Salute
11 luglio, 2025Con il surriscaldamento globale e i sempre maggiori spostamenti aerei, i virus trasmessi da zanzare e zecche si stanno diffondendo più velocemente, anche in Europa. In Italia, nei primi sei mesi dell'anno, ci sono stati 68 casi di dengue e 22 di chikungunya, tutti associati a viaggi all'estero
Proprio perché la diagnosi di infezioni come dengue, chikungunya, Zika e febbre gialla "può essere difficile poiché i loro sintomi spesso si sovrappongono e assomigliano ad altre malattie febbrili", l'attenzione - e le precauzioni da prendere - deve rimanere molto alta, con il surriscaldamento globale e l'aumento degli spostamenti aerei che fanno sì che i virus trasmessi da zanzare e zecche "sono diventati una crescente minaccia per la salute pubblica, mettendo a rischio oltre 5,6 miliardi di persone".
L'allarme arriva dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che, per la prima volta, pubblica linee guida che coprono tutte e quattro le malattie destinate agli operatori sanitari. Le indicazioni dell'Oms forniscono raccomandazioni per il trattamento dei casi lievi e gravi, la somministrazione di fluidi e le terapie, con l'obiettivo di migliorare la risposta clinica in un contesto di crescente diffusione degli arbovirus, non più limitati in alcune aree del mondo, ma sempre più presenti anche in Europa e in Italia - dove, secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità (Iss), dall'inizio dell'anno al 30 giugno ci sono stati 68 casi di dengue e 22 di chikungunya, tutti associati a viaggi all'estero -.
Nei casi non gravi, le linee guida raccomandano l'uso di fluidi orali, mentre per la gestione di febbre e dolore si suggeriscono paracetamolo o metamizolo. Sconsigliato, invece, l'uso dei Fans nella fase acuta e dei corticosteroidi sistemici. Per i casi gravi viene inoltre sconsigliato l'uso di immunoglobuline e trasfusioni profilattiche di piastrine in assenza di sanguinamento.
Per la febbre gialla, si raccomanda anche l'impiego sperimentale, solo in ambito di ricerca, degli anticorpi monoclonali TY014 e del farmaco antivirale sofosbuvir. Le linee guida indicano anche le principali lacune di conoscenza e le aree prioritarie per la ricerca futura, "nell'ottica della preparazione a epidemie sempre più frequenti".
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