Salute
6 novembre, 2025Lunghezza delle liste d'attesa, difficoltà economiche e scomodità delle strutture sanitarie sono tra gli altri fattori che spingono quasi il 10% degli italiani a privarsi delle cure
Sempre più italiani evitano di curarsi, scoraggiati delle lunghe liste d'attesa ma anche a causa delle difficoltà economiche o per la scomodità delle strutture sanitarie. L'allarme arriva dall'Istat, che ha calcolato come nel 2024 il 9,9% delle persone abbia rinunciato alle cure. Si tratta, ha affermato il presidente dell'Istat Francesco Maria Chelli in audizione presso le Commissioni riunite Bilancio di Senato e Camera - in merito all'attività conoscitiva preliminare all'esame della legge di Bilancio - di 5,8 milioni di individui, a fronte di 4,5 milioni nell'anno precedente (7,6%). "La rinuncia a causa delle lunghe liste d'attesa costituisce la motivazione principale, indicata dal 6,8% della popolazione, e risulta anche la componente che ha fatto registrare l'aumento maggiore negli ultimi anni: era il 4,5% nel 2023 e il 2,8% nel 2019".
A rinunciare a causa dei tempi d'attesa sono soprattutto le persone comprese nella fascia d'età tra i 45 e i 64 anni (vale a dire l'8,3% della popolazione), oltre che gli over 64 (9,1%). Un fenomeno, ha spiegato il presidente dell'Istituto nazionale di statistica, che "è più diffuso tra le donne (7,7%), sia nelle età centrali (9,4% a 45-64 anni) sia in quelle avanzate (9,2% a 65 anni e più)". E poi ha aggiunto: "Lo scorso anno il problema aveva interessato il 6,9% dei residenti nel Nord, il 7,3% nel Centro e il 6,3% nel Mezzogiorno, ma "rispetto a cinque anni fa i valori risultano decisamente più elevati: nel 2019 la quota era 2,3% al Nord, 3,3% al Centro e 3,1% nel Mezzogiorno", ha riferito Chelli.
Il presidente dell'Istat ha poi illustrato alcuni dati, spiegando come nel 2024 la spesa sanitaria totale sia stata pari a 185,1 miliardi di euro. Di questi, la componente finanziata dal settore pubblico si attesta a 137,5 miliardi (vale a dire il 74,3% del totale) e la spesa sostenuta dalle famiglie a 41,3 (22,3% del totale), mentre quella sostenuta dai regimi di finanziamento volontari ammonta a 6,4 miliardi. Per la quale, ha continuato Chelli, la parte intermediata dalle assicurazioni private è pari a 4,7 miliardi di euro, la spesa sostenuta dalle imprese a 929 milioni, mentre i restanti 698 milioni provengono dalle Istituzioni senza scopo di lucro.
In termini nominali, invece, la spesa sanitaria è aumentata del 3,3% tra il 2023 e il 2024 grazie all'aumento della componente pubblica; laddove la spesa privata ha visto registrare una diminuzione del 2,5%. Nell'ultimo quinquennio (2019-2024), nel complesso c'è stata una crescita media annua del 3,8% per la spesa.
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