Televisione
23 ottobre, 2025Omofobia. Diritti mancati. Conquiste raggiunte. Un documentario in tre puntate su Sky Tg24 racconta la storia e le battaglie della comunità Lgbt. Voci note e comuni tra passato e presente
«Quel giorno ognuno di noi si riconciliò con sé stesso. Non avremmo più permesso a nessuno, neppure se mascherato da Dio, di sputarci addosso». Quel giorno, di cui parla Nichi Vendola, è l’8 luglio del 2000, quando Roma si fece santa e dannata, accogliendo nelle sue strade i pellegrini del Giubileo e il primo World Pride della storia.
Così comincia il viaggio del documentario “Orgoglio e pregiudizio”, in onda il 24, 25 e 26 ottobre su SkyTG24 e disponibile su Now, un’occasione in tre puntate per ripercorrere con una lente d’ingrandimento necessaria, la storia del Movimento Lgbt in un Paese che del movimento ha sempre avuto timore. Anche a costo di rinunciare al potere insuperabile della logica, secondo cui più diritti per tutti non sottraggono diritti a nessuno.
Andrea Frassoni e Marco Falorni raccolgono, cercano, studiano per mettere insieme una valigia di memoria che guarda al futuro e in questo diario di esperienze, a cui partecipano in tanti, il cammino verso l’affermazione mostra tutte le sue salite impervie.
«Le tematiche Lgbt sono spesso oggetto di polemiche e pregiudizi inutili – spiega Frassoni – e il modo migliore per superare questi limiti è quello di conoscere più da vicino le persone che queste battaglie civili le hanno portate avanti con orgoglio e determinazione».
Per questo si parte da lontano, dall’alba degli anni ’70, per arrivare ai nostri giorni, con un racconto intimo e pubblico al tempo stesso che raccoglie voci, ricordi, sentimenti. La bellezza del coraggio, le lotte, gli applausi infami del giorno in cui viene affossato il ddl Zan contro l’omofobia, la riscossa delle unioni civili, le delusioni per le tappe negate, il coming out, la violenza, di ieri e di oggi. Il tutto condito da immagini a tratti inedite ma conosciute per quello che rappresentano all’interno di una comunità che guarda alla conquista di una voce chiamata libertà di essere.
«Sappiamo di stare dalla parte giusta della storia. Quella che chiede uguaglianza, uguali diritti, uguale cittadinanza» dice Vladimir Luxuria, e con lei ci sono giornalisti e politici, donne e uomini che agli scontri e agli incontri hanno preso parte e ne hanno dato testimonianza. Serena Bortone e Monica Cirinnà, Cathy La Torre, don Vitaliano Della Sala, Francesca Pascale, Alessandro Cecchi Paone, Francesco Rutelli, Simone Alliva e Francesco Cicconetti. E poi donne e uomini trans, ragazze e ragazzi testimoni di un’evoluzione ancora in cammino, voci di oggi che si fondono con quelle di ieri per un resoconto che diventa coro.
Le prime proteste contro l’omofobia sono tinte d’allegria, nudità, danze, fango, abbracci. E il sesso entra nel sentire comune, la rivelazione secondo la quale ci si poteva divertire a prescindere dall’orientamento, e sì, si poteva essere felici.
Poi all’improvviso il buio: si apre la piaga dell’Aids. A questo punto tra le immagini di repertorio scorrono le copertine de L’Espresso, unico e raro giornale che per spezzare lo stigma usa il racconto. “Il contagio si estende oltre gli omosessuali” titola il settimanale, ed è “Allarme per tutti” e poi quella testimonianza, straziante, lucida e giusta, di Giovanni Forti, che prima di morire racconta la sua malattia come fosse un diario.
Nel ’94 Roma accoglie il primo Pride e l’onda comincia a montare, esce da un terreno arido e trova il suo campo di battaglia. «Non avevamo nulla, non c’era la musica, non c’erano i carri, ma avevamo un megafono». E la voce esce fuori dal ghetto, come un fiume di libertà. Perché alla fine la richiesta era talmente semplice da sembrare gigantesca. Più diritti per noi equivale a chiedere più diritti per tutti, in nome di una parola ancor più semplice, ovvero democrazia. Così scendono in campo i corpi, le persone che quei corpi hanno smesso di nascondere, per esibirli, con l’orgoglio di essere «normalmente diversi, diversamente uguali».
Falorni e Frassoni viaggiano grazie al repertorio e ai commenti puntuali, in una cronologia mossa e gentilmente spettinata, avanti e indietro, come un gomitolo che si snoda lento in cerca di un capo di buonsenso per un’umanità pronta a perdersi.
Piazza San Pietro perde le sue luci naturali e si fa buia quando echeggiano le parole implacabili dal tono affranto di papa Wojtyla, che giudica deviati i comportamenti omosessuali, incompatibili le convivenze tra famiglie gay e etero, poco conformi al piano di Dio. E scorrono documenti perduti, gli striscioni omofobi di Verona, le vittime, la difesa delle coppie tradizionali, costi quel che costi, gli scontri sulle idee e su quell’umanità tenuta nascosta.
Nasce e brucia la stagione degli attacchi frontali che vengono allo scoperto, tragedie e violenze di cui all’improvviso si occupano i giornali, lasciando per una volta da parte quel linguaggio oscuro e malandrino, fatto di iperboli misteriose e torbide sul “mondo gay” per mascherare qualunque ignominia. L’omofobia diventa una parola usata, che ricorre nella cronaca e negli abiti listati a lutto di chi sfila per piangerne le vittime, mentre la Chiesa si arroga il potere di negare quegli uomini e quelle donne che della violenza sono vittime silenti.
Così il cammino continua e fa convogliare il peccato e i peccatori nello stesso simbolico anno, quel 2000, inizio di una nuova èra che accoglie per le strade carri e pellegrini, in cerca di un ponte che ne certifichi, almeno lì, un’unione di fatto.
A oggi l’omosessualità è perseguita in 63 Paesi e in otto è punita con la pena di morte. Solo in Italia, nel 2024, sono stati registrati 149 casi di violenze e discriminazioni su persone Lgbt. E le parole con cui Franco Grillini chiude questo lungo e puntuale lavoro che arriva fino a quel milione di donne e uomini che hanno sfilato uniti nel Pride a Roma di pochi mesi fa, prendono un sapore collettivo: «In un mondo così disgraziato fatto di guerre folli e criminali al potere, l’attivismo non è un’opzione: è una necessità.». Per tutti.
La docuserie "Orgoglio e pregiudizio" è in onda il 24, 25 e 26 ottobre alle 21.00 su Sky TG24, in streaming su NOW e sempre disponibile on demand. Prodotta da Libero Produzioni in collaborazione con Sky TG24, con la cura editoriale di Tonia Cartolano, la serie è scritta da Andrea Frassoni e Marco Falorni, che ne firma anche la regia.
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