C’è una linea immaginaria che unisce visione, rischio e azione. E forse è quella che ha permesso a una piccola azienda, che produceva schede e chip grafici, di trasformarsi nel protagonista indiscusso dell’intelligenza artificiale

La rivoluzione in un chip: l’incontro con Jonathan Cohen, vicepresidente di Nvidia

L’occasione è quella di un incontro "per addetti al settore", e il settore è molto di nicchia. Eppure la sala del PI Campus è piena per ascoltare la visione di Jonathan Cohen, vice presidente di Nvidia, che racconta un modello di business che è metafora di crescita globale. Nvidia ha già questo nome che, per noi italiani, è abbastanza evocativo. E ha una storia che è stata scritta su un sogno: trasformare dei semplici chip per la grafica 3D in strumenti di fruizione dei videogiochi anche sui Pc. E che oggi governa il mondo dell’Ia.


Pensiero laterale

Nelle parole di Jonathan Cohen si ritrova il senso del ‘lateral thinking’ che ha permesso di valorizzare un bisogno latente, generando un nuovo mercato. E noi portiamo a casa una lezione fondamentale: per crescere in maniera coerente rispetto a un futuro incerto è necessario intercettare i segnali che anticipano quel futuro. E così, racconta Cohen, l’intuizione premiante della sua azienda fu quella di creare un programma di donazione trimestrale di schede di Graphics Processing Unit (Gpu) alle università, che permise a Nvidia di capire — con intelligenza di mercato a bassissimo costo — dove stesse andando la ricerca. E la direzione indicata fu quella del ‘deep learning’: le schede di elaborazione grafica donate alle università venivano utilizzate per generare reti neurali in visione artificiale. Ecco lo spartiacque: Nvidia vide la possibilità di superare la ‘barriera’ del gaming, diventando una “deep learning company”.

È colpa di Trump 

Le fabbriche di intelligenza - infrastrutture per l’Ia complete, che forniscono chip, software, reti, raffreddamento e capacità di gestione su scala globale – sono oggi alla base del progetto industriale dell’impresa di Santa Clara, ma hanno subìto il colpo dei dazi trumpiani e della tensione commerciale tra Cina e Stati Uniti con conseguenze anche sull’azienda che ha fornito la capacità di calcolo essenziale ai chatbot evoluti – ChatGpt in testa – grazie alle sue Gpu. Nel corso del recente Computex di Taipei, il prresidente e Ceo di Nvidia Jensen Huang aveva svelato l’impatto economico dei dazi e del conseguente blocco all’export verso la Cina: “Abbiamo perso circa 15 miliardi di dollari di potenziali vendite”. 

Quantum computing 

Se l’azienda è alla ricerca di nuovi mercati, per ora non lo dà a vedere. Rispetto al quantum computing, ad esempio, Nvidia sarebbe pronta a integrarlo nella sua infrastruttura senza doversi convertire in produttore di computer quantistici, ma mantenendo la leadership nel fornire la capacità di calcolo che resta il suo core business. 

Il valore delle fondamenta

E qual è il segreto per diventare vice presidente di un colosso simile? Jonathan Cohen dice che, onestamente, non lo sa. Lui ha studiato matematica ma confessa di non aver mai avuto idea di dove questo davvero lo avrebbe portato, né che "sarebbe finito" a sviluppare micro-chip per diventare il capitano in seconda dell’azienda che guida lo sviluppo globale dell’Ia. Ma si dice convinto che studiare per "fortificare le basi di un processo" sia la chiave per entrare con successo nel mondo tecnologico: "Non limitatevi a imparare librerie e strumenti del momento – dice Cohen anche pensando a sua figlia, anche se ora ha solo 4 anni, e aggiunge estendendo il consiglio a tutti i giovani degli anni ‘20 – Il mio consiglio è quello di studiare a fondo i principi base: algoritmi, matematica, fisica computazionale, architetture dei computer. Queste fondamenta vi renderanno pronti ad adattarvi a qualunque rivoluzione futura".

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