Politica
25 agosto, 2025Al meeting di Rimini il leader di Forza Italia interviene sul caso diplomatico scatenato dalle parole di Salvini su Macron. Poi apre, dopo un cessate il fuoco, a un ruolo dell'Italia nello sminamento dei terreni ucraini
È un Antonio Tajani a tutto campo quello che ieri — 24 agosto — è intervenuto al Meeting di Rimini; un ministro degli Esteri che, innanzitutto, chiarisce che la politica estera la fanno lui “e la presidente del Consiglio”, cioè Giorgia Meloni, rispondendo a distanza al caso diplomatico scatenato con la Francia di Emmanuel Macron dopo l’ennesimo attacco di Matteo Salvini che ha portato Parigi a convocare l’ambasciatrice italiana.
“Bisogna sempre ricordare che la forza delle idee, in politica, conta più della violenza delle parole”, ha sottolineato Tajani in riferimento alle frasi usate dal leader leghista, che aveva rimandato al mittente la proposta macroniana di inviare truppe occidentali in Ucraina con un “attaccati al tram” detto in dialetto milanese.
Ma al di là della forma — su cui Tajani ha voluto rimarcare una differenza con la Lega — ci sono le posizioni più volte espresse dal governo: “Anche noi siamo convinti che non sia una soluzione quella di inviare i militari italiani in Ucraina. Ma stiamo lavorando intensamente perché tutto l’Occidente possa avere una posizione univoca”.
Se l’invio di militari italiani sul campo sembrerebbe per ora da escludere, l’Italia — afferma Tajani — giocherà un ruolo nello sminamento dei terreni ucraini una volta che la guerra sarà finita. “Noi non siamo per inviare truppe ma vogliamo dare un contributo importante vista la grande esperienza che abbiamo per lo sminamento sia marittimo che terrestre. Poi si vedrà come andranno le cose. Si sono fatti dei passi in avanti anche dal punto di vista del coordinamento”.
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