Ci sono un po' tutti nelle coalizioni di centrosinistra per le regionali del prossimo 31 maggio. E dopo Carlo Aveta in Campania (difensore delle leggi razziali), spunta al nord l'ex bossiano di ferro Santino Bozza. Che si vantava: «A me i gay non piacciono, sono diversi. Purtroppo esistono»

Insieme per il cambiamento e per l’Italia. Tutti quanti e nessuno escluso. Ex leghisti e ex fascisti, storicamente omofobi, candidati nel segno del renzismo. Un PD transgenico del secondo tipo attraversa l’Italia, dal Veneto alla Campania. Le coalizioni di centrosinistra alle prossime elezioni regionali presentano tra le loro fila candidati che mettono in imbarazzo il Partito Democratico che in questi giorni si appresta a discutere il ddl Cirinnà sulle Unioni Civili in Parlamento.

Si parte dal nord: in Veneto il Pd ha schierato Alessandra Moretti nella speranza di vincere sul territorio leghista, lacerato tra i lombardi di Salvini che sostengono il governatore uscente Luca Zaia e il veneto Flavio Tosi che va al voto da solo. Ma proprio tra candidati al consiglio regionale che sostengono Ladylike spunta il nome di Santino Bozza, per la lista “Uniti per il Progetto Veneto autonomo'. Bossiano di ferro ed ex consigliere regionale del Veneto della Lega Nord, Bozza è noto alle cronache per le sue uscite omofobe verso la comunità gay: "Da noi in Veneto si chiamano culattoni" aveva affermato nel 2012 ai microfoni della trasmissione radiofonica la Zanzara. "Non conosco la parola gay, io li chiamo culattoni. Gay è in inglese, io non conosco l’inglese. Qui in Veneto li chiamiamo culattoni. A me i gay non piacciono, se me li trovo vicino mi stacco di qualche metro. Sono diversi. Purtroppo esistono, sono malati, sbullonati".

La candidata Moretti, sommersa ieri dalle critiche da parte della comunità LGBT, si è così giustificata: “Bozza è candidato nella lista "Veneto Autonomo", ma le posizioni sui diritti civili sono espresse dall'intera coalizione”. Ma sul sito, a sette mesi dalla candidatura, il programma sui diritti manca. Stando a quanto dichiarato dall’eurodeputata saranno presentati lunedì i suoi impegni sul tema. Riecheggiano però parole dell’ex leghista sulle coppie omosessuali: “E se avessi avuto un figlio gay. Lo avrei curato, lo avrei portato anche a donne personalmente. Se avessi avuto una figlia donna, avrei fatto la stessa cosa, le avrei insegnato l’educazione sessuale”

Una storia molto simile in Campania, dove a marciare contro i gay è il candidato al consiglio regionale in sostegno al candidato presidente del Pd Vincenzo De Luca, si chiama Carlo Aveta che sul suo profilo facebook scrive: “Si può ancora dire in un paese "libero e democratico" che questi mi fanno schifo?" riferendosi nel 2014, durante la stagione dei Pride, a una foto dell’evento. Il curriculum del politico campano candidato con la lista Campania in rete, spicca per essere la coalizione del centro sinistra: Alleanza Nazionale e poi ne La Destra di Storace e difensore del ventennio fascista, almeno "fino al 1938" (cioè fino all'approvazione leggi razziali). Rispondendo alle recenti accuse di omofobia trasmissione. Radio Club 91, durante la trasmissione "I Radioattivi” ha precisato la sua posizione su Radio Club 91: "Se chiediamo a 10 italiani se si indignano di vedere persone nude che si baciano, probabilmente 9 su 10 la pensano come me".

Mentre De Luca minimizza la vicenda “Sciocchezze di Aveta ma una brava persona”.

Monta il malumore tra la comunità LGBT, Flavio Romani, Presidente di Arcigay trova “inammissibile l’incompetenza con cui trattano un tema come l’omofobia ed è avvilente che due personaggi che aspirano a cariche pubbliche facciano spallucce davanti a prese di posizione che lacerano il tessuto sociale e offendono cittadine e cittadini”.

Ma anche all’interno dello stesso PD l’imbarazzo è palese; Daniele Viotti, parlamentare europeo Pd,  ha dichiarato: “Matteo Renzi deve intervenire, sia come segretario del Partito Democratico, sia come Presidente del Consiglio.  Stare zitto su questo argomento vuol dire ledere la dignità di tutte le persone gay e lesbiche di questo paese, alla loro famiglie e a tutto l’elettorato laico e progressista di questo paese”.

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