Nordio: "La riforma - della magistratura - è un dovere assunto verso gli elettori". Il ministro della Giustizia è fiducioso sull'esito del referendum. E aggiunge: "Il governo è giunto circa a metà della legislatura, l'ambizione è arrivare alla fine"

La Corte di cassazione ospita l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Una cerimonia che si ripete nelle corti di tutta Italia, ma  quella che si celebra oggi -  24 gennaio - nel Palazzaccio romano è la più importante. Nell'aula magna siedono le più alte cariche dello Stato. C'è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, la padrona di casa Margherita Cassano, prima presidente della Cassazione alla quale spetta il discorso introduttivo. Seguono poi gli interventi del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Fabio Pinelli, del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, del procuratore generale della Cassazione, Luigi Salvato, dell'avvocato generale dello Stato, Gabriella Palmieri Sandulli e del presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco.

 

La relazione di Cassano: "L'ipertrofia legislativa non aiuta"

 

La relazione sull'anno giudiziario appena trascorso fatta dalla presidente della suprema Corte include una serie di richiami. Innanzitutto, il "rispetto reciproco fra le varie istituzioni dello Stato". Cassano sottolinea la necessità di "razionalità, pacatezza, equilibrio: un vero e proprio patto per lo Stato di diritto in grado di alimentare la fiducia dei cittadini nei confronti di tutti gli organi cui la Carta fondamentale assegna l’esercizio di funzioni sovrane". La prima presidente Cassano rileva come "rendere giustizia si è fatto più difficile". I rilievi fatti ai legislatori sono diversi: "Le molteplici normative speciali, in alcuni casi non coordinate fra loro e collocate in provvedimenti contenenti previsioni sui temi più disparati, sono talora frutto di decretazione d’urgenza destinata a riflettersi sulla qualità del dato normativo con conseguente ampliamento dell’attività interpretativa del giudice. È indubbio che l’ipertrofia legislativa recepisce le istanze di un corpo sociale sempre più dilacerato, incapace di darsi autonomamente regole di civile convivenza fondate sulla condivisione dei valori costituzionali e alla costante ricerca di un intervento esterno che rischia, però, di elidere il ruolo di cittadinanza attiva e solidale delineato dall’articolo 2 della Carta fondamentale. Il dinamismo e la fluidità della società attuale rendono poi difficile, in talune situazioni, la regolamentazione mediante norme predeterminate, con evidenti ricadute sul margine di opinabilità".

 

Pinelli: "Il potere giudiziario espanso moltissimo negli ultimi 50 anni"

 

Fabio Pinelli, eletto vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura in quota Lega, dopo una premessa sull'attività dell'organo entra nel tema degli attriti tra giustizia e politica. "L'esigenza di armonia tra le istituzioni deve essere riaffermata specialmente in questo transito storico, caratterizzato da forti tensioni", afferma. "Il fondamento del giudice sta nella sua terzietà: se si è risolutori di conflitti non si può essere parte. Certo, la magistratura interviene legittimamente nel dibattito e porta il proprio contributo di competenza, ma non deve divenire parte del conflitto". Ribadisce il concetto davanti alla platea dell'aula magna: "Se tale connotazione fondante finisse per essere smarrita, la magistratura degraderebbe da soggetto costituzionalmente imparziale a soggetto che partecipa al conflitto". Il vicepresidente del Csm, poi, mette l'accento sul ruolo della magistratura negli equilibri istituzionali: "Quello giudiziario è un potere che si è espanso moltissimo negli ultimi cinquant'anni". Per Pinelli "talvolta la magistratura rischia di apparire interessata sostanzialmente ad un dibattito svolto in un'ottica di autotutela". La magistratura, sostiene, dovrebbe dimostrare "di non aver bisogno del sorteggio per l'elezione dei componenti del Consiglio superiore". E conclude: "Politica e magistratura non stanno nascondendo di avere posizioni diverse, ma la responsabilità istituzionale di noi tutti è quella di impedire la divisione radicale".

 

Nordio: "Avanti con la riforma senza esitazioni, fiducia nel referendum popolare"

 

Tutti i discorsi sono connotati da un'impronta politica. Con Nordio, rappresentante dell'esecutivo Meloni, l'escalation verso le tematiche oggetto di riforma è compiuta. "Per quanto riguarda l'indipendenza e l'autonomia della magistratura, la riforma si presenta con una chiarezza cartesiana di rocciosa solidità. Ogni fantasia speculativa su variazioni futuribili è un'arbitraria interpretazione divinatoria". Secondo il ministro della Giustizia, "i contenuti della riforma sono ben noti, ma ribadisco ancora una volta il postulato assoluto dell'indipendenza del pm rispetto al potere esecutivo. Il ruolo del giudice uscirà difeso e rafforzato, senza indebolire l'accusa, attuando in pieno il principio liberale secondo cui la giurisdizione si attua mediante il giusto processo, dove le parti sono in condizioni di parità davanti al giudice terzo e imparziale". Nessun cedimento del governo, anzi c'è fiducia dalle parti di via Arenula sull'esito della consultazione popolare:  "Il legislatore procederà senza esitazione, nella fiduciosa ma incondizionata acquiescenza al referendum popolare che suggellerà questo iter complesso".

 

"Il governo è giunto circa a metà della legislatura, l'ambizione è arrivare alla fine"

 

"La riforma costituzionale in fieri è un dovere assunto verso gli elettori", ribadisce il ministro sulla separazione delle carriere dei magistrati. La "più importante" delle iniziative legislative in materia di giustizia "è sicuramente il ben noto disegno di legge costituzionale in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare, approvato in prima deliberazione alla Camera dei deputati lo scorso 16 gennaio, da una maggioranza con basi politiche più ampie delle forze che compongono la coalizione di governo. In questo settore daremo piena attuazione allo spirito del Codice di procedura penale firmato del mio illustre predecessore Giuliano Vassalli, giurista insigne ed eroe della Resistenza". Mentre fuori dai palazzi del governo, per le inchieste giudiziarie che coinvolgono Daniela Santanchè, si discute di eventuali rimpasti, Nordio rimarca invece l'intenzione dell'esecutivo di restare in carica fino alla fine della legislatura. "Il governo è giunto circa a metà della legislatura con la legittima ambizione di percorrerne tutta la durata con questo fattore di stabilità che conferisce il valore di forza all'intero nel sistema politico ed economico generando affidamento".

 

Salvato: "Non giova all'equilibrio tra poteri una magistratura inutilmente sfregiata"

 

Il procuratore generale della Cassazione fa un'osservazione che suona come una critica verso i politici che sono soliti prendere di mira i giudici: "Mai può giovare all'equilibrio tra poteri una magistratura inutilmente sfregiata, agli occhi dei cittadini, dell'indispensabile autorevolezza della giurisdizione". A tal proposito, Salvato insiste: "La fiducia non si recupera senza l'opera del Parlamento, al quale spetta attuare i diritti costituzionalmente garantiti, dare tempestive risposte ai bisogni della società, nei confini fissati dalla Carta, mediante leggi ragionevoli, chiare ed inequivoche e perciò vincolanti nei confronti della magistratura. L'equilibrio fissato dalla Costituzione impone che i poteri si riconoscano reciprocamente, senza infingimenti legati al contingente, con uno sguardo lungo sul bene delle Istituzioni, senza denunciarne la contraffazione quando inesistente, senza indirette rivalse che sgretolino l'indipendenza della giurisdizione".