Secondo una commissione parlamentare di controllo, il rilascio di liquido radioattivo potrebbe produrre effetti "fino al 2050" se non si accelerano gli interventi di dismissione e di bonifica

Regno Unito, lo smantellamento dell'ex centrale nucleare di Sellafield va a rilento: è allarme fughe radioattive

Lo smantellamento dell'ex centrale nucleare di Sellafield prosegue troppo lentamente rispetto ai rischi d'inquinamento che le sue scorie continuano a generare. La notizia sull'ex centrale britannica, attiva nel Nord dell'Inghilterra per la produzione d'energia fra il 1956 e il 2003, è stata lanciata da una commissione parlamentare di controllo a Westminster, che in un nuovo rapporto informa su come le fughe di liquido radioattivo registrate nell'area minaccino di proseguire a produrre effetti "fino al 2050" se non saranno accelerati gli interventi di dismissione e di bonifica.

 

Le "negligenze e gli scarti sulle previsioni dei costi" di cui il rapporto riferisce porterebbero a esprimere "preoccupazioni per la sicurezza" ambientale della zona. I depositi contenenti le scorie di Sellafield hanno lasciato filtrare - a partire dal 2018 - un quantitativo di sostanza liquida contaminata in grado di "riempire una piscina ogni 3 anni"

 

Ricercatori ed ecologisti descrivono l'ex centrale - che quando era in funzione era alimentata da reattori di vecchia generazione Magnox - come l'odierno sito "più pericoloso del Regno Unito". L'autorità britannica incaricata della dismissione dei vecchi impianti nucleari (Nda) ha, da parte sua, ammesso come le fuoriuscite di liquido di Sellafield rappresentino "un grosso problema ambientale, da affrontare con la più alta priorità", sostenendo, però, che "le particelle radioattive sono sprofondate nel suolo e non comportano allo stato rischi per la popolazione" locale. 

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