Politica
30 ottobre, 2025La nota dei magistrati contabili dopo l'apertura del nuovo fronte di scontro per lo stop al Ponte sullo Stretto. L'Anm: "Questa insofferenza rispetto al controllo di legalità è un segnale preoccupante"
Con lo stop della Corte dei conti al Ponte sullo Stretto si è aperto un altro fronte di scontro tra il governo (che intende comunque andare avanti) e la magistratura. Non solo le pronunce dei giudici sui migranti, ma ora anche quelle dei giudici contabili diventano “l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del governo e del Parlamento” (cit. Giorgia Meloni).
Di fronte a questa campagna martellante, partita qualche minuto dopo la decisione di ieri sera (29 ottobre), arriva la risposta, diplomatica, della stessa Corte dei conti. Che, in una nota, spiega: "Il rispetto della legittimità è presupposto imprescindibile per la regolarità della spesa pubblica, la cui tutela è demandata dalla Costituzione alla Corte dei conti. Le sentenze e le deliberazioni della Corte dei conti non sono certamente sottratte alla critica che, tuttavia, deve svolgersi in un contesto di rispetto per l'operato dei magistrati”.
Poi, risponde anche alle critiche di politicizzazione: “La Corte dei conti tramite la Sezione di controllo di legittimità si è espressa, nella giornata di ieri, su profili strettamente giuridici della delibera Cipess, relativa al Piano economico finanziario afferente alla realizzazione del 'Ponte sullo Stretto', senza alcun tipo di valutazione sull'opportunità e sul merito dell’opera”.
Uno scontro, quello ripartito tra governo e magistratura, che arriva proprio mentre il Senato si apprestava a dare il definitivo via libera — in attesa del referendum — alla riforma della Giustizia (osteggiata da quasi tutte le associazioni di magistrati, considerata dalle opposizioni una resa dei conti nei confronti dei giudici, ritenuta una “norma di civiltà” dalla maggioranza di centrodestra).
Non solo. Gli attacchi alla Corte dei conti arrivano anche mentre è in discussione anche la riforma che ridimensionerebbe i ruoli della stessa magistratura contabile. "I giudici vanno bene solo se decidono come vuole il governo, con buona pace della separazione dei poteri. Questa insofferenza rispetto al controllo di legalità è un segnale preoccupante", dice all'Ansa il segretario generale dell'Anm, Rocco Maruotti.
Matteo Salvini ha parlato esplicitamente di “scelta politica, più che” di “un sereno giudizio tecnico. Non mi sono fermato quando dovevo difendere i confini — ha detto Salvini facendo riferimento al processo Open Arms in cui è stato assolto — e non mi fermerò ora”.
E oggi, in un’intervista al Corriere della Sera, anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha ribadito che “la decisione della Corte dei conti che ha bloccato di nuovo il Ponte sullo Stretto costituisce un’immotivata invasione nelle scelte del governo e del Parlamento. La politica dell’immigrazione — ha aggiunto — sembra esser fatta più dalle sentenze che non dalle scelte del governo. Sulla sicurezza, anche nelle ultime settimane, ci sono stati disordini con aggressioni ai poliziotti, danni agli esercizi commerciali e coloro che vengono arrestati vengono rimessi immediatamente in libertà. Quindi c’è un aggiramento per via giudiziaria delle scelte del legislatore e della sovranità popolare. Questa è una minaccia per la democrazia”.
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