Retroscena

Meloni in Cina, Senato vietato alla delegazione di Taiwan

di Carlo Tecce   2 agosto 2024

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Martedì scorso il vicepresidente del Parlamento di Taipei, in missione a Roma, è stato evitato dai molti parlamentari di centrodestra, in particolare di Fdi, per non irritare Pechino che ospitava la premier. Ingresso sbarrato a Palazzo Madama per scelta di un meloniano. Storia di una figuraccia diplomatica

Lo scorso martedì, attorno a Palazzo Madama, s’è verificato un fenomeno anomalo. Forse paranormale. Una strana e certamente preoccupante «sparizione di senatori», soprattutto di centrodestra, in particolare di Fratelli d’Italia. Conviene essere prudenti, attenersi ai fatti, prima di rivolgersi a David Copperfield (va bene pure il protagonista dell’omonimo romanzo) oppure, più laicamente, a Giucas Casella. 

 

I fatti, allora. Come ampiamente previsto. Come ufficialmente annunciato. Il politico Chiang Chin-Chen, vicepresidente del Parlamento di Taiwan, è arrivato di buon mattino per incontrare diversi senatori della Repubblica. La visita romana era l’ultima tappa di un giro in Europa che ha attraversato Praga, Madrid e pure Milano. 

 

All’improvviso, e per questo parliamo di fenomeno anomalo, forse paranormale, ma cerchiamo di essere calmi e lucidi, molti senatori e alcuni deputati sono spariti (si vede che era qualcosa di contagioso): un onorevole è rimasto col telefono senza batteria, un altro non è riuscito a lasciare l’ufficio per il troppo lavoro, un altro ancora s’è beccato il treno in ritardo, un irrimediabile ritardo. A quel punto, contattati i pochi senatori superstiti, il vicepresidente Chiang Chin-Chen con la delegazione di Taiwan ha tentato di entrare a Palazzo Madama per svolgere un colloquio con una senatrice leghista e si presume, arsi dal sole di Roma, per godersi un po’ di refrigerio. 

 

Un cavillo troppo cavilloso del comma del regolamento lo ha impedito: «In quel momento la senatrice non era in Senato e dunque non era consentito l’accesso», fa sapere, immolandosi, il senatore Gaetano Nastri, quattro legislature, due con Fratelli d’Italia. Nastri è anche Questore di Palazzo Madama, per la precisione «anziano» perché il più votato dai colleghi, perciò Nastri ha la facoltà di accogliere o respingere gli ospiti consultando il presidente del Senato o il Collegio dei Questori. In questa occasione, Nastri spiega di aver agito da solo, addirittura senza informare il presidente Ignazio La Russa. 

 

Chiang Chin-Chen ha salutato la senatrice leghista in un bar in zona Palazzo Madama, mentre i «senatori spariti» camminavano radenti al muro per non farsi vedere. Nel pomeriggio la situazione è tornata sotto controllo, nessun fenomeno anomalo e forse paranormale: la presidente Giorgia Meloni era nel pieno della ossequiosa trasferta in Cina e nel partito è scattato l’ordine di evitare contatti con i ribelli/nemici cinesi di Taiwan. La linea va sempre seguita. Anche se contraddittoria. Anche se il Senato della Repubblica non è la sede di Fratelli d’Italia. 

 

Durante la campagna elettorale, appena due anni fa, la candidata Meloni fu l’unica a rilasciare una intervista a Central news agency, un media di Taipei, definendo «inaccettabile» il comportamento cinese: «È certo che Taiwan con un governo di centrodestra sarà una questione fondamentale per l’Italia. Ho seguito con disagio quello che sta succedendo». Certo, no? Oggi chi lo ricorda a Pechino che vuole riannettere Taiwan entro il 2049 per onorare il centenario dalla fondazione della Repubblica popolare e assumere il dominio mondiale?

 

Tornando al malinconico martedì 30 luglio di Chiang Chin-Chen: da segnalare gli appuntamenti saltati col leghista Gian Marco Centinaio («Impegni familiari»), vicepresidente del Senato che tre mesi fa guidò il gruppo italiano a Taipei e col meloniano Lucio Malan, presidente dell’intergruppo parlamentare di amicizia («Non ho potuto»). 

 

La sera la delegazione di Taiwan ha invitato a cena gli onorevoli superstiti in un ristorante accanto a Palazzo Madama. I meloniani hanno declinato, specialmente per la paura delle foto. «Chi lo dice a Giorgia?» C’era soltanto un esponente di Fratelli d’Italia, forse non avvisato per tempo, si scherza, il deputato Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze nonché genero di Romano La Russa, il fratello di Ignazio. Per sua fortuna, Osnato ha raggiunto la comitiva dopo la foto di rito che una senatrice Pd ha pubblicato su Instagram. Si scherza ancora.