Personaggi
Chi sono i social media manager dei politici italiani
Niente note stampa, la disintermediazione porta i segretari dei partiti a rivolgersi direttamente agli elettori con parole, poche, e video, tanti. Ecco chi sono i ghostwriter della Rete
Le chiamavamo nuove frontiere. Dispensavamo critiche e giudizi sull’opportunità di declinare le istituzioni sui media digitali. Oggi non è solo la norma, bensì una necessità politica. Lo spazio phygital del resto è un dato di fatto. Il pubblico è ovunque, specie in Rete. E i social network rappresentano indubbiamente un contenitore di consensi. L’ultima dimostrazione è stato lo scivolone di Chiara Ferragni sul caso Balocco. In questa cornice, il panorama italiano degli esperti in materia si è arricchito con grande evidenza, restituendoci nell’arena politica nuove figure ibride e di successo. Metà leader, metà influencer. Chiamatelo segno dei tempi.
Ma chi c’è dietro i leader politici di oggi? Chi sono i social media manager più influenti nei palazzi? Qual è la top 5 dei professionisti che contano davvero nel mondo della politica digitale? Più in vista al momento troviamo naturalmente Tommaso Longobardi, dal 2018 responsabile della comunicazione digital di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia. Classe 1991 e scuola Casaleggio, segue la premier da quando il suo partito era al 3%. L’ha accompagnata alla vittoria elettorale e oggi dispensa consigli e strategie come consigliere a Palazzo Chigi.
Percorso analogo per Dario Adamo, social media manager dell’ex premier e leader del M5S Giuseppe Conte. Adamo è ritenuto dai più un vero e proprio innovatore della comunicazione politica sui social. Vengono infatti attribuiti a lui molti dei nuovi format introdotti dal Movimento a partire dal 2013 e poi ripresi da altri partiti politici. Anche lui scuola Casaleggio, oggi è tra i pochi in Italia ad aver maturato un importante know how istituzionale (quando guidava l’ufficio social di Palazzo Chigi) e rilevanti competenze nel marketing politico-elettorale. Il suo è un profilo sobrio, in linea con quello espresso da Martino Merigo, dal 2015 al fianco del portavoce Giovanni Grasso per la comunicazione digitale del presidente Mattarella. Al Colle, Merigo ha portato innovazione e dinamismo. Prima di collaborare con il presidente, aveva prestato servizio presso la Comunità di Sant’Egidio, ha poi seguito Andrea Riccardi quando diventò ministro nel governo Monti.
Sul fronte Lega troviamo invece Leonardo Foa, figlio di Marcello Foa, ex presidente della Rai. Oggi è esperto responsabile della pianificazione e della promozione delle attività del vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini. Era ritenuto il vice di Luca Morisi, l’animatore dei social del Carroccio e ideatore della Bestia. Infine, Elly Schlein, seguita invece da un’agenzia di comunicazione, la Lievito Consulting di Francesco Nicodemo, già consigliere alla comunicazione a Palazzo Chigi ed ex responsabile nazionale della comunicazione del Pd. Il compito è assai arduo, considerando la scarsa propensione della segretaria a proporsi sui canali social. Tutti, comune, nuovi alfieri di una politica sempre più orientata ai post e lontana dai comunicati stampa.