Politica
25 agosto, 2023

I mille ostacoli contro il salario minimo: la battaglia per una giusta paga ora rischia di slittare

Mentre la petizione dell’opposizione continua ad avere successo, la sessione di Bilancio potrebbe spingere la proposta al 2024

Sarà pure «fra banchetti e salsicce» e «account fake», come dice con disprezzo una deputata di Fratelli d’Italia, che si risveglia la coscienza della sinistra sui lavoratori. Ma intanto la petizione delle opposizioni, promossa alle Feste dell’Unità e sui social, per una legge che fissi la paga oraria minima a 9 euro supera le 300 mila firme. Dice il dem Antonio Misiani: «Il governo e la maggioranza finora hanno buttato la palla in tribuna. Ma questo giochino non potrà continuare all’infinito».

 

Sicuramente tiene accesa la questione, dopo che il governo ha incaricato il Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro), un organo consultivo del Parlamento, di elaborare entro 60 giorni una proposta ampia per la lotta al lavoro povero. Una «buona» concessione, la definisce il governo che, del resto, nelle settimane precedenti aveva addirittura provato a non far arrivare la proposta nemmeno al Parlamento. Calcolando la sospensiva di 60 giorni approvata dalla Camera lo scorso 3 agosto, il dossier dovrebbe tornare in Assemblea a fine settembre. Ma nelle opposizioni c’è chi teme che non possa tornare alla Camera prima dell’inizio dell’anno prossimo. In autunno comincerà la sessione di Bilancio e fino a dicembre non sarà possibile esaminare proposte che comportano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

 

Certo, potrà rientrare nel dibattito in commissione con qualche emendamento alla Finanziaria, ma la discussione in Aula ha un altro rilievo. Il tema è comunque uno dei pochi che continua a tenere unite le opposizioni: la proposta di legge porta la firma di tutti i gruppi. Tranne Italia Viva che però ha proposto, attraverso un emendamento a firma Marattin, che sia sempre la commissione a stabilire annualmente il salario minimo, senza indicare da subito una cifra per legge.

 

Nella maggioranza, invece, a distinguersi è Forza Italia, che ha presentato una propria proposta di legge che prevede di adeguare tutti i salari non coperti da contratto collettivo a quello previsto dal contratto nazionale leader per il settore di riferimento.

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