La celebrazione a un anno dall'ondata sovranista che ha investito l'Unione europea va in scena a sud di Parigi. Presente anche Orbán: "È in corso uno scambio organizzato di popolazioni per modificare la base culturale dell'Europa"

Salvini alla festa dei Patrioti europei: "La minaccia non arriva dalla Russia, ma dai migranti clandestini"

I nomi cambiano, le location anche, ma la retorica è sempre la stessa. Il nemico comune che tiene insieme i Patrioti europei sembra essere, ancora una volta, il fenomeno migratorio. È il filo conduttore di diversi interventi dei leader del gruppo durante la "Festa per la vittoria", il raduno organizzato a Mormant sur Vernisson, a sud di Parigi, dal Rassemblement national di Marine Le Pen et Jordan Bardella per festeggiare un anno dalle elezioni europee, da quella "ondata sovranista" che ha visto l'avanzata delle destre in tutta l'Unione.

 

12 bandiere, una per ogni partito nazionale aderente al gruppo dei patrioti all'europarlamento, su uno sfondo blu e la grande scritta in bianco "Fête de la Victoire". Ospiti d'onore: Viktor Orbán, premier ungherese a capo di Fidesz, e Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega. 

 

"Oggi come ieri la Lega è con voi, la maggioranza degli italiani è con voi: dobbiamo lottare con tutte le armi permesse dalla democrazia per combattere l'Ue dominata da burocrati e banchieri", ha affermato il vicepremier del governo Meloni. "La minaccia non arriva da Est, da improbabili carri armati russi, ma dal Sud e dai migranti clandestini". 

 

A fargli eco, con parole forse ancora più dure, è il primo ministro magiaro: è in corso "uno scambio organizzato di popolazioni per modificare la base culturale dell'Europa".Orbán si è poi vantato di "respingere i migranti" in Ungheria: "Non permetteremo loro di distruggere le nostre città, violentare le nostre ragazze e donne, uccidere cittadini pacifici".

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