Politica
29 luglio, 2025Conte: "L'accordo è una Caporetto, von der Leyen e Meloni devono andare a casa". Salvini: "È evidente che ci sia qualcuno da cambiare a Bruxelles. Questa Commissione europea è un problema per le imprese italiane"
L'accordo sui dazi tra Stati Uniti e Unione europea ha unito nel disappunto Lega e Movimento 5 stelle, ricomponendo idealmente la coalizione che aveva sostenuto il primo governo di Giuseppe Conte. Proprio l'ex presidente del Consiglio e leader dei Cinque stelle ha definito l'intesa "una Caporetto". "Ursula von der Leyen dovrebbe andare a casa, come anche i nostri governanti", ha aggiunto. Le perplessità sull'accordo riguardano tutte le forze politiche all'opposizione, che hanno chiesto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni di riferire al Senato sui dazi. "L’Italia è rimasta all’oscuro di tutto", denuncia il capogruppo del Partito democratico Francesco Boccia, "Questo non è un accordo, ma una tregua precaria e costosa, imposta unilateralmente dagli Stati Uniti, accettata dall’Europa in cambio della cancellazione delle regole multilaterali". Duri anche gli interventi di Tino Magni (Avs): "Siamo passati dal sovranismo al servilismo verso gli Usa"; e Raffaella Paita (Iv): "Il governo sta evitando il confronto, ma non si può scherzare su un tema che tocca le imprese, le esportazioni e l’occupazione".
Fratelli d'Italia respinge le accuse: "Non c’è nessuna fuga dal Parlamento. L’opposizione ha sempre detto che le trattative devono essere in mano all’Ue. Ora che von der Leyen ha trattato, date la colpa a Meloni?", ha dichiarato il senatore Lucio Malan. Ma la Lega rilancia, dicendosi pronta a votare la sfiducia nei confronti della presidente della Commissione europea: "Non abbiamo mai votato von der Leyen e se sarà presentata una mozione di sfiducia la voteremo, da qualunque parte arrivi", ha spiegato Massimiliano Romeo. Una posizione confermata anche da Matteo Salvini: "A prescindere da Trump e dai dazi, questa Unione europea e questa Commissione europea sono un problema per le imprese italiane. È evidente a tutti che ci sia qualcuno da cambiare a Bruxelles".
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