Mercoledì 11 giugno, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha ricevuto in un incontro ufficiale il generale Saddam Haftar, figlio minore di Khalifa Haftar e figura di spicco delle milizie libiche in Cirenaica. L'uomo è ricercato dalla giustizia americana per rapimenti, omicidi e deportazioni. Amnesty International ha documentato violenze sistematiche nel centro di detenzione di Sidi Faraij, da lui gestito, descritto come un vero e proprio "catalogo degli orrori". Anche le Nazioni Unite lo indicano tra i principali trafficanti libici, con affari legati al traffico di esseri umani, armi e petrolio.
Angelo Bonelli, co-portavoce di Alleanza verdi e sinistra, ha definito l’episodio "vergognoso e offensivo per l’Italia, la sua Costituzione e ogni principio di giustizia e umanità". Non si tratterebbe di un caso isolato: nel 2022, sotto il governo Draghi, Haftar era già atterrato a Genova con documenti falsi. Anziché essere arrestato, sarebbe stato protetto e fatto uscire dal Paese con l’aiuto dei servizi segreti italiani. "Un fatto gravissimo", commenta Bonelli, "che getta ombre inquietanti sulle relazioni tra criminalità libica e complicità istituzionali italiane".
L’esponente di Avs ha citato il precedente di Almasri, anch’egli ricercato e transitato da Genova. “Una città diventata ormai crocevia di affari sporchi tra mafie libiche e reti criminali italiane”. "La premier Meloni", conclude, "si conferma campione di ipocrisia. I trafficanti di migranti sono i benvenuti in Italia, accolti come capi di Stato".