Che spettacolo il cielo di questo 2015. Il passaggio della cometa Lovejoy a gennaio, l’eclissi di Sole a primavera, la spettacolare congiunzione tra Venere e Giove; poi AstroSamantha, Plutone, Rosetta... E non è finita qui. Il prossimo grande evento astronomico che ci costringerà tutti col naso in su è previsto per il 28 settembre: protagonista la Luna. Anzi, la Superluna.
Il nostro satellite, oltre a trovarsi alla minima distanza dalla Terra, sarà interessato da un’eclissi totale, che sarà del tutto evidente anche agli occhi meno esperti: vedremo la Luna assumere una colorazione particolare e confondersi con il cielo. Perché si troverà allineata con il Sole e la Terra che, trovandosi in mezzo agli altri due corpi celesti, impedisce ai raggi solari di raggiungere il nostro satellite.
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È già accaduto altre tre volte negli ultimi due anni, ma l’hanno vista altrove; quella del 28 settembre, la quarta della serie, è l’unica che potremo osservare anche dall’Italia - quando vedremo l’ombra della Terra coprire la Luna, poco dopo le tre del mattino e complessivamente per tre ore e 20 minuti; mentre il periodo di tempo in cui la Luna sarà completamente oscurata dalla Terra sarà poco più di un’ora.
Beh, ma quante ne abbiamo viste di eclissi di Luna, si potrebbe obiettare. No, come questa ben poche. Il 28 settembre, infatti, il satellite oltre a essere completamente oscurato dall’ombra della Terra, si troverà anche nel punto più vicino al nostro pianeta e ci sembrerà grande come non mai.
[[ge:rep-locali:espresso:285163916]]Gli astronomi ci spiegano, infatti, che la Luna non si trova alla stessa distanza dalla Terra durante tutto l’arco dell’anno perché si muove seguendo un percorso non perfettamente circolare, ma ellittico. Lungo questa orbita gli scienziati individuano il punto di maggior lontananza, l’apogeo, e quello in cui il satellite si trova il più vicino possibile, il perigeo. Ci sono circa 41.330 chilometri di differenza, che potrebbero tradursi in un aumento apparente della sua grandezza e, di conseguenza, in una maggiore luminosità. La brutta notizia, però, è che basterà un po’ di foschia per nasconderne la maggiore luminosità e che a occhio nudo sarà quasi impossibile ammirare la Superluna. Termine che, comunque, piace ben poco agli scienziati: a definirla così è stato nel 1979 Richard Nolle, un astrologo americano che su Twitter si autodefinisce “Supermoon creator”.
Resta però il fatto che il 28 settembre la Luna sarà del 30 per cento circa più luminosa, mentre la sua grandezza potrà variare di qualche punto percentuale (circa il 15 per cento), rispetto a quando si trova alla massima distanza dalla Terra. E questo comunque alimenta le nostre fantasie. Gli esperti hanno un bel ribadire che a coglierne l’impatto saranno soprattutto loro, che oltre agli strumenti hanno anche una maggiore familiarità con il cielo. «La Luna andrebbe vista tutti i giorni per apprezzare la differenza. Inoltre, per fare davvero un confronto si dovrebbe osservare solo quando è piena», spiega Leopoldo Benacchio dell’Osservatorio Astronomico di Padova. Il rischio, per chi semplicemente alzerà gli occhi al cielo il 28 settembre, è quello di aspettarsi una vera Superluna, un satellite molto grande e vicino all’orizzonte, proprio come quello delle foto in cui una Luna di dimensioni considerevoli fa da sfondo a monumenti famosi. Non sarà così. E molto probabilmente il fenomeno non sarà portatore di messaggi di sventura.Tanto per dirne una: il terremoto che ha devastato Fukushima (Giappone), nel marzo 2011, tuonò proprio nel periodo in cui nel cielo brillava una Superluna. E a qualcuno è venuto pure in mente che un fenomeno astronomico così “squilibrante” potesse influenzare in qualche modo la vita del pianeta. Ma, tecnicamente, nessuno ha mai dimostrato che l’avvicinamento della Luna alla Terra possa avere conseguenze anche solo lontanamente paragonabili a eventi come quello di Fukushima o ad altre catastrofi.
A mettere insieme le due cose è stata, per secoli, la nostra immaginazione.Colpita dal cielo che cambia all’improvviso per un tempo anche lungo, di gran lunga più lungo della manciata di minuti che abbiamo avuto a disposizione lo scorso marzo per osservare l’eclissi di Sole. E cambia colore, perché, visto dalla Terra, il nostro satellite vira al rossastro. Non per un effetto malefico, ma perché l’atmosfera terrestre, anche se ha uno spessore molto sottile, riesce a catturare qualche raggio del Sole e a diffonderlo fino alla Luna.
Gli astronomi si affannano a spiegare la realtà dei fenomeni celesti, ma nell’immaginario collettivo resta la “Luna di Sangue”, come la tradizione popolare ha battezzato il fenomeno. «Da sempre le eclissi sono considerate portatrici di disgrazie», nota Benacchio: «Si racconta che Cristoforo Colombo si servì proprio di una eclissi di Luna per spaventare gli indigeni dell’isola caraibica su cui era sbarcato, e prenderne il controllo». L’ammiraglio genovese, infatti, abbandonò una trattativa notturna con un capo villaggio giamaicano asserendo che un dio era arrabbiato con loro e avrebbe oscurato la Luna. Colombo sapeva che quella sera si sarebbe verificata un’eclissi; così, quando il cielo diventò completamente nero, gli indiani si spaventarono a morte e gli chiesero di intercedere presso il dio dandogli in cambio tutto ciò che voleva. Colombo si ritirò nella sua tenda e poco prima del termine dell’eclissi uscì dicendo agli isolani che erano stati perdonati. Inutile dire che riuscì a ottenere tutto il cibo che chiedeva dagli ormai terrorizzati americani.
Peraltro Colombo sapeva bene che la Luna, con i suoi cicli e le eclissi, è, nelle credenze popolari, capace di influenzare pressocché tutto: dai cicli riproduttivi degli esseri viventi all’agricoltura, ai movimenti del mare. Anche se, come precisa Benacchio, «nessuno studio scientifico ci dimostra cosa realmente accade. Persino per quanto riguarda l’influenza della Luna sulle maree ancora non siamo riusciti a mettere a punto un modello veramente completo e preciso. Quel che è certo è che il cielo è un calendario perfetto: è per questo che le culture contadine hanno sempre utilizzato anche la Luna come riferimento».
La prossima volta che assisteremo alla concomitanza di un’eclissi totale con la Luna nel perigeo sarà il 21 gennaio 2019. Quindi, niente paura: occhi all’insù e godiamoci un momento spettacolare per ammirare il cielo e, per i più esperti, scattare fotografie.