Il caso
La lunga lista di attacchi di Matteo Salvini al presidente Sergio Mattarella
Il leader del Carroccio il giorno dopo le polemiche sulla sovranità europea e le parole di Borghi arretra: «Ha il rispetto mio e della Lega è garante della Costituzione». Ma negli ultimi anni non ha risparmiato definizioni durissime sull'inquilino del Colle che "avrebbe scambiato per Putin"
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, liquidato come «Un complice e un venduto» ma non solo: «Ci sono vecchietti molto più arzilli di lui», e in fondo il Capo dello Stato è «Garante de che?». Sono solo alcuni degli attacchi al Colle firmati da Matteo Salvini, attuale vice premier.
Dal 2015 con il Carroccio ancora forte nel nord Italia e in ascesa nel resto del Paese si arriva all'oggi con il partito di Salvini sovrastato dalla destra di Fratelli d’Italia e travolto nelle ultime tornate persino da Forza Italia. L'ultimo a rinvigorire critiche "antiche" al Presidente della Repubblica è stato il senatore leghista Claudio Borghi, sui social dopo Roberto Vannacci e Susanna Ceccardi.
Motivo? Al Carroccio non è andato giù il messaggio inviato ai prefetti in occasione del 2 giugno dal Presidente Mattarella: "La Repubblica italiana è inserita oggi nella più ampia comunità dell'Unione Europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l'elezione del Parlamento Europeo, la sovranità". In fondo quel che sottolinea l’articolo 11 della Costituzione, quando prescrive che "l’Italia consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie a un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni".
Un'offesa per Borghi: «È il 2 giugno, è la Festa della Repubblica italiana. Oggi si consacra la sovranità della nostra nazione. Se il presidente pensa davvero che la sovranità sia dell'Unione Europea invece dell'Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi , perché la sua funzione non avrebbe più senso», tuona su X l'economista e parlamentare ormai di lungo corso nei banchi della Lega che più volte, durante la giornata, tornerà a intervenire per difendere la dichiarazione fatta, definendola «perfettamente legittima, quasi scontata».
In tv, a chi gli chiede del tweet di Borghi, Salvini prende tempo, dice di non averlo letto. Più tardi commenta ma senza distanziarsi dal contenuto: «Oggi è la festa degli italiani e della Repubblica, non della sovranità europea. Noi abbiamo un presidente della Repubblica perché esiste una Repubblica, una sovranità nazionale italiana». Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, chiede alla Lega di raddrizzare il tiro e pretende le scuse al presidente della Repubblica. Ma a fare rumore è la "solidarietà per gli attacchi" ricevuti che arriva da Antonio Tajani: «Siamo italiani ed europei, questa è la nostra identità. Questa è la nostra civiltà. Ogni scelta anti europea è deleteria per l'Italia». Da Fratelli d'Italia pubblicamente silenzio, un linguaggio muto con un effetto suspense, i retroscena, invece, raccontano di telefonata feroci tra Meloni e Salvini: «o sarò costretta a sconfessarti in tv». Anche perché, come avrebbe spiegato la premier al leader della Lega, «chiedere così le dimissioni di Mattarella è un errore che non porta consenso, anzi. È stata una grande sciocchezza». Un'altra uscita del ministro Salvini che tenta di chiudere la vicenda, incassando il plauso della premier Giorgia Meloni: «Nessuna polemica della Lega con il presidente Mattarella, che ha il mio rispetto e il rispetto della Lega, e che è garante della Costituzione italiana che ripudia la guerra».
Concezione strana del "rispetto" della Lega e di Salvini, messo negli anni a dura prova da uscite, dichiarazioni, video che rivelano un tentativo costante del Carroccio di provocare Mattarella fino al punto di farlo reagire, di farlo rispondere a tono in modo tale da poterlo additare dal minuto dopo come una «contro parte politica».
Nel 2015 nel giorno dell'intervento di Sergio Mattarella al Parlamento europeo su migranti e Europa, il leader del Carroccio presente in plenaria sfoggia una t-shirt consegnata alla storia con sopra stampato il volto di Vladimir Putin, la foto postata sui social è chiara: «Qui Strasburgo. È appena intervenuto il Presidente Mattarella, che ha detto che chiudere e controllare le frontiere europee non serve. No, certo, facciamo entrare altri milioni di immigrati... Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin!».
Nel 2016 trova sfogo ai microfoni de La Zanzara (Radio24): «Mattarella? Fortunatamente ci sono vecchietti molto più arzilli di lui. Per quello che fa e quello che dice potrebbe passeggiare tranquillamente in perfetta solitudine su un lungomare senza scorta e nessuno se ne accorgerebbe. Sbaglia a chiedere che non esistano le frontiere sia per gli uomini, sia per le merci. I confini italiani vanno sempre controllati, tanto il vino italiano viene comunque apprezzato e venduto all’estero. Magari Mattarella è distratto o sonnolento e quindi non lo sa, ma le agenzie delle dogane dicono che ogni anno perdiamo 40 miliardi di euro per i mancati controlli in entrata di merci che arrivano da tutto il mondo». E aggiunge: «Mattarella torni sulla Terra, si faccia due passi tra le gente normale senza scorta, così vede di cosa hanno bisogno le persone normali. Chiedere scusa al capo dello Stato? E per che cosa? Io gli do del ‘complice’ e del ‘venduto’ se non difende i confini italiani e il made in Italy che viene truffato. Ma poi lui fa il presidente della Repubblica? Parli di altro. Non rompa le scatole coi confini e con le frontiere». Salvini continua: «Mattarella non dice mai un accidenti, non fa niente, non ha detto nulla sul petrolio, sugli scandali recenti, sulle dimissioni della Guidi. L’unico suo cenno di esistenza in vita fu quando era giudice della Consulta e fregò il referendum sulla legge Fornero agli italiani. Per il resto, è il trionfo della retorica, dell’inutilità di quella carica. Lui non mi rappresenta per nulla, soprattutto quando va in giro a sparlare dei confini».
Ma è la chiosa a restare agli annali: «Ritengo che Mattarella e la presidenza della Repubblica siano inutili. Al posto del Quirinale, mettiamoci un bel museo o un parco giochi. Che funzioni ha? Dovrebbe comandare l’esercito, ma ce lo vedete Mattarella a gestire le forze armate? Sì, col joystick, con la play station. E’ un garante della Costituzione? Ma garante de che?».
[Twitter#https://x.com/GiorgiaMeloni/status/1487374694730932224]
La risposta arriva nel 2022 con la penultima giravolta; quella in cui Matteo Salvini diede disponibilità a rieleggere Mattarella al Quirinale, sbloccando di fatto le trattative che arrancavano da giorni. Plateale la delusione di Giorgia Meloni che scrisse sui social un messaggio molto chiaro: «Salvini propone di andare tutti a pregare Mattarella di fare un altro mandato da Presidente della Repubblica. Non voglio crederci».