Accade oggi
Il governo Meloni smonta l’assegno unico per i figli. Il Mef: «Non ci saranno tagli»
Israele approva tregue temporanee a Gaza per l'antipolio. L'Italia spinge per la vicepresidenza Ue. Gelo di Mosca sul piano Zelensky. Iniziano a Parigi le Paralimpiadi. I fatti del giorno da conoscere
Il governo Meloni pronto a mettere mano all’assegno unico per i figli
Il governo Meloni smonta l'assegno unico per i figli per destinarlo solo alle famiglie più numerose, con disabilità ma soprattutto con una storia lavorativa radicata in Italia, seguendo un narrazione propria dell'esecutivo di destra. Secondo quanto riporta Repubblica, l’idea sarebbe quella di tagliare l’assegno base da 57 euro a figlio che oggi va alle famiglie che non presentano l’Isee o ne hanno uno troppo alto, sopra i 45 mila euro. E spostare più risorse alle famiglie molto numerose, con disabili, con una storia di lavoro radicata in Italia.
L'assegno unico fu introdotto dal governo Draghi nel 2021 e operativo da marzo 2022. Una misura che per la prima volta arrivò anche ai figli di quei nuclei prima esclusi da aiuti, come incapienti e autonomi.
Le famiglie coinvolte nella misura sono 6,6 milioni per 10 milioni di figli. La platea potenziale, dice Istat, è di poco più ampia: 10,7 milioni di ragazzi tra 0 e 20 anni. L’ultima Relazione semestrale sull’assegno unico di giugno, curata dal Dipartimento per le politiche della famiglia di Palazzo Chigi, guidato dalla ministra Eugenia Roccella, dice che la percentuale di beneficiari è cresciuta nel tempo: era l’84% nel 2022, poi l’89% nel 2023 e all’inizio di quest’anno siamo al 91%. Ma questo al governo poco importa: ci sono «avanzi» e «un milione di famiglie ha rinunciato agli aiuti». Motivo per intervenire.
Il dossier è nelle mani dei tecnici di Roccella. Contrario all'iniziativa Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Famiglie: "È il primo strumento strutturale che il nostro Paese adotta nella sua storia. Non va assolutamente abbandonato. Ricordo poi che nel 2021 fu votato da tutto l'arco parlamentare". Più che un problema, le risorse non distribuite rappresentano "un'occasione, se ci sono idee valide per spenderle. Noi proponiamo di dare l'assegno nella sua totalità anche ai figli tra 18 e 21 anni, perché oggi è dimezzato. E di proseguirlo fino ai 26 anni, se i figli sono a carico e in formazione accademica o professionale", sottolinea il presidente del Forum delle Famiglie.
"Altro che attenzione alla famiglia, come ripete il mantra sovranista. Il governo si prepara a smontare l'assegno unico per i figli dimostrando, ancora una volta, di essere interessato solo a fare propaganda", commenta con una nota il presidente dei deputati di Italia viva, Davide Faraone. "L'assegno unico è una misura che funziona, e che sta dando aiuti concreti a tanti nuclei familiari. Ma, per la destra, ha un difetto insormontabile: è stato varato dal governo Draghi. E così – aggiunge Faraone - anziché rafforzare i provvedimenti che già ci sono, mettendoci altre risorse, ecco che scatta la 'rimodulazione': si fa qualche modifica, ovviamente peggiorativa, e si cambia il nome, per far vedere che si sta facendo qualcosa. Una 'fine' strategia, già vista all'opera con l'affossamento della legge delega del Family act. Pianificazione? Zero. Eppure le politiche per la natalità richiederebbero tempi lunghi, progettualità, costanza, le famiglie hanno bisogno di certezze. E invece in due anni e mezzo Meloni e la destra non hanno fatto nulla se non distruggere. Ulteriore conferma del fatto che, a Fratelli d'Italia, l'unica famiglia che interessa è la famiglia Meloni". Una nota del Mef liquida come: "Fantasiosa e senza alcun fondamento l'ipotesi di tagli agli assegni per i figli in vista della prossima manovra".
Israele approva tregue temporanee a Gaza per l'antipolio
Israele ha approvato tregue umanitarie temporanee nella Striscia di Gaza per facilitare la vaccinazione contro la poliomielite per la popolazione locale. Secondo Channel 13, la decisione è stata presa su richiesta del Segretario di Stato americano Antony Blinken durante la sua visita la scorsa settimana, con il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e i responsabili della sicurezza che l'hanno approvata senza aggiornare i ministri del gabinetto per la sicurezza.
L'ufficio del Primo Ministro nega di aver autorizzato una tregua, ma conferma di aver approvato "la designazione di alcune aree nella Striscia". Afferma che la mossa è stata presentata al gabinetto di sicurezza e ha ottenuto il loro sostegno. Arriva dopo l'appello dell'agenzia dell'Onu di aiuti per i rifugiati palestinesi (Unrwa) per una tregua che consenta la vaccinazione antipolio per oltre 640 mila bambini. "Con UNICEF, WHO e i partner, stiamo lavorando per avviare una campagna di vaccinazione su larga scala contro la poliomielite il prima possibile a Gaza. Perché ciò accada, abbiamo bisogno di una pausa umanitaria", ha scritto l'Unrwa in un post su X. "Non possiamo vaccinare i bambini sotto un cielo pieno di bombe e attacchi. Abbiamo bisogno di umanità", si legge ancora nello stesso messaggio.
Meloni spinge per la vicepresidenza Ue
Una delega di peso e una vicepresidenza esecutiva della Commissione europea. Palazzo Chigi tiene la linea nella trattativa per il ruolo che avrà l'Italia a Bruxelles nel secondo esecutivo di Ursula von der Leyen. Un negoziato destinato a proseguire anche nelle prossime settimane, in cui l'unico aspetto dato ormai per certo è che per quella poltrona Palazzo Chigi indicherà Raffaele Fitto, dopo il Consiglio dei ministri di venerdì pomeriggio, preceduto in mattinata da un vertice fra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani. E in questa partita si conferma alleato di Roma il leader del Partito popolare europeo Manfred Weber, che a Roma ha voluto incontrare la premier e il ministro degli Affari europei, prima della cena con il leader di Forza Italia.
Per il politico tedesco è la terza volta a Palazzo Chigi in meno di due anni. L'11 novembre 2022, nel pieno dello scontro fra Roma e Parigi sui migranti, fece notare che "l'Italia non può essere lasciata sola". E poi il 5 gennaio 2023 vide la premier cercando di gettare le basi per un'alleanza tra Popolari e Conservatori, alternativa a quella fra Ppe e Socialisti. Il risultato delle Europee ha poi confermato lo status quo al Parlamento europeo, ma il feeling politico fra Weber e Meloni resta invariato. E chi ha parlato con la premier avrebbe colto anche un certo fastidio per il fatto che questo incontro sia trapelato come se fosse un'appendice di un viaggio su invito di Tajani. Il leader del più importante raggruppamento del Parlamento europeo (che ha incontrato anche i vertici dell'Udc Lorenzo Cesa e Antonio De Poli), "conferma l'attenzione verso il governo e le sue politiche", notano dallo staff della presidente del Consiglio. Il tema migranti sarebbe stato fra i principali affrontati, proprio mentre in Germania il cancelliere Olaf Scholz, sull'onda emotiva provocata dall'attacco di Solingen, ha annunciato una stretta sugli irregolari. Una svolta evidenziata da FdI: "L'unica sinistra che ancora non ha capito l'importanza di difendere i confini è quella italiana", attacca il capodelegazione al Parlamento europeo Carlo Fidanza.
Nell'ora e mezza di colloquio, secondo quanto filtra, Meloni e Weber hanno parlato di competitività, sfide strategiche, migranti, investimenti e industria, hanno condiviso la necessità di una visione meno ideologica da parte della Commissione nei prossimi anni. Un approccio che dal punto di vista italiano va applicato anche alla valutazione degli investimenti per la transizione verde all'interno dei bilanci, nonché possibilmente al Pnrr. Pnrr e Coesione sono i contenuti della delega che al momento risulta più probabile per il nuovo commissario Ue italiano. Difficile che non abbiano parlato di questi scenari anche Fitto e Weber, che si conoscono decisamente bene e sono stati anche colleghi nel gruppo del Ppe quando nel 1999 il politico pugliese fu eletto al Parlamento europeo con Forza Italia. "Come sempre è stato un buon incontro", si è limitato a dire il tedesco. Meloni dovrebbe comunicare al Consiglio dei ministri (convocato venerdì alle 17 per il recepimento di alcune direttive europee) l'indicazione di Fitto come commissario, prima di inviare la lettera ufficiale a von der Leyen. Poi proseguirà la trattativa, in cui sarà cruciale la decisione della presidente tedesca sulle vicepresidenze esecutive. In ambienti di governo, nelle ultime ore si respira più ottimismo sull'esito di un negoziato considerato ancora lungo. Gran parte della partita si gioca nelle interlocuzioni dirette fra von der Leyen e Meloni (che ha dato anche l'input ad accelerare sul dossier balneari). Ma va inevitabilmente affrontata cercando sponde nelle altre cancellerie europee. Non è ancora definito il viaggio della premier a Parigi, che potrebbe essere messo in agenda alla fine della prossima settimana, in occasione dei giorni finali delle Paralimpiadi.
Gelo di Mosca sul piano Zelensky. E la Nato blinda Kiev
Prima ancora che venga reso noto nei suoi contenuti, il Cremlino ha gelato ogni aspettativa sul nuovo "piano di pace" che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto di voler presentare agli Usa. La Russia è comunque intenzionata a continuare la sua "operazione militare speciale", e "raggiungerà tutti i suoi obiettivi", ha affermato il portavoce, Dmitry Peskov. Mentre il ministero degli Esteri è tornato a condannare la politica "russofobica" degli Usa annunciando una nuova ondata di sanzioni contro 92 cittadini americani ai quali è vietato l'ingresso in Russia, tra i quali molti giornalisti delle più prestigiose testate.
Nell'annunciare il provvedimento, la diplomazia di Mosca è tornata ad accusare l'amministrazione di Joe Biden di volere "infliggere una sconfitta strategica a Mosca". "Oltre a leader e funzionari di vario livello delle forze dell'ordine e dei servizi di intelligence, ai capi delle principali aziende del complesso militare-industriale e alle istituzioni finanziarie che forniscono armi alle forze armate ucraine", il divieto d'ingresso è stato deciso per i reporter di quelle che vengono definite "importanti pubblicazioni liberal-globaliste". Tra di loro, 14 dipendenti del Wall Street Journal, cinque del New York Times e quattro del Washington Post.
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha intanto convocato, "su richiesta dell'Ucraina", una riunione dell'Alleanza a livello di ambasciatori con la partecipazione in videoconferenza del ministro della Difesa di Kiev, Rustem Umerov. All'ordine del giorno la situazione sul campo e le richieste ucraine, dopo i massicci raid dei giorni scorsi sulle infrastrutture energetiche del Paese e le conseguenti richieste di Kiev ai Paesi Nato, in primis agli Usa, perché autorizzino l'uso di tutti gli armamenti da essi forniti per colpire in profondità il territorio russo. Nelle sue dichiarazioni finali Stoltenberg non ha fatto cenno a questo aspetto, ma ha sottolineato la necessità di "maggiori forniture e più sostegno all'Ucraina" e ha affermato che "gli alleati hanno ribadito che stanno intensificando gli aiuti militari", perché ciò "è vitale per la capacità dell'Ucraina di continuare a lottare".
Secondo Politico, Zelensky si appresta a mandare a Washington il suo consigliere Andriy Yermak e il ministro Umerov con una lista di target di alto valore da colpire appunto in Russia, da sottoporre all'amministrazione statunitense. Un'iniziativa di cui si è avuta notizia proprio nel giorno in cui il presidente ucraino ha detto di volere sottoporre il nuovo piano per la pace non solo al presidente Joe Biden, ma anche ai candidati alla Casa Bianca, Kamala Harris e Donald Trump. "Non è la prima volta che sentiamo tali dichiarazioni da parte dei rappresentanti del regime di Kiev", ha tagliato corto Peskov. Quanto all'uso delle armi fornite a Kiev, "molti Paesi del cosiddetto Occidente collettivo sono già immersi fino alle orecchie in questo conflitto", ha chiosato il portavoce di Putin. Kiev ha detto che nei bombardamenti russi di lunedì e martedì sono state colpite tutte le centrali idroelettriche ucraine, con una riduzione del 40 per cento della produzione. E oggi, affermano fonti locali, altre sei persone, tra cui quattro membri della stessa famiglia, sono state uccise da bombardamenti nella regione orientale di Donetsk, dove Mosca ha rivendicato la conquista di un altro insediamento, quello di Kamishevka. In attesa dell'eventuale permesso americano a utilizzare i missili a lungo raggio, Kiev continua comunque a colpire obiettivi in territorio russo anche a grande distanza dal confine con l'uso di droni.
Un attacco è stato segnalato ad un deposito di carburanti nella regione di Kirov, a quasi 1.500 chilometri dalla frontiera. Il governatore, Alexander Sokolov, ha detto che il bombardamento, avvenuto a Kostelnich, non ha provocato vittime né danni ingenti, ma un incendio ad un serbatoio di cherosene. In fiamme anche un deposito petrolifero a Kamensky, nella regione frontaliera di Rostov, anch'esso attaccato dai droni ucraini. Nella stessa regione il 18 agosto un analogo attacco nel distretto di Proletarsky ha provocato un incendio in un altro deposito di carburanti, e a distanza di dieci giorni non vi è ancora conferma che le fiamme siano state domate. Sono 41 i vigili del fuoco rimati feriti nel tentativo di spegnere l'incendio.
Iniziano a Parigi le Paralimpiadi. Si apre l'edizione dei record
La fiamma ha acceso il calderone del Jardin des Tuileries, e la XVII edizione dei Giochi paralimpici estivi ha ufficialmente preso il via. Trentacinquemila persone intorno a Place de la Concorde, nel cuore di Parigi, trasformata per una sera in un teatro a cielo aperto per accogliere la sfilata degli atleti delle 168 delegazioni partecipanti, in arrivo in parata dagli Champs-Elysees. Con sullo sfondo l'Arco di Trionfo e i tre 'agitos' del logo paralimpico, per uno spettacolo suggestivo di luci, colori e musica, impreziosito dal passaggio delle frecce tricolori d'Oltralpe.
Sotto gli occhi e tra gli applausi del presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, e del presidente dell'International Paralympic Committee, Andrew Parsons, dopo lo spettacolo sulla Senna per le Olimpiadi la Capitale francese ancora una volta ha voluto fare le cose in grande. E così per la prima volta nella storia dei Giochi paralimpici, e per la prima Paralimpiade di sempre in Francia, la cerimonia di apertura si è tenuta fuori da uno stadio.
La parata degli atleti e delle bandiere su una delle vie più famose del mondo, con altri 5mila spettatori ad assistere dalle tribune montate per l'occasione, la (ri)accensione dell'enorme braciere-mongolfiera, i discorsi istituzionali: tutto 'en plein air', in mezzo alla gente, che dopo due edizioni segnate dal Covid ha risposto alla grande. Sarà infatti una Paralimpiade da record, non solo per gli oltre 2 milioni di biglietti già venduti sui 2,8 a disposizione: 167 delegazioni nazionali più il team dei rifugiati, per un totale di 4.400 atleti di cui 1.983 donne; e poi ben 549 eventi medaglia in 23 discipline, di cui 17 vedranno italiani in gara. Anche la squadra azzurra è da record. Dopo l'incetta di medaglie a Tokyo 2020 - ben 39 - saranno 141 i nostri atleti in gara, la delegazione tricolore più numerosa di sempre a una Paralimpiade: a guidarli nella parata in Place de la Concorde i due portabandiera, l'handbiker Luca Mazzone e la regina dei 100 metri in Giappone, Ambra Sabatini. In prima fila ad applaudirli il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, insieme al presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, ai ministri dello Sport, Andrea Abodi, e per le Disabilità, Alessandra Locatelli, e al presidente del Coni, Giovanni Malagò.