Forse c’è l'ha fatta: potrebbe arrivare la proroga di un anno per Giovanni Malagò al vertice del Coni. Per la futura successione, invece, si prepara Luca Pancalli. Ma andiamo con ordine. Giovanni Malagò potrà restare ancora un anno alla guida del Coni. Giusto il tempo di arrivare alle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina, visto che il numero 1 dello sport italiano guida la Fondazione Milano Cortina 2026 che si sta occupando dell’organizzazione. Il Governo di Giorgia Meloni si starebbe orientando verso questa soluzione. Dopo però, questo il “patto tacito”, lo sport italiano dovrà tornare immediatamente al voto. Chi sarà il prescelto? Tutti gli indizi portano verso l’attuale presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, che gode di un ampio consenso sia da parte del mondo politico che da quello dello sport. Un super esperto di tasse come uomo nuovo per il “Campo Largo” del centrosinistra? Ambienti centristi della coalizione molto vicini al Quirinale stanno pensando a Ernesto Maria Ruffini, da cinque anni direttore dell’Agenzia delle Entrate, come “federatore”. Cattolico, figlio di Attilio Ruffini, è il nome in ascesa come “aggregatore” delle varie anime che possano contrastare il governo. Soprattutto, come personalità in grado di rafforzare il centro, visto lo spostamento del Pd a sinistra. Ci sono però due ordini di problemi, uno sollevato addirittura dal Quirinale: quanto può essere popolare tra gli italiani un “esattore fiscale”? Insomma, la destra populista rischierebbe di ritrovarsi la campagna elettorale già fatta. C’è poi un altro problema: Elly Schlein non ne vuol sapere di mollare la poltrona di candidato premier a qualcun altro. La leader dem vuole essere la sfidante di Giorgia Meloni alle prossime elezioni politiche, sia che si tratti di elezioni anticipate nel 2026 oppure elezioni alla scadenza naturale della legislatura nel 2027. Tanto che, nella visione dell’attuale segre- taria dem, non sono nemmeno previste le primarie per la scelta del futuro candidato. Nel Pd sono molto sorpresi per la presa di distanza di Giuseppe Conte rispetto a una futura alleanza con il centrosinistra. Anche se a ben vedere la strategia finora perseguita dai Cinque Stelle è stata proprio quella delle mani libere. Una strategia che ha permesso al leader grillino di fare governi prima con la Lega e poi con il Pd; e successivamente, su input di Beppe Grillo, di entrare a far parte di un esecutivo con dentro Pd, Fi e Lega. Insomma, “indipendentemente” Conte lo è stato sempre. Ma stavolta c’è un motivo ben preciso se Giuseppe Conte ha ricominciato proprio adesso con la sua strategia delle “mani libere”: nei sondaggi che negli ultimi tempi gli sono piovuti sulla scrivania viene evidenziato come il MoVimento 5 Stelle cominci a pescare voti a destra. Insomma, dopo aver perso i voti a sinistra Giuseppe Conte ha capito che c’è un potenziale bacino elettorale per i 5 Stelle all’interno del centrodestra. Ecco perché per il futuro non è più scontata l’alleanza con la sinistra. Ecco perché aveva bisogno di lasciare andare al suo destino Beppe Grillo.