Gli Stati Uniti indagano su Israele: potrebbe aver usato fosforo bianco su Gaza
Il Dipartimento di Stato americano ha avviato un'indagine sui diversi attacchi aerei israeliani nella Striscia di Gaza che hanno ucciso decine di civili, nonché sul possibile utilizzo di fosforo bianco da parte di Israele in Libano. Lo riferisce il Wall Street Journal, citando funzionari Usa e precisando che gli Stati Uniti stanno anche cercando di determinare se l'esercito israeliano abbia utilizzato in modo improprio bombe e missili statunitensi per uccidere civili.
Libano, bilancio raid Israele sale a 13 morti
È' di almeno 13 morti l'ultimo bilancio degli attacchi israeliani di ieri sul sud del Libano. Lo rende noto una fonte della Croce rossa locale, citata dai media internazionali. Almeno otto persone sono rimaste uccise in un attacco di droni sulla città di Nabatiye, mentre altre cinque sono morte in raid su Aadchit e al-Sawana. La milizia libanese Hezbollah ha dichiarato sul suo canale Telegram che tre dei suoi membri sono stati uccisi negli attacchi. Un precedente bilancio fornito dall'agenzia di stampa statale libanese Nna parlava di quattro morti a Nabatiye. Un portavoce militare israeliano ha dichiarato ieri che gli attacchi hanno colpito «una serie di obiettivi di Hezbollah nelle aree di Jabal el Braij, Houneh, Dunin, Aadchit e Souaneh». In mattinata le milizie filoiraniane avevano lanciato dal Libano diversi razzi contro due basi militari israeliane della Galilea, uccidendo una giovane soldatessa e ferendo altre otto persone.
La Russia lavora ad un'arma nucleare anti satellite
La militarizzazione dello spazio da parte della Russia: sarebbe questa, stando ai media Usa, "la seria minaccia alla sicurezza nazionale" rivelata a sorpresa dal capo della commissione intelligence della Camera Usa, il repubblicano Mike Turner. Secondo il New York Times, gli Usa hanno riferito al Congresso e ai loro alleati in Europa nuove informazioni di intelligence su capacità nucleari russe che potrebbero rappresentare una seria minaccia internazionale, anche se non urgente perché tali capacità sono ancora in fase di sviluppo e non sono quindi state dispiegate.
Secondo un attuale e un ex funzionario statunitense le nuove informazioni sono collegate ai tentativi di Mosca di sviluppare un'arma nucleare antisatellite nello spazio. In precedenza Politico aveva indicato tra le ipotesi principali il missile ipersonico 3 M22 Zirkon, che ha una gittata tra 400 e 1.000 chilometri, e può volare a una velocità fino a 9.800 km/h (Mach 8) eludendo i sistemi di difesa e colpendo obiettivi navali e di terra. Finora soltanto Mosca ha già a sua disposizione questi vettori, che negli Usa sono ancora in fase sperimentale. Entrato in servizio lo scorso anno a bordo della fregata russa Admiral Golovko, lo Zirkon è stato sviluppato in risposta al ritiro Usa dal trattato Abm sui missili balistici e sarebbe stato usato la prima volta il 7 febbraio scorso in Ucraina.
«Chiederò che il presidente Joe Biden declassifichi tutte le informazioni riguardanti questa minaccia in modo che il Congresso, l'amministrazione e tutti i nostri alleati possano discutere apertamente le azioni necessarie per rispondere a questa minaccia», ha scritto Turner su X. Per alcune ore è calato il gelo a Washington e in tutto il Paese, sprofondato in una surreale psicosi da pericolo immediato che spaziava dal terrorismo a inediti scenari di guerra. Gli interrogativi hanno fatto capolino anche al briefing della Casa Bianca, dove il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan si è detto "sorpreso" dalle anticipazioni pubbliche di Turner quando domani era già previsto un suo incontro con la 'Gang of Eight', gli otto leader del Congresso che sono informati su questioni di intelligence classificate.
Pur rifiutandosi di entrare nel dettaglio, Sullivan ha evitato allarmismi. Idem lo speaker della Camera Mike Johnson, uno della 'gang of Eight': «Le mani sono ferme sul volante. Ci stiamo lavorando e non c'è bisogno di allarmarsi». «È una questione seria ma non una crisi immediata», gli ha fatto eco - sotto anonimato - un membro della commissione intelligence della Camera. La curiosità però è rimasta e sui media sono fiorite le speculazioni. Innanzitutto sul perchè Turner, un repubblicano moderato, abbia lanciato un monito pubblico su una informazione che in commissione era nota da almeno una settimana. Qualcuno ha ipotizzato che volesse mettere in guardia sui progressi di Mosca nello spazio per convincere i più riluttanti tra i suoi compagni di partito ad approvare il pacchetto di aiuti per Kiev già passato al Senato.
Sparatoria alla parata del Super Bowl. Biden: «Fermare la violenza delle armi da fuoco»
Il presidente americano Joe Biden ha esortato nuovamente il Congresso ad agire contro la violenza delle armi da fuoco, dopo la sparatoria avvenuta durante la parata del Super Bowl a Kansas City. «Insieme a Jill prego per le persone uccise e ferite, affinché il nostro Paese trovi la determinazione per porre fine a questa insensata epidemia di violenza delle armi che ci sta dilaniando», ha affermato Biden in un comunicato stampa diffuso dalla Casa Bianca. «Gli eventi di oggi dovrebbero toccarci, scioccarci e spingerci ad agire», ha aggiunto il presidente Usa invitando gli americani a «far sentire la propria voce al Congresso in modo da poter finalmente agire per vietare le armi d'assalto, limitare i caricatori ad alta capacità, rafforzare i controlli sui precedenti penali e tenere le armi fuori dalle mani di coloro che non hanno alcun diritto di possederle o maneggiarle».
Per la tragedia di Rigopiano condannato l'ex prefetto
Cambia la sentenza per la tragedia del 18 gennaio 2017 a Rigopiano, quando una valanga travolse il resort e uccise 29 persone: la Corte d'Appello dell'Aquila ha in parte riformato il verdetto di primo grado condannando l'ex prefetto di Pescara Francesco Provolo e il suo capo di gabinetto Leonardo Bianco - assolti un anno fa e oggi accusati di falso e omissione con una pena rispettivamente di un anno e 8 mesi e di un anno e 4 mesi - e il tecnico del comune di Farindola Luigi Colangeli, nei confronti del quale i giudici hanno disposto una pena di 2 anni e 8 mesi. Confermate, invece, 22 assoluzioni e le 5 condanne inflitte in primo grado. "Non è stata resa giustizia" è il commento amaro dei familiari delle vittime. Provolo è stato però assolto, come era già avvenuto in primo grado, dai reati più gravi, ossia omicidio plurimo, disastro e lesioni. Così come entrambi sono stati assolti nella presunta vicenda del depistaggio.
Salgono dunque a otto le condanne totali e quella forse più importante riguarda il tecnico Colangeli, che era stato invece assolto in primo grado. Colangeli, per il quale la procura pescarese aveva chiesto 11 anni e 4 mesi, era implicato come colui che si occupava dei permessi edilizi di ampliamento del resort, in un luogo evidentemente non idoneo a realizzare un hotel visto che si trovava in un punto storicamente interessato da valanghe: la sentenza ha condannato lui e gli altri - meno i dirigenti della prefettura - anche a oltre 1,5 milioni di provvisionali per i familiari. I 2 anni e 8 mesi inflitti dalla Corte sono la stessa pena che in primo grado era stata comminata al sindaco Ilario Lacchetta e confermata oggi. Confermate anche le condanne a 3 anni e 4 mesi per i dirigenti della provincia di Pescara Paolo D'Incecco e Mauro di Blasio.
La Corte d'Appello quindi ha individuato gli amministratori locali che hanno dato i permessi di costruzione dell'albergo e il sindaco che doveva impedire l'ascesa dei turisti - e anzi doveva sgomberare il lussuoso resort - come i principali responsabili delle 29 morti, assieme ai dirigenti della provincia addetti alla viabilità e alla gestione dei mezzi di soccorso. Ha determinato insomma che la tragedia è principalmente una fatto legato alla gestione del territorio in quel drammatico frangente, escludendo quindi ogni responsabilità sulla mancata realizzazione da parte della Regione della Carta Valanghe o la scossa di terremoto che ci fu quella mattina. Ne sono così usciti l'ex presidente della Provincia Antonio Di Marco, per non aver commesso nessuno degli addebiti, e tutti i dirigenti regionali. I due funzionari della Prefettura sono stati poi puniti per aver mentito o ritardato alcune funzioni.
La sentenza ha lasciato l'amaro in bocca ai familiari delle vittime. «Tutte le allerte valanga sono state ignorate. Con questa sentenza muore la prevenzione in Italia. Che la facciamo a fare?», ha detto Egidio Bonifazi, padre di Emanuele, 31enne addetto alla reception dell'hotel Rigopiano. «Ho provato molta confusione. Non hanno reso giustizia. Sono molto amareggiato perché non sono stati puniti i maggiori responsabili». «Ci aspettavamo di più, sicuramente la condanna della Regione e della Provincia», ha detto invece papà Feniello, al quale prima dissero che il figlio era tra i sopravvissuti e poi furono costretti ad ammettere l'errore. «C'erano fatti che gridavano vendetta - ha aggiunto l'avvocato Giovanni Ranalli, che ha assistito i familiari di Alessandro Riccetti - come il non avere agito, nonostante le segnalazioni giunte tre giorni prima, ed anzi avere finto di avere fatto il proprio dovere, cercando poi di nascondere le proprie responsabilità».
Più moderati i commenti degli avvocati. «Massimo rispetto a questa disgrazia. La sentenza si rispetta come quella di primo grado. È stata confermata l'assoluzione su depistaggio e omicidio plurimo. Mentre è arrivata la condanna per omissione di atti d'ufficio e falso. Per questi reati non c'è costituzione di parte civile. Sapevamo bene che questo processo sarebbe finito in Cassazione», ha affermato l'avvocato Sergio Della Rocca, legale difensore di Provolo. Alle condanne si sommano i risarcimenti danni e legali per i parenti e i futuri processi in separato giudizio civile.
Bomba contro il parroco di Caivano Patriciello perché si opponeva ai clan
Agguati, stese, raid e addirittura una bomba contro don Maurizio Patriciello, il parroco anticamorra del Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli. È stato ricostruito anche questo episodio nel corso delle indagini dei carabinieri delle compagnie di Giugliano in Campania e Caivano, coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, sul nuovo clan che faceva capo a Francesco Pezzella, boss emergente che stava contrastando il "sistema Caivano".
Sono 13 le persone finite in manette (di cui 11 sottoposte alla custodia in carcere, 2 al divieto di dimora in Campania) perché accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsioni e tentate estorsioni, detenzione e porto di armi, detenzione a fine di spaccio di droga, delitti aggravati dal metodo mafioso. Il gruppo criminale si muoveva sui territori di Frattamaggiore, Frattaminore e Caivano, con l'obiettivo di prendere il possesso delle piazze di spaccio di droga. Tra i raid intimidatori, anche un inquietante manifesto funebre contro il comandante della polizia municipale Biagio Chiariello e, soprattutto, la bomba contro il sacerdote don Maurizio Patriciello nella notte tra il 12 e il 13 marzo 2022.