Visioni
9 dicembre, 2025Il fotografo ha raccontato la vita quotidiana con uno sguardo unico, fatto di ironia e attenzione ai dettagli. Le sue immagini restano una testimonianza del mondo che ci circonda
È morto a 73 anni Martin Parr, uno dei tra i più grandi fotografi del nostro tempo. Capace di trasformare attraverso il suo sguardo la normalità della vita quotidiana in immagini irresistibilmente ironiche e allo stesso tempo critiche. Con la sua scomparsa. Parr fotografava il mondo così com’era, con un lampo di humour britannico e una precisione quasi scientifica. Fin dagli anni Ottanta, con “The Last Resort”, aveva rivoluzionato la fotografia documentaria. Metteva al centro il banale, rivelandone la forza narrativa. Bambini con gelati colanti, turisti accalcati sulle spiagge: soggetti apparentemente minori che nelle sue immagini diventavano simboli di un’epoca in trasformazione. Il colore saturo, il flash diretto, le inquadrature spiazzanti erano strumenti per mostrare senza filtri la commedia, e a volte la tristezza, del quotidiano. Era un instancabile collezionista compulsivo di libri, un promotore instancabile dell’editoria fotografica, convinto che il libro fosse il luogo naturale per far vivere un progetto. Acquisiva volumi rari, raccoglieva autoproduzioni, sosteneva editori piccoli e indipendenti e grandi case editrici. La Martin Parr Foundation nasce proprio da questa devozione: custodire archivi, creare dialoghi, dare spazio a chi racconta il mondo attraverso le immagini. La sua ironia, spesso scambiata per cinismo, era in realtà un modo per avvicinarsi alle persone. Parr sapeva che il quotidiano è un teatro fragile, che ci muoviamo tra contraddizioni e piccoli imbarazzi. Lui li evidenziava, ma non per ridicolizzare: per ricordarci che siamo tutti parte della stessa commedia. E forse è per questo che le sue fotografie continuano a parlare con tanta chiarezza: perché mostrano il mondo senza filtri, con una sincerità che oggi appare quasi disarmante. Con la sua morte se ne va un interprete unico del presente, capace di osservare il nostro tempo con leggerezza e profondità insieme. Ma resta il suo metodo: guardare con attenzione ciò che gli altri ignorano, trasformare un gesto qualunque in una storia, lasciare che l’ironia illumini ciò che spesso preferiamo non vedere. Le sue immagini, e i suoi libri, continueranno a farlo al posto suo.


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