Cultura
9 novembre, 2007

Apocalypse Now

L'orrore della guerra del Vietnam e la follia di un pazzo visionario. Due anni di lavoro nella giungla, con un grandissimo Marlon Brando

Francis Ford Coppola conosceva bene l'impegno con cui Marlon Brando affrontava il suo lavoro. Eleonor, la moglie del regista, no . Ai tempi dell'avventurosa lavorazione di "Apocalypse Now" (1979), Eleanor aveva seguito il marito nelle Filippine. Si era portata dietro i bambini piccoli. Allora Sofia (la futura regista) aveva quattro anni e lì perse il primo dentino. Eleonor per due anni condivise impegno, fatica e stress con Coppola. Da questa esperienza ha scritto in un libro molto bello "Diario dell'Apocalisse"(ed. Minimum fax) e ha fatto anche un premiatissimo documentario. Non era facile stare vicino a Marlon Brando, scrive Eleonor. Nel film l'attore è Walter Kurtz, il pazzo colonnello dei Berretti Verdi che ha disertato la guerra in Vietnam e con un piccolo esercito di disertori combatte una guerra tutta sua asserragliato in un tempio cambogiano. Dopo "Il Padrino" e "Ultimo tango a Parigi", il grande attore ci lascia, anche questa volta, esterrefatti di fronte a tanta bravura. Lui non fa, è Kurtz. Il resto dei protagonisti è eccellente: Martin Sheen, un disilluso e stanco capitano Willard che racconta la storia, Robert Duvall, Dennis Hopper. Coppola più di una volta aveva pensato di abbandonare tutto, tante erano le difficoltà.
Invece "Apocalypse Now" è diventato un film grandioso, un capolavoro premiato con due Oscar (a Vittorio Storaro per la fotografia, a Mickey Hart per il sonoro). Un film sull'insensatezza e sulla follia della guerra, voluto da una regista straordinario e dominato dall'attore più grande del secolo.

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