Chi sale chi scende
La sardina Mattia Santori e la gara a chi è più puro
La contestazione all'esponete delle Sardine. La Francia celebra a suo modo l’8 marzo. Matteo Salvini che va a zig-zag. Le pagelle della settimana
CHI SALE
EMMANUEL MACRON
Il presidente francese ha voluto che il primo Paese cattolico a depenalizzare l’aborto fosse anche il primo a inserire nella sua Costituzione la «libertà garantita» alle donne di farvi ricorso. Spiazzando le opposizioni di destra e di sinistra, ha cavalcato la proposta lanciata dal partito dell’ex rivale Jean-Luc Mélenchon costringendo persino Marine Le Pen a votare a favore. La Chiesa naturalmente è in lutto, ma lui può celebrare l’8 marzo alzando la bandiera di «un messaggio universale».
DANIELE DE ROSSI
Non era facile prendere il posto di José Mourinho sulla panchina della squadra di cui aveva indossato la maglia per 18 anni, e in realtà pochi si aspettavano davvero che Daniele De Rossi riuscisse là dove il principe portoghese degli allenatori aveva fallito. E invece l’ex capitano ha fatto rinascere i giallorossi lanciandoli all’attacco - ottenendo sei vittorie in sette partite, tre gol ogni 90 minuti - e perdendo solo con la capolista Inter. È lui la vera rivelazione di questo campionato.
LUCIANO D’AMICO
Nella Regione che più di ogni altra ha rispettato la legge del pendolo - una volta vince la destra, la volta dopo la sinistra - all’ex rettore dell’Università di Teramo un campo extra-large ha affidato la difficile impresa di battere l’arcimeloniano (uscente) Marco Marsilio. E lui, conciliando l’astuzia del contadino con il pragmatismo del commercialista, è riuscito a tenere unita la sua variopinta coalizione fino alla sfida nelle urne. Dimostrando a tutti il valore della concretezza.
CHI SCENDE
MATTIA SANTORI
Il trentenne che cinque anni fa radunò 12 mila persone in piazza Maggiore contro Matteo Salvini, alla testa delle Sardine che non dovevano essere un soggetto politico ma «un anticorpo» contro i vecchi partiti, è stato cacciato dal corteo bolognese in sostegno della Palestina dagli attivisti di Potere al Popolo: «Non sei persona gradita qui». Una ripicca politica che però conferma il celebre detto di Pietro Nenni: «A fare a gara a fare i puri, troverai sempre qualcuno più puro che ti epura».
MATTEO SALVINI
Prima l’imbarazzante pasticcio sulla morte di Alexei Navalny. Poi la sconfitta sul terzo mandato dei governatori e le lodi a Donald Trump, proprio mentre Joe Biden baciava in fronte Giorgia Meloni. Più si avvicinano le Europee e più cresce nella Lega la fronda contro l’ex Capitano, che ormai naviga a zig-zag e non riesce più a vincere nessuna battaglia. Gli ultimi, allarmanti sondaggi quotano la Lega intorno all’8 per cento: molti gradini più in basso del 34 per cento raccolto alle elezioni del 2019.
CHIARA FERRAGNI
«Sono autentica». Va bene. «Sono fragile». Okay. «Sono stata fraintesa». Capito. «È stata tosta». Certo. «Si poteva fare meglio». D’accordo. Ma se non puoi parlare delle accuse di truffa perché sei sotto inchiesta e non vuoi raccontare la crisi con Fedez perché sono (giustamente) fatti tuoi, chi te lo fa fare ad andare da Fabio Fazio con gli occhi lucidi? Così dimostri solo che si possono avere 29 milioni di follower senza essere capaci, al primo inciampo della vita, di avere qualcosa da dire.