La vita quotidiana nel clan dei casalesi raccontata nei verbali di Oreste Spagnuolo, braccio destro di Giuseppe Setola. Nel verbale di Spagnuolo, diventato collaboratore di giustizia, le dinamiche e le tensioni tra i padrini casalesi e il gruppo "federato" di Setola

Il padrino e il killer, le estorsioni e gli attentati. La vita quotidiana nel clan dei casalesi raccontata nei verbali di Oreste Spagnuolo, braccio destro di Giuseppe Setola, detto "'O cecato". Setola e il suo gruppo di pistoleri nel 2008 misero a segno decine di omicidi, seminando il terrore in Campania. E nel verbale di Spagnuolo, diventato collaboratore di giustizia dopo l'arresto, vengono ricostruite le dinamiche e le tensioni tra i padrini casalesi e il gruppo "federato" di Setola. Il documento fa parte dell'ordine di cattura contro i familiari di Michele Zagaria

ECCO IL VERBALE

2). Un altro collaboratore di giustizia, SPAGUOLO ORESTE, appartenente al gruppo dei "casalesi" capeggiato da Setola Giuseppe, confermava i rapporti col clan Zagaria. Nell'interrogatorio del 16-10-2008 dichiarava: "Per quanto riguarda i rapporti tra il nostro gruppo e la famiglia ZAGARIA questi erano intrattenuti attraverso Basco Antonio. Sono state inviate tre o quattro ambasciate a ZAGARIA MICHELE tramite Basco Antonio, alcune delle quali scritte utilizzando il mio PC portatile. Tutti i rapporti intercorrevano per ragioni di "affari"; una volta accompagnai personalmente Setola ad un incontro con ZAGARIA, nel periodo estivo, prima che Setola partisse per la Calabria. Accompagnai Peppe Setola presso l'abitazione di suo cugino Luigi, titolare di un'Agenzia di Viaggi a Casal di Principe; questo Luigi "se la fa" con Nicola Schiavone, figlio di "Sandokan". Io mi portai nell'abitazione ove c'erano anche Letizia Giovanni, Cirillo Alessandro, Napolano Massimo ed Alfiero Massimo oltre a Luigi. C'era anche Gianluca Bidognetti.
Per conto di ZAGARIA MICHELE venne Antonio Basco, il quale procurò l'incontro. Qui si pensava di "tenere in ostaggio" Basco, ma questi convinse Setola che non c'era nulla da temere e quindi da quella casa partirono per incontrare ZAGARIA le seguenti persone: Setola Peppe, Cirillo Alessandro, tale "PASQUALE CARROZZIERE" (una persona di San Cipriano che gestisce un "soccorso Aci" a Casale o San Cipriano, venuta per conto di ZAGARIA) (cioè PAGANO PASQUALE, come si è prima visto: n.d.r.), Basco Antonio, Bidognetti Gianluca, Alfiero Massimo, il quale guidava il furgone. Seppi poi da Setola e Cirillo il loro tragitto: si allontanarono all'interno di un furgone e poi giunsero ad un luogo intermedio ove fecero il cambio salendo su un camion semi-cabinato, alloggiando nella parte posteriore coperta da un telo.

Da lì arrivarono al luogo convenuto dell'appuntamento, in San Cipriano; lì incontrarono, in una casa, ZAGARIA MICHELE con altre persone. I presenti tutti si disarmarono e ricordo, al proposito, che Setola disse che ZAGARIA aveva una pistola 9x21 nuova di scatola, molto bella, ed era stato tentato di richiedergliela in regalo. Alfiero Massimo fu l'unico che tornò prima, con il furgone, dopo che gli altri erano saliti sul secondo mezzo. Ricordo che proprio Alfiero, al ritorno del gruppo a casa di Luigi, chiese se fosse stato presente anche Iovine Antonio, indicandolo come "o' Ninno". Non ebbi modo di comprendere la risposta che Setola gli diede. Compresi che la ragione di questo incontro era volto a giungere ad un chiarimento tra i due gruppi, chiarimento connesso ad alcuni episodi; accadde infatti che, in alcuni occasioni, attuando alcune estorsioni le vittime contestavano il pagamento dicendo che erano "persone di MICHELE", inteso ZAGARIA.

Ciò accadde, con certezza, in occasione delle richieste o intimidazioni estorsive rivolte al distributore del latte Berna in Castel Volturno e – successivamente all'incontro di cui ho parlato – al titolare dell'impianto di biogas, sito in Cancello Arnone. Si tratta di due casi che io ho avuto modo di conoscere nel concreto, avendo io personalmente agito. E' certo che vi fossero anche altri casi, sui quali peraltro non sono in grado di riferire nel dettaglio. Nell'incontro, con certezza, ZAGARIA chiamò separatamente Gianluca Bidognetti dicendogli alla fine che, "a fine mese, glieli avrebbe mandati a casa", facendo riferimento implicito ad una somma di denaro. Quanto alla distribuzione del latte, Setola chiese a ZAGARIA la somma di 50 mila euro e questi promise la consegna entro due giorni, poi ritengo attuata. ZAGARIA acconsentì comunque a dare a Setola una percentuale sugli importi derivanti dalla distribuzione del latte, non so dire per quale importo.
Un'altra rilevante ragione dell'incontro era connessa ai lavori di edificazione del porto nel Villaggio Coppola; si tratta di un progetto che riguarda la costruzione di un grosso porto. Si tratta di un'operazione "più grande di me" ma comunque Setola si era già informato e sapeva che tutti i lavori – o comunque buona parte di essi – erano stati già affidati (o comunque era stata già decisa la relativa assegnazione) alle ditte riferibili a ZAGARIA MICHELE, tramite suoi prestanome.

Lo scopo di Setola era quello di ricevere la quota a lui spettante e di inserire "sue ditte" per l'esecuzione dei lavori sul porto. L'incontro fu commentato positivamente da Setola Giuseppe, senza che questi entrasse nei dettagli quanto al contenuto degli accordi... Anche l'incontro tra (omissis), di cui ho già parlato in relazione ad un bigliettino sequestrato nel quale Setola dava incarico a Davide di recarsi dall'assessore, era legato ai lavori su Castel Volturno ed anche sul porto ed alle conseguenti pretese del Setola. Ricordo che Setola, commentando l'incontro, riferì che ZAGARIA gli aveva consigliato di "non fare troppi casini" – nel senso ovviamente di limitare l'uso delle armi e gli omicidi – e Setola gli aveva risposto che "a casa sua" faceva quello che gli pareva. Io agii personalmente all'interno del Villaggio Coppola davanti al bar "crazy Horse", fermando un camion frigorifero del Latte Berna, dicendo all'autista di non azzardarsi più a scaricare il latte in quel luogo. L'autista non ebbe timore e mi chiese in modo arrogante se io "fossi sicuro di quello che stavo facendo"; se ne andò tranquillo e dopo giunse l'ambasciata a Cirillo Alessandro da parte di MICHELE ZAGARIA e Cirillo mi disse di lasciar stare che "era tutto a posto". Ciò accadde parecchio tempo prima dell'evasione di Setola, più o meno nel 2006. Una volta evaso Setola, Cirillo lo informò della cosa ed il primo decise che doveva farsi dare i soldi dallo ZAGARIA, richiedendo l'incontro con questi.

L'episodio dell'intimidazione al titolare dell'impianto del biogas avvenne dopo l'incontro di cui ho parlato, tra ZAGARIA e Setola. Andammo io, Cirillo Alessandro e Letizia Giovanni presso questo cantiere, con le armi in mano; imponemmo ai presenti di "levare mano" ed andarsene tutti e Cirillo fece il suo nome, dicendo di dire al titolare che era arrivato "il Sergente" in persona, con riferimento al suo soprannome, noto nell'ambiente. Ciò accadde nella prima settimana dello scorso settembre. ZAGARIA aveva in realtà già accennato, durante quell'incontro, ai lavori del Biogas su Cancello Arnone, ma evidentemente Setola se ne era dimenticato. Basco Antonio mandò allora un bigliettino da parte di ZAGARIA MICHELE, minacciando la "rottura" dell'amicizia, alludendo alla sua capacità di fare "altrettanti morti" e così Setola intese rispondere : mi dettò la sua risposta che io scrissi al computer. In estrema sintesi disse che non aveva certo paura e che se "voleva fare i morti", Setola era pronto a farli e "non aspettava altro". Il pizzino venne firmato da Cirillo Alessandro ed inviato a Basco tramite Alluce Antonio, che glielo recapitò. Faccio presente che prima di ricevere il bigliettino da ZAGARIA, Setola aveva pensato di regalare a ZAGARIA dei prosciutti, delle casse di Champagne ed una collana d'oro, consegnate al padrone del Ristorante "il tempio" di Casapesenna, il quale avrebbe dovuto consegnarle alla sorella di MICHELE ZAGARIA. Questo regalo tornò indietro e Setola ebbe dunque conferma – essendo già pervenuto il biglietto di Basco – che quest'ultimo aveva effettivamente espresso la volontà dello ZAGARIA. Setola aveva intenzione di spiegarsi con Basco ma noi siamo stati arrestati e non so dunque dire con precisione come si siano evolute le ultime vicende dei rapporti con ZAGARIA".

Nell'interrogatorio del 22-10-2008 precisava che: "i rapporti intrattenuti con il clan ZAGARIA sono stati filtrati attraverso Basco Antonio detto Pagliarone e non BASCO ORESTE, persona che non conosco. Ho visto tale PASQUALE "CARROATTREZZI" (cioè PAGANO PASQUALE) per pochi attimi, ma so che è una persona che faceva da tramite con MICHELE ZAGARIA. Venne a prelevare il Setola e Cirillo Alessandro e Bidognetti Gianluca per condurli da MICHELE ZAGARIA (...). I rapporti con il clan ZAGARIA sono stati in questi mesi un po' tesi, perché ovunque il Setola volesse inserirsi per lavori pubblici o iniziative imprenditoriali trovava sempre che MICHELE ZAGARIA era arrivato un momento prima e questa cosa dava molto fastidio al Setola. Così – come ho già riferito – si raggiunse una accordo per effetto del quale il Setola avrebbe ottenuto una parte delle somme raccolte dallo ZAGARIA per alcuni territori, ossia Lusciano, Parete, Castelvolturno, San Marcellino, Cancello Arnone, e in genere tutti i comuni di influenza bidognettiana. Non so se sono state fatte attività intimidatorie nei confronti del clan ZAGARIA. Una volta ci recammo accanto al Jambo per richiedere una somma estorsiva ad un caseificio ed anche in quella occasione intervenne lo ZAGARIA, mandando una ambasciata con la quale chiedeva perché il soggetto dovesse pagare l'estorsione. Il Setola disse però che la somma doveva ugualmente essere data e – se non sbaglio – il danaro ammontante a 50 mila euro passò proprio attraverso le mani dello ZAGARIA. Si tratta di quella somma che poi doveva essere data attraverso Gianluca Bidognetti".

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