Durante il premier time a Palazzo Madama, dopo un anno e mezzo dall'ultimo, anche un botta e risposta con Renzi. La presidente del Consiglio: "Dimissioni se perdo il referendum? Potrei, ma non farei mai niente che abbia già fatto lei"

Meloni in Senato sul riarmo: "La libertà ha un prezzo. Se fai pagare a un altro la tua sicurezza non sei tu a decidere del tuo destino"

“Ribadisco, da patriota, che la libertà ha un prezzo e se fai pagare a un altro la tua sicurezza non sei tu a decidere pienamente del tuo destino” e non c’è “la possibilità stessa di difendere appieno i propri interessi nazionali”. Giorgia Meloni è intervenuta in Senato per il premier time, a un anno e mezzo di distanza dall'ultimo. Non solo riarmo e difesa: al centro delle interrogazioni dei senatori, ci sono stati anche i principali temi e dossier d’attualità. Tra i banchi del governo erano presenti molti ministri ma, mancavano all'appello i vicepremier Salvini e Tajani.

Riarmo e difesa

Rispondendo a una domanda di Carlo Calenda, Meloni ha ricordato la “necessità di costruire sempre un pilastro europeo della Nato capace di incentivare una solida base europea. Pur rimanendo al fianco dei nostri alleati orientali - ha aggiunto -, io penso che sia arrivato anche il momento in cui la Nato prenda in maggiore considerazione il fianco sud dell'Alleanza, che pure è particolarmente importante, soprattutto in un tempo di minacce ibride".

 

"L'Italia finalmente raggiungerà il target" della spesa militare al 2 per cento del Pil "nel 2025, perché c'è un governo che sa che mantenere gli impegni presi è fondamentale per farsi rispettare", ha aggiunto. La replica del leader di Azione: ”Se pensiamo di affrontare questa fase della storia con un esercito che ha una media di 59 anni e che non ha sufficienti capacità operative, diventiamo una nazione di serie C. Che io lo debba ricordare alla destra italiana mi sembra surreale”.

Botta e risposta con Renzi

Nel corso degli interventi c’è stato anche un botta e risposta con Matteo Renzi sulle riforme istituzionali. “Lei, presidente Meloni, ha promesso una riforma della giustizia garantista. Detto da voi, fa quasi ridere. Se vogliamo credervi, fate una cosa: prima di approvare in via definitiva la riforma garantista sulla giustizia perché non fate quello che avete detto, cioè andare a Bibbiano?", ha incalzato. "La stanno ancora aspettando per chiedere scusa a quella comunità per il vostro giustizialismo. Dall'euro alla Nato, da Putin alle trivelle. Lei è campionessa mondiale di incoerenza. Su cosa la giudichiamo, visto che cambia idea su tutto?”.

 

“Il premierato sta andando avanti - ha replicato Meloni al leader di Italia Viva che, tra le altre cose, ha parlato dell’elezione diretta del presidente del Consiglio - continuo a considerarla la madre di tutte le riforme e, non dipende da me ma dal Parlamento, ma la maggioranza è intenzionata a procedere spedita su questa riforma esattamente come è intenzionata a procedere spedita sulla riforma della giustizia”. Poi, l’attacco diretto a Renzi: “Mi ha chiesto di dimissioni in caso di referendum. Lo farei anche volentieri, ma non farei mai niente che abbia già fatto lei”.

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