Noi e voi
Essere contro la guerra non è delitto
"A noi popolo armato solo di buoni propositi non resta che manifestare, disobbedire e chiedere la pace. Non possiamo rassegnarsi e lasciar parlare unicamente le armi". Dalla nostra rubrica delle lettere
Cara Rossini,
sono tempi bellici e avere timore per scenari alla “The Day After” è legittimo. Quasi settant’anni fa il Manifesto Russell-Einstein invitava il mondo a riflettere sui rischi del nucleare. Vi si diceva: «Non stiamo parlando come membri di questa o quella nazione o fede religiosa, ma come membri della specie umana, la cui sopravvivenza è messa a rischio. Metteremo fine alla razza umana o l’umanità rinuncerà alla guerra? Qualsiasi accordo sia stato raggiunto in tempo di pace per non usare le bombe‐H non sarà più considerato vincolante in tempo di guerra».
Proprio perché viviamo tempi di proliferazione di armamenti potrebbe essere utile che gli scienziati e i letterati di oggi ne scrivessero uno analogo. A noi popolo armato solo di buoni propositi non resta che manifestare, disobbedire e chiedere la pace. Le mobilitazioni contro la guerra del Vietnam ebbero degli effetti (al contrario di quelle per l’Afghanistan). La storia non è sempre «magistra vitae» ma non è un buon motivo per rassegnarsi e lasciar parlare unicamente le armi.
Daniele Piccinini
La risposta di Stefania Rossini
Più di vent’anni prima di quel Manifesto, nel 1932, lo stesso Einstein aveva avuto un famoso scambio di lettere con Sigmund Freud, poi pubblicato con il titolo “Perché la guerra?”. Sotto le prime ombre del nazismo, lo scienziato chiedeva a Freud che cosa fare per tenere lontana dagli uomini la fatalità della guerra. Il padre della psicoanalisi rispondeva ripercorrendo la storia della civilizzazione segnata dal continuo trionfo dell’aggressività umana. Era pessimista e si domandava: «Quanto dovremo aspettare perché anche gli altri diventino pacifisti?». I grandi uomini sanno essere contro la guerra, ma oggi l’unico grande uomo è papa Francesco. Che quando invoca la pace viene perfino deriso da tutti i piccoli uomini.
Per scriverci stefania.rossini@lespresso.it