
ll sospetto è che almeno ?una parte di questo denaro sia stato impiegato per acquistare azioni della stessa Popolare di Vicenza. In sostanza la banca, a corto di compratori per i propri titoli, avrebbe parcheggiato pacchetti azionari importanti presso quei fondi lussemburghesi. ?I quali ovviamente non ?si muovevano a proprie spese. I soldi arrivavano sempre da Vicenza.
Quella lista segreta. Dai documenti che “l’Espresso” ha potuto visionare emerge inoltre ?che i fondi Optimum ?hanno investito anche in obbligazioni e azioni di alcune aziende italiane. La lista comprende Maiora group e Fimco, che fanno capo alla famiglia di costruttori pugliesi Fusillo. Optimum ha finanziato anche la società Partecipazioni investimenti real estate ?e la Italfinance, entrambe controllate dai Degennaro, pure loro pugliesi e costruttori come i Fusillo.
?A Roma invece i fondi hanno girato decine di milioni ?di euro a sigle legate alla galassia di Alfio Marchini, imprenditore da alcuni anni molto attivo anche in politica con una propria lista. Dai documenti ufficiali emergono i nomi di Methorios e di Imvest, due società di cui Marchini è stato ed è ancora azionista rilevante. I titoli sono stati materialmente sottoscritti da alcuni veicoli societari creati a Malta ?con il marchio “Futura fund”. Questi ultimi, a loro volta, sono gestiti dalla Optimum ?di Lussemburgo.
Che cos’hanno in comune Fusillo, Degennaro e Marchini, oltre ai rapporti con i fondi offshore di Optimum? A ben guardare, si scopre che tutti hanno legami d’affari con la Popolare di Vicenza. ?In passato hanno ricevuto prestiti dalla banca guidata da Zonin e hanno anche investito in azioni dell’istituto. Insomma, passando da Optimum, ?e dal Lussemburgo, si torna ancora nella città del Palladio.
In base ai primi accertamenti, la quasi totalità del denaro ricevuto dal fondo viene dalle casse dell’istituto di credito vicentino. I fondi targati Optimum avrebbero quindi funzionato come una sorta di schermo utile a mascherare ulteriori finanziamenti ?da parte della Popolare. Adesso però il nuovo amministratore delegato della banca Francesco Iorio pare deciso a tagliare i ponti con i fondi offshore. Intanto l’investimento è già stato svalutato: 100 milioni di perdite su 350 milioni investiti.