Politica
6 agosto, 2025Semaforo verde da parte del Cipess. Salvini: "Pronto entro il 2033", ma deve ancora arrivare la bollinatura della Corte dei conti. Greenpeace e Wwf: "Propaganda politica già smentita da numeri e carte"
Il governo ha dato il suo via libera definitivo al progetto del Ponte sullo Stretto. Lo fa sapere il Mit dopo la riunione del Comitato interministeriale per la programmazione, in cui era presente - oltre Matteo Salvini - anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “È un’emozione. Non è un punto di arrivo ma di partenza che arriva dopo due anni e mezzo di lavoro costante e qualche centinaio di riunioni”, ha detto Salvini in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
“Sarà il ponte a campata unica più lungo al mondo. Oggi il primato è turco, poi giapponese poi cinese - ha aggiunto il ministro delle Infrastrutture -. Ritengo che sarà un acceleratore di sviluppo, sarà una parte della soluzione dei problema del Sud d'Italia. Oggi i treni ci mettono tra i 120 e 180 minuti, si scenderà ai 15 minuti. Su gomma dipenderà dal periodo. Ma il tempo medio tra i 70 ai 100 minuti si ridurrà a 10 minuti. Ci sarà un enorme risparmio ambientale grazie alla riduzione di Co2”. Ci sarà una metropolitana con “tre fermate (…) sul fronte messinese che collegheranno i passeggeri. Tecnicamente è un progetto affascinante. La prima regione per coinvolgimento di aziende sarà la Lombardia”, ha aggiunto il leader leghista. Il costo dell'opera, come si legge nella nota diffusa al termine della riunione, sarà di 13,5 miliardi di euro.
Per Salvini, "il ponte sarà una parte di risoluzione di problemi del Mezzogiorno d'Italia. Studi parlano 120 mila unità lavoro l'anno, parlano anche di enorme vantaggio ambientale. È la più grande opera pubblica in Occidente in programmazione". Il vicepremier si sbilancia anche sulle tempistiche: "Il nostro obiettivo è l'attraversamento tra il 2032 e il 2033. Ora ci vorrà la bollinatura della Corte dei conti - ha aggiunto - ma tra settembre e ottobre conto di partire con i cantieri, lavori ed espropri. Gli espropriati avranno un surplus rispetto a quelli dell'alta velocità in altri territori.
Soddisfazione anche da parte di Giorgia Meloni, secondo cui il Ponte sullo Stretto è un'opera "frutto di un lungo processo progettuale e normativo - i primi progetti risalgono alla fine degli anni Sessanta - che questo governo ha scelto di riavviare ufficialmente nel 2023, dopo la sospensione decisa dal governo Monti nel 2012. Di questo ringrazio il ministro Salvini per il coraggio e la determinazione”. Ma non ci si limita, ha aggiunto la premier, "alla costruzione del ponte in senso stretto. Sono previsti infatti oltre 40 chilometri di raccordi stradali e ferroviari per connettere l'infrastruttura. Lo facciamo - ha sottolineato - per dare lavoro e opportunità oggi, visto il moltiplicatore che un'opera di questa imponenza può generare sul nostro tessuto economico e produttivo, e per lasciare alle generazioni future un'eredità concreta: un'Italia più connessa, più competitiva, più coesa”.
Alla soddisfazione del governo fa da controparte la protesta di opposizioni e associazioni ambientaliste. Greenpeace, Legambiente, Lipu e Wwf hanno presentato un nuovo reclamo all’Ue a integrazione di quello già inviato il 27 marzo, chiedendo l'apertura di una procedura di infrazione. Per le quattro sigle, la decisione del Cipess è "un vero e proprio azzardo, sia per motivazioni economiche sia per il quadro d'incertezza del progetto che rimanda alla fase progettuale esecutiva test dirimenti e analisi essenziali. Non stupiscono le dichiarazioni trionfalistiche del governo e del ministro Salvini in particolare: rientrano nel quadro della propaganda politica e sono state già smentite dai numeri e dalle carte". Come si è sempre dato per scontato, incalzano gli ambientalisti, il parere della Commissione Via, "oggi si dà già per acquisito il parere della Corte dei conti che, invece, ancora deve pronunciarsi. Si tace sul fatto che la cosiddetta apertura dei cantieri sarà poco più che simbolica e riguarderà interventi preliminari sia perché il progetto esecutivo non è ancora stato redatto, sia perché la modifica di legge voluta dal Governo per procedere a una cantierizzazione a fasi spezzetterà il progetto esecutivo lasciando sino all'ultimo aperta l'incognita sui risultati sulle prove da fatica sulla tenuta dei cavi e sugli approfondimenti sismici prescritti dalla Commissione Via".
Tra i commenti più duri e severi va registrato quello di Giusy Caminiti, la sindaca di Villa San Giovanni, il Comune - versante calabrese - da cui partirà il ponte e che più di altri sarà interessato da cantieri: "Abbiamo sempre espresso una contrarietà a questo progetto definitivo approvato. Riteniamo - aggiunge la prima cittadina - che la fase degli studi da noi richiesta doveva essere anticipata perché solo questo avrebbe dato alla comunità la serenità. C'è a rischio la sopravvivenza della città di Villa San Giovanni per un cantiere che impatta l'intero territorio comunale dividendolo in due parti, un cantiere rispetto al quale la città non è oggi preparata. La tutela della città viene prima di tutto".
Per il co-portavoce di Alleanza verdi-sinistra Angelo Bonelli, il Ponte sullo Stretto - di cui si parla da decenni - sarà “un'opera che rappresenta il più grande spreco di denaro pubblico mai visto in Italia: 14,6 miliardi di euro dei cittadini, senza un solo euro di investimenti privati. Nemmeno Berlusconi aveva osato tanto. È il capolavoro di Matteo Salvini che butta miliardi in cemento e propaganda. L’approvazione - prosegue - arriva nonostante il parere negativo dell'ambiente e il rischio sismico, con un pilone che sorge su una faglia attiva. Il governo Salvini, in un atto di pura arroganza, ha ignorato gli enti tecnici competenti, come ANAC, ISPRA, INGV e il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Un vero e proprio schiaffo alla trasparenza e alla legalità”.
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