Dopo le mazzette pagate dall’imprenditore Vincenzo Maria Angelini, lo scandalo della sanità abruzzese che ha portato in carcere il governatore Ottaviano Del Turco si arricchisce di un nuovo capitolo: quello della «falsità dei dati» del bilancio 2006 che ha consentito alla Regione Abruzzo di ottenere dal ministero dell’Economia un finanziamento di 420 milioni di euro

LA STANGATA Si tratta di soldi del fondo sanitario nazionale destinati alla Regione, bloccati da tempo a causa dei pesanti sforamenti della spesa sanitaria fatti registrare dall’Abruzzo. Il finanziamento (prima tranche di un rimborso complessivo di circa 1 miliardo) è stato erogato nell’ottobre 2007 grazie alle cifre “virtuose” presentate dagli uomini di Del Turco per il 2006 e a un piano triennale (2007-2009) di rientro che avevano alla fine convinto il ministero dell’Economia ad allargare i cordoni della borsa. Salvo poi scoprire che le cifre presentate non corrispondevano al vero. A rivelare il raggiro sono gli stessi protagonisti dell’affaire nel corso di numerose conversazioni telefoniche intercettate dagli inquirenti nel febbraio 2008. Conversazioni che portano alla luce le proteste dei funzionari ministeriali una volta scoperto l’inghippo e le manovre dei vertici regionali per evitare intoppi e portare a casa i 420 milioni. Da una parte infatti c’è il dirigente ministeriale Francesco Massicci, del dipartimento Ragioneria generale dello Stato che, scoperto il raggiro, ipotizza misure draconiane come il commissariamento della Regione o l’introduzione di nuove tasse per coprire il buco del 2006; dall’altra i tecnici e i politici abruzzesi, in testa Ottaviano Del Turco che, per superare l’impasse, si prodigano per ammorbidire la posizione ministeriale. Del Turco, in particolare, arrivando a chiedere aiuto anche al presidente del Senato Franco Marini per sensibilizzare gli uomini di Padoa Schioppa.

CHEZ MARINI Stando alle trascrizioni delle intercettazioni ordinate dal procuratore di Pescara Nicola Trifuoggi e dai sostituti Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, Marini, su richiesta di Del Turco, sarebbe intervenuto sul ministro Tommaso Padoa Schioppa. Come sono andate realmente le cose? Interpellato da “L’espresso”, l’ex presidente del Senato racconta: «Nessun intervento improprio. Nel gennaio scorso Del Turco mi parlò ripetutamente delle sue preoccupazioni sulle difficoltà di bilancio della Regione. Temeva la possibilità che il governo imponesse il commissariamento della Regione e magari nuove tasse per rientrare dal deficit. Soprattutto aveva un assillo: non riusciva a parlare serenamente con il governo della questione. Di fronte a questa situazione e alla volontà del governatore di volere proseguire sulla via del risanametno, volendo aiutare la mia regione il 23 gennaio scorso ho organizzato una cena con il presidente del Consiglio Romano Prodi, il ministro Padoa Schioppa e lo stesso Del Turco». Continua Marini: «Nonostante fossero ore agitate per il voto di fiducia al governo che per l’indomani era previsto a palazzo Madama, durante la cena parlammo della situazione abruzzese. Mi sembra di ricordare che Del Turco consegnò a Padoa Schioppa anche un promemoria. La cena finì, l’indomani il governo venne sfiduciato dal Senato, io fui assorbito dai miei impegni per tentare di fornare un nuovo esecutivo. Tutto qui».

Questo dice Franco Marini: nessuna manovra sotterranea, di quell’incontro a cena parlarono anche le agenzie di stampa. Successivamente, le verifiche del ministero dell’Economia sono andate avanti. Anche dopo l’insediamento del nuovo governo Berlusconi. Né i tecnici né i vertici politici della Regione Abruzzo sono riusciti però a convincere la controparte sulla bontà delle loro cifre e soprattutto sulla loro capacità di rientro dal deficit sanitario. E alla fine è arrivato il provvedimento che lo stesso Del Turco tanto temeva: l’invio di un commissario governativo che a partire da settembre vigilerà sulla gestione finanziaria abruzzese del settore sanità. Quanto alle intercettazioni e ai falsi dati del bilancio regionale 2006, ecco le conversazioni telefoniche più importanti così come sono state riassunte nei documenti della procura di Pescara.

TRUFFA IN LINEA
4 febbraio 2008 ore 19.14 - Giampiero Di Cesare, direttore regionale del settore sanità della Regione, chiama Bernardo Mazzocca, assessore alla Sanità. Di Cesare è stato a Roma e lamenta il fatto che Carmine (Cipollone, servizio Bilancio della Regione Abruzzo, ndr) è andato a riferire che nel bilancio regionale del 2006 mancano 125 130 milioni di euro e che aveva già rappresentato la vicenda in una riunione in cui erano presenti l’assessore al Bilancio (Giovanni D’Amico, ndr) e Lamberto Quarta (capo della segreteria del Presidente Del Turco, ndr) ); continua Di Cesare che questi riferiva, ancora, che erano stati utilizzati dei fondi previsti per altre finalità. Di Cesare gli riporta le lamentele di Massicci che affermava che qualora fosse stata rappresentata prima la vicenda, poteva essere risolta con la precedente finanziaria ed ora il problema è molto più grave. Di Cesare gli comunica che i 124 milioni, che devono arrivare, sono stati già destinati e poi c’è il problema della rimodulazione delle rate della cartolarizzazione, in modo da portarle ad un limite bassissimo e rimetterle, poi, fra tre anni. Di Cesare domani si incontrerà con Massicci e gli farà sapere.

5 febbraio 2008 ore 13.44. Giampiero Di Cesare chiama Bernardo Mazzocca. Di Cesare dice che per la vicenda dei 180 milioni del 2006 li hanno massacrati, in particolare Carmine Cipollone avrebbe verbalizzato la mancanza di circa 180 milioni riferibili al 2006; al ministero sono anche arrabbiati per il fatto che non hanno risposto ad una mail che li invitava al tavolo Lea (fonetico) e per il fatto che Cipollone ha detto di aver utilizzato i fondini (fonetico) per pagare le cartolarizzazioni; questo non lo potevano fare in quanto nel piano era espressamente previsto che quei fondi potevano essere utilizzati per pagare solo cose precedenti: Cipollone si è quindi giustificato dicendo di averli usati perché altrimenti avrebbe pagato 8 milioni di interessi, ma al ministero non hanno voluto saperne. Al ministero stanno valutando l’ipotesi di inviare gli atti al ministro. Di Cesare dice che sicuramente faranno un verbale da cui risulteranno inadempienti. Per quanto attiene all’anno 2007, invece, non ci sono problemi. Di Cesare conclude dicendogli che secondo Massicci se tale problema fosse stato prospettato prima della finanziaria, avrebbe potuto trovare qualche copertura.

5 febbraio 2008 ore 14.16 Franco Di Stansilao (direttore dell’agenzia sanitaria regionale) telefona a Lamberto Quarta. Di Stanislao comunica che sono andati via da Massicci per la verifica sui conti e che sono stati massacrati per il buco del 2006 che si aggira sui 108 milioni di euro. Massicci farà una diffida per tutelarsi sostenendo che sono stati indotti in errore, altrimenti, ha detto Massicci, non avrebbero erogato 400 milioni se non avevano raggiunto gli obiettivi. Quarta gli dice che si vedranno a Pescara e ne parleranno di persona anche con il presidente Del Turco.

5 febbraio 2008 ore 16.59. Il presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco chiama Lamberto Quarta. Del Turco dice di aver parlato con Franco Marini e Michele Dau (capo di gabinetto dello stesso Marini alla presidenza del Senato) della situazione balzata fuori al ministero dell’Economia, circa i problemi sul bilancio 2006. Dau ha richiamato il ministero ed ha trovato la situazione cambiata perché forse Marini e Padoa Schioppa si erano parlati. Dau ha sollecitato Del Turco affinché Quarta lo chiami direttamente con delle soluzioni alternative che abbiano la stessa corrispondenza.

6 febbraio 2008 ore 13.23. Carmine Cipollone chiama Lamberto Quarta. Quarta dice che al ministero hanno verbalizzato e che Del Turco ha parlato con Errani. Inoltre sostiene che quello ha iniziato a fare “lo stronzo” ora che è cambiato il Governo. Cipollone gli dice che lui aveva avuto sentore di questa cosa perché forse c’è una partita aperta tra quello (Massicci?) e il Presidente per via di alcuni riferimenti fatti da questi nei confronti di Del Turco. Cipollone, poi, gli dice di essere preoccupato per quello che possono aver scritto nel verbale, ovvero la falsità dei dati e la distrazione dei fondi che coinvolgerebbe la Regione a pieno titolo. Quarta gli dice che il Presidente sta lavorando in tal senso e sta cercando di coinvolgere Dau e De Ioanna (capo di gabinetto del ministro dell’Economia Padoa Schioppa). Cipollone gli chiede di insistere sul fatto che ora si stanno attenendo strettamente al piano sanitario di rientro, mentre loro vogliono un rientro immediato dei 180 milioni di euro del 2006. Cipollone prosegue dicendo che la Regione può anticipare il discorso di aumentare le imposte prima che loro lo facciano tramite un commissariamento. Il ministero non è d’accordo sul creare una copertura con imposte future perché costituirebbe un indebitamento che influirebbe sui rapporti con la Cee e le altre regioni. Quarta chiede se la situazione era stata esposta nel Piano di rientro. Cipollone risponde che la cosa era stata esposta in due modi; da una parte era iscritta in modo reale ovvero con i minori stanziamenti e dall’altra in modo virtuale. Cipollone sostiene che anche loro hanno fatto un errore, una disattenzione grave, non rendendosi conto di quello che era scritto per il 2006 e quindi hanno elargito dei fondi che altrimenti non avrebbero elargito e per tale motivo accusano di falso loro, allo scopo di tutelarsi.

6 febbraio 2008 ore 18.18. Bernardo Mazzocca chiama Lamberto Quarta. Quarta gli riferisce che l’indomani mattina con il presidente Del Turco andranno ad incontrare “quello” di Franco (Marini), tale Dau e con quello chiameranno il capo di gabinetto, tale De Ioanna. Quarta gli dà conferma che da quanto riferitogli da Carlo (?), quello (Massicci?) ha il dente avvelenato e gli spiega le motivazioni (Del Turco avrebbe parlato male di lui con Padoa Schioppa). Mazzocca chiede cosa abbia detto Errani a Del Turco e Quarta. Risponde che si sono parlati ed il problema pare risolvibile. Quarta riferisce quello che ha detto, ovvero che nella prima parte del Piano è scritto che nel 2006 hanno avuto problemi perché è stato applicato lo stesso metodo degli anni precedenti, mentre nella seconda parte del Piano, nel redigere la tabella dei disavanzi annuali, c’è stato un errore perché si è iscritta l’intera cifra del disavanzo annuale; l’altro fatto è che hanno pagato le rate della cartolarizzazione con l’uso del fondo e non dal bilancio. Oggi la Regione sarebbe fuori di 180 milioni però, siccome questi sono debiti riconosciuti alle Asl diventano quindi della Regione, pertanto asseriva Cipollone, che siccome i crediti degli anni precedenti (2001-2005) sono stati pagati con le cartolarizzazioni, probabilmente viene fuori un avanzo di 80-90 milioni di euro calcolati sui fondi ricevuti quale arretrato.

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