Era il 1980 quando Peppe Valarioti veniva ucciso dalla ‘ndrangheta. Mentre al di là dello Stretto di Messina, in Sicilia, Cosa nostra già da tempo aveva abbracciato una logica stragista. Valarioti si batteva per i diritti dei braccianti a Rosarno, dove era dirigente del Partito comunista italiano. In quell’angolo di Calabria, 15 anni fa, centinaia di migranti schiavizzati nei campi provarono ad alzare la testa contro i caporali e contro la prepotenza mafiosa. L’inizio di una nuova pagina? No: a distanza di anni, per i braccianti agricoli non è tutto diverso. La vignetta di Mauro Biani per L'Espresso.

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