Francis Ford Coppola conosceva bene l'impegno con cui Marlon Brando affrontava il suo lavoro. Eleonor, la moglie del regista, no . Ai tempi dell'avventurosa lavorazione di "Apocalypse Now" (1979), Eleanor aveva seguito il marito nelle Filippine. Si era portata dietro i bambini piccoli. Allora Sofia (la futura regista) aveva quattro anni e lì perse il primo dentino. Eleonor per due anni condivise impegno, fatica e stress con Coppola. Da questa esperienza ha scritto in un libro molto bello "Diario dell'Apocalisse"(ed. Minimum fax) e ha fatto anche un premiatissimo documentario. Non era facile stare vicino a Marlon Brando, scrive Eleonor. Nel film l'attore è Walter Kurtz, il pazzo colonnello dei Berretti Verdi che ha disertato la guerra in Vietnam e con un piccolo esercito di disertori combatte una guerra tutta sua asserragliato in un tempio cambogiano. Dopo "Il Padrino" e "Ultimo tango a Parigi", il grande attore ci lascia, anche questa volta, esterrefatti di fronte a tanta bravura. Lui non fa, è Kurtz. Il resto dei protagonisti è eccellente: Martin Sheen, un disilluso e stanco capitano Willard che racconta la storia, Robert Duvall, Dennis Hopper. Coppola più di una volta aveva pensato di abbandonare tutto, tante erano le difficoltà.
Invece "Apocalypse Now" è diventato un film grandioso, un capolavoro premiato con due Oscar (a Vittorio Storaro per la fotografia, a Mickey Hart per il sonoro). Un film sull'insensatezza e sulla follia della guerra, voluto da una regista straordinario e dominato dall'attore più grande del secolo.