Più sostegno all’innovazione per un sistema sanitario migliore

di Cristina Battipaglia   1 dicembre 2023

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La terza edizione dell’Health&BioTech Summit si è tenuta lo scorso 23 novembre a Roma: investire sulla salute e rendere il settore farmaceutico più attrattivo

Il settore farmaceutico in Italia è quello a più alto tasso d’innovazione. Gli investimenti nel 2022 sono stati pari a 3,3 miliardi di euro, di questi 1,9 miliardi sono andati alla ricerca e allo sviluppo. Le risorse destinate agli studi clinici dalle aziende farmaceutiche hanno superato i 700 milioni di euro all’anno.  Tutto questo, in vent’anni, ha determinato una diminuzione del 40 per cento della mortalità per patologie croniche. Le terapie contro le malattie rare oggi sono circa centoventi, rispetto alle sette che avevamo nel 2007. Le vaccinazioni consentono di salvare molte vite. Ma non solo, l’innovazione in campo farmaceutico ha avuto un forte impatto anche sul sistema paese: un euro investito in sperimentazione ne genera tre in termini di benefici per il servizio sanitario nazionale. Si chiama effetto leva ed è determinato dai costi evitati per l’erogazione a titolo gratuito di terapie sperimentali e prestazioni diagnostiche alle persone nei trial. La legge di bilancio in esame prevede un incremento delle risorse destinate al Ssn, ma è anche necessario migliorare la capacità dell’Italia di attrarre investimenti attraverso un diverso modello di governance della spesa farmaceutica pubblica, una semplificazione della burocrazia e dei tempi di approvazione degli studi clinici.

 

Il Governo ha ben compreso l’importanza di rendere l’Italia più attrattiva per gli investimenti esteri e l’industria farmaceutica rappresenta un settore strategico”, ha detto Valentino Valentini, Viceministro delle Imprese e del made in Italy, durante la terza edizione dell’Health & BioTech Summit, coordinato da Deloitte Officine Innovazione con Msd Italia e Intesa Sanpaolo Rbm Salute. “Il settore, che da sempre costituisce un volano di crescita e produttività per l’Italia, è ad altissima innovazione grazie a investimenti in aumento in tutte le fasi di ricerca e sviluppo, che hanno permesso significativi miglioramenti nella sopravvivenza e nella qualità di vita dei pazienti. All’interno del settore, tutte le imprese che vi operano, a capitale italiano o estero, contribuiscono ad affermare il made in Italy nel mondo”.

 

La filiera farmaceutica e dei dispositivi medici contribuisce in modo significativo all’ecosistema delle Life Sciences, con l'Italia leader in Europa per valore della produzione di farmaci.” Spiega Marcello Gemmato, Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute. “Numerose sono le iniziative del Governo già messe in campo per sostenere il comparto: dai decreti attuativi di recepimento del regolamento europeo sulle sperimentazioni cliniche, all’istituzione del Tavolo Ministero Salute - Mimit sulla farmaceutica e il biomedicale con l’obiettivo rendere l’Italia sempre più attrattiva e competitiva in tema di ricerca produzione di medicinali. Inoltre, stiamo lavorando a un ridisegno della governance farmaceutica, mantenendo un dialogo costante con gli attori coinvolti. Bene, quindi, momenti di riflessione e confronto tra autorevoli rappresentanti delle Istituzioni, del mondo accademico scientifico, come quello rappresentato dall’Health&Biotech Summit, a testimonianza di come il tema delle Life Sciences stia entrando sempre di più nell'agenda politica economica e sanitaria del nostro Paese”.

 

Nei prossimi cinque anni, a livello globale, nel settore farmaceutico sono previsti investimenti in ricerca e sviluppo pari a 1.600 miliardi di dollari. Il contributo dell’Italia agli investimenti globali è dello 0,08 per cento.

 

 “Nel 2022, anche a causa dell’instabilità geopolitica internazionale, si è osservato un aumento del 40 per cento dei costi di produzione – ha spiegato Gianluca Gala, executive director business operations di Msd Italia. Questi fattori hanno avuto un impatto significativo sulla competitività e sostenibilità economica del settore farmaceutico che, a differenza di altri, non può trasferire gli aumenti dei costi sul prezzo finale, frutto di contrattazione con l’agenzia regolatoria. L’attuale governance della spesa farmaceutica costituisce un freno all’attrattività del Paese ed è importante rivedere il sistema del payback. Il budget della spesa farmaceutica, fissato al 15,3 per cento del Fondo Sanitario Nazionale, si è rivelato insufficiente a coprire i livelli stabiliti. In particolare, è stato registrato uno sforamento via via più significativo del tetto di spesa per gli acquisti diretti, dove si concentra la maggior parte dell’innovazione. Questo disavanzo è stato ripianato per il 50 per cento dalle aziende farmaceutiche attraverso il meccanismo del payback. E negli ultimi sei anni, questo meccanismo a carico delle aziende è stato pari a circa 7 miliardi di euro. Servono nuovi modelli di finanziamento, che permettano l’accesso da parte dei pazienti a tutta l’innovazione, con valutazioni di costo-efficacia che vadano oltre le sole voci di spesa sanitaria, e che tengano conto dei risparmi indiretti generati nel tempo”.

 

L’arrivo di nuovi farmaci e tecnologie ha cambiato il modo di fare ricerca. Adesso l’innovazione avviene grazie alla cooperazione tra aziende e settori diversi, centri di ricerca, università e strutture sanitarie. Si tratta di quella che Francesco Iervolino e Marco Perrone, partner di Deloitte Officine Innovazione, definiscono open innovation. “Le collaborazioni di ecosistema sono essenziali per rimanere al passo con i mega-trend globali dell'innovazione, tra cui l'utilizzo dell'intelligenza artificiale e la definizione di soluzioni nel rispetto della sostenibilità”.

 

L’Health&BioTech Summit prevede anche la presentazione dei progetti selezionati e avviati alla fase di accelerazione dell’Health&BioTech Accelerator. Msd Italia, Deloitte Officine Innovazione e Intesa Sanpaolo Rbm Salute uniscono le forze per supportare le realtà che si distinguono per la capacità di proporre progetti innovativi in ambito salute e life science. In questa terza edizione, il progetto ha visto i partner dell’iniziativa impegnati in un percorso di scelta delle start-up e scale-up nazionali e internazionali. La selezione ha seguito un processo basato su 3 livelli, che ha portato oltre 300 start-up da 40 Paesi nel mondo, tra le quali sono state scelte 3 start-up e scale-up: Diamante, Progetto Chi3l1 Humanitas e Capsula.