Resistenti

Le ragioni ignorate nella protesta a difesa del parco di Bologna

di Diletta Bellotti   15 aprile 2024

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La violenza al Don Bosco di Bologna arriva al culmine di una lotta iniziata ad agosto 2023

«Cosa può significare essere umani in quest'epoca in cui all'umano corrisponde un qualcosa che si è sedimentato nella geologia del Pianeta?». Questa è una delle domande iniziali che si pone Stacy Alaimo in “Allo Scoperto” (Mimesis, 2024). Il riferimento è alla cosiddetta antropocene, un’era geologica di creazione umana, e non importa, in questo contesto, saper definire se l’abbiamo creata per davvero o solo come simbolo. Non ha neanche senso esplorare le varie declinazioni, tra cui “Capitolocene” e “Chthulucene”. Per oggi ci interessa capire se forse l’abbiamo ideata per sperare di controllare il racconto del passato, l’immagine del presente e il dispiegarsi del futuro.

Siamo infatti l’inizio di un’era geologica, i protagonisti e anche la fine. Alaimo scrive però che «l'Antropocene non è il momento in cui si possono sistemare le cose» ma dice, allo stesso tempo, della possibilità di «dimorare nel dissolvimento». C’è un video che gira online di un albero che viene tagliato nel Parco Don Bosco di Bologna. Nel cadere quasi schiacciava un ragazzo che era lì per manifestare contro l’abbattimento. Nazim Hikmet nel 1961 a Lipsia scriveva che era «lacerato dentro» nel vedere le foglie degli ippocastani cadere, chissà cosa avrebbe provato nel vedere una scena così. Sulla questione però sappiamo come si sente il sindaco di Bologna Matteo Lepore: «Gli ambientalisti rompano con i violenti». Frase confusa e qui decontestualizzata che cerco di tradurre: «Non alleatevi con chi può portare nuove tattiche di resistenza» ma suggerisce: «Fatevi menare, non difendete voi stessi, le vostre comunità e la natura. Rompetevi, frammentatevi». Il sindaco dichiara anche che per lui va bene «sdraiarsi, gridare, legarsi ad un albero», propone insomma la forma di una protesta finora ignorata dalla stessa amministrazione. Certo, era anche ambizioso aspettarsi diversamente dal momento che, in un post social del 2022, scriveva di «isolare i violenti», che Bologna era «vittima di un gesto di violenza inaccettabile» e parlava della vernice su un palazzo. Non c’è dato sapere se le dichiarazioni del sindaco abbiano avuto un effetto diretto sullo spropositato e ingiustificato uso della violenza delle forze dell’ordine sui manifestanti. Anche se vogliamo slegare gli avvenimenti questi rimangono egualmente gravi: un sindaco non ha il ruolo di consigliare chi “isolare”, quello di solito lo fanno i virologi o i bulli. Ugualmente, le forze dell’ordine non hanno il compito di utilizzare manganelli, teaser e spray al peperoncino come intimidazione.

Dopo l’attenzione nazionale sull’attacco, l’arresto (e poi il rilascio) di uno studente, il sindaco ha affermato che farà il primo passo verso il comitato. Come ha scritto Paolo Biondani a marzo su L’Espresso, la lotta per la salvaguardia del Parco Don Bosco non è iniziata con i presenti atti di «violenza», ma ad agosto del 2023 con diverse strategie di lotta e delegazioni del comitato Besta che, per 41 volte, si sono recate alla segretaria del sindaco. Al momento solo sei alberi sono stati abbattuti, qualcunə con una bomboletta ha disegnato, sopra al tronco tagliato, una faccina rossa triste. Si provano cose diverse nel vedere la natura che decade, dipende un po’ dalla nostra sensibilità, Nel dimorare questo dissolvimento non basta commuoversi per le foglie che cadono, bisogna arrampicarsi sugli alberi.