Caso Almasri
Parte l'indagine su Nordio per omissione d'atti d'ufficio. Le opposizioni (tranne Azione) presentano la mozione di sfiducia
Il Tribunale dei ministri acquisisce le carte da via Arenula
La scarcerazione e il rimpatrio del generale libico Osama Almasri, su cui pende un mandato d'arresto della Corte penale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità, restano centrali nel dibattito politico. Il guardasigilli Carlo Nordio è accusato dalle opposizioni di scarsa trasparenza: aveva detto, durante l'informativa, che i documenti del tribunale dell'Aia sono a disposizione dei parlamentari. Questi ultimi, tuttavia, smentiscono. Intanto il Tribunale dei ministri ha avviato l'indagine sul ministro della Giustizia. Il reato ipotizzato è omissione d'atti d'ufficio e le tre giudici che compongono il collegio hanno inviato un ordine di esibizione dei carteggi sul caso Almasri a via Arenula.
Opposizioni all'attacco: il mistero delle carte mostrate da Nordio
Le tensioni dell'Aula di Montecitorio sono esplose sin dall'apertura dei lavori di oggi, 12 febbraio. I gruppi di Avs, con Marco Grimaldi, del Pd, con Federico Fornaro, e del M5s, con Federico Cafiero De Raho, hanno preteso chiarimenti sulla documentazione che Nordio aveva mostrato durante l’informativa sul caso Almasri. Il nodo riguarda le due versioni del mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale nei confronti del generale libico: documenti che, secondo il ministro, sarebbero stati a disposizione dei parlamentari, ma che secondo l'opposizione risulterebbero ancora inaccessibili. “Se non avremo risposte, faremo tutti i giorni un intervento sull’ordine dei lavori”, ha dichiarato Fornaro. “Perché il ministro ha affermato che quel documento era a disposizione? Ritira questa sua disponibilità? Se è così, si deve scusare e deve spiegare in maniera ufficiale. Su questo saremo intransigenti". Davide Faraone di Italia Viva ha chiesto risposte sulla notizia, circolata nelle ultime ore, di un presunto incontro tra il capo dell’Aise (il servizio segreto italiano per l'estero), Giovanni Caravelli, la premier Giorgia Meloni, e il procuratore capo di Tripoli, il 28 gennaio. Richiesta alla quale si sono associati Pd, +Europa e Azione, con Benedetto Della Vedova e Daniela Ruffino che hanno chiesto un’immediata presa di posizione del ministro: "Nordio deve scusarsi, tornare in Aula e riavvolgere questo quadro pasticciato".
La mozione di sfiducia
Le forze di opposizione hanno presentato anche una mozione di sfiducia contro Nordio. Per loro, il caso Almasri non sarebbe solo una questione giuridica, ma un clamoroso fallimento politico che mette in discussione la capacità del ministro e dell’intero esecutivo di gestire le relazioni internazionali. Nel campo del centrosinistra, gli unici contrari alla mozione sono i parlamentari di Azione. Nordio continua a difendere la sua condotta, sostenendo che il mandato della Corte penale internazionale fosse viziato da errori e che la sua esecuzione fosse impossibile. Una giustificazione che non convince le opposizioni, che accusano il ministro di aver volutamente scelto di non intervenire per motivi politici. Lo scandalo non si ferma entro i confini nazionali. La Corte penale internazionale ha aperto un fascicolo d’indagine contro l’Italia per la mancata esecuzione del mandato d’arresto. L’accusa? Aver liberato un criminale di guerra in spregio alle norme internazionali. Se venisse confermata una responsabilità diretta del governo, l’Italia potrebbe subire un isolamento diplomatico, con conseguenze pesantissime sulla cooperazione giudiziaria con gli altri Stati.