Il 'mangiatore a pasto' accumula più grassi di chi suddivide la stessa quantità di cibo in porzioni più piccole durante la giornata. Quindi via libera agli spuntini leggeri
Il pasto fondamentale per gli italiani? La cena, seguita dal pranzo e poi dalla colazione. Mentre poca attenzione viene data agli spuntini. "Un ordine di importanza sbagliato che favorisce l'abuso di grassi", commenta Marcello Ticca, specialista in scienza dell'alimentazione.
A farci sbirciare sulle tavole d'Italia è il rapporto 'Gli italiani a tavola' dell'agenzia Format per la 'Repubblica-Salute'. I dati saranno presentati al convegno 'Mangiare bene per vivere meglio'. Dall'indagine emerge che circa il 60 per cento degli intervistati dedica non più di cinque minuti alla colazione, ma fino a tre quarti d'ora alla cena. La metà, inoltre, non mangia mai fuori pasto: un dato per nulla positivo se significa che tutte le calorie sono assunte in uno o due momenti soltanto.
"Il 'mangiatore a pasto' accumula più grassi di chi suddivide la stessa quantità di cibo in porzioni più piccole durante la giornata", spiega Ticca: "È così aumenta i livelli di colesterolo e di trigliceridi e, di conseguenza, il rischio cardiovascolare". Al contrario di quanto ritiene quasi la totalità degli intervistati, gli spuntini sono quindi fondamentali. Non devono però essere un di più, e i carboidrati, che aumentano l'attenzione e la capacità di memorizzare, sono da preferire a proteine e grassi: "Meglio frutta, cracker, una crostatina o cereali con un bicchiere di latte, soprattutto se non si è assunto a colazione, rispetto a pizza o cornetto, per un totale di 150-200 calorie", conclude Ticca. In ogni caso, mai arrivare digiuni a fine giornata pensando di potersi permettere una pantagruelica cena.