone omosessuali. Sul piano politico ci si chiede chi sosterrà la proposta di legge e su quello giuridico come potrà essere applicata.
L’opposizione divisa
Il centrodestra si presenta compatto. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia voteranno senza defezioni. Frantumata, come da tradizione, l’opposizione. In bilico i voti del Terzo Polo, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. La posizione di Italia Viva/Azione è da sempre chiara nelle parole dei due leader. Matteo Renzi dichiarò il 7 marzo 2016, ospite di Pomeriggio Cinque da Barbara D’Urso: «Sono contento per il figlio di Nichi Vendola, ma sono contrario all’utero in affitto». Carlo Calenda il 19 marzo di quest’anno ha solidificato la posizione del Terzo Polo. «La Gpa deve rimanere un reato. Ed è assurdo doverlo spiegare alla sinistra che tutti i giorni tuona contro lo sfruttamento della donna».
A questo si aggiunge un elemento non di poco conto: la presidente Mara Carfagna che nella scorsa legislatura aveva presentato un ddl simile. Il Pd dovrà tentare di mantenere un equilibrio fra tutte le anime del partito oltre che guardare alle altre opposizioni. «La maternità surrogata - sottolinea ad esempio il senatore Dem Alfredo Bazoli - è una grave violazione dei diritti umani e in particolare della dignità della donna. Dunque non si possono fare le trascrizioni sic et sempliciter del rapporto di filiazione, così si avalla la maternità surrogata, seppure indirettamente. Ma il discorso vale anche per le coppie eterosessuali che ricorrono alla pratica, e sono la maggioranza». «Esiste una società matura più della politica - sottolinea la senatrice dem Valeria Valente - e sta a noi esserne all'altezza, per questo il Pd deve allargare il confronto sulle proprie proposte il più possibile per condurre una battaglia radicale, ma non minoritaria. È indispensabile confrontarci senza pregiudizi, per tenere conto delle ragioni, per esempio, di una parte della galassia femminista e del mondo cattolico e arrivare a un testo con cui sfidare la maggioranza in Parlamento». Il Movimento 5 Stelle sarebbe contrario a questa proposta.
Il reato universale non esiste
Sulla questione tecnica, invece, il nodo è stretto sulla sua attuabilità. II progetto di legge appartiene, come già scritto da L’Espresso, al migliore dei mondi mediatici possibili richiamando slogan altisonanti (“reato universale”, appunto). Ma la pratica misurata con il metro della giurisprudenza appartiene invece al mondo della fantapolitica. Non esiste nel linguaggio giuridico la forma “reato universale”. Come spiega a L'Espresso Marco Pelissero, ordinario di diritto penale presso l’Università degli Studi di Torino « Possiamo parlare di reati come crimini di guerra o contro l’umanità, cioè reati che la comunità internazionale ritiene presentino una criminosità manifesta che giustifica una repressione ad ampissimo raggio. Ma qui non vedo i presupposti per costituire un reato universale della maternità surrogata quando in altri Stati, a determinate condizioni, la maternità surrogata è consentita».
«Non ci troviamo né di fronte a quei crimini contro l’umanità che ovunque e da chiunque sono commessi sono repressi – dice il professor Pelissero - né fatti che presentano una dimensione di una gravità tale su quale c’è condivisione della comunità internazionale (come la tutela del minore rispetto al traffico della prostituzione). Qui la norma penale interverrebbe a sanzionare comportamenti che tenuti in Ucraina piuttosto che in Canada sono leciti secondo quel sistema. Questa è l’abnormità».