Politica
6 agosto, 2010

Dietro Fini c'è una signora

Da Assunta Almirante a Elisabetta Tulliani. Passando per la prima moglie Daniela, l'amica Prestigiacomo, la consigliera Bongiorno. Ritratto del presidente della Camera attraverso le sue donne

Fra gli ex colonnelli di An circola un nuovo sfottò: "Adesso che a Montecarlo ci abitano i Fini, le tre palle dei Colleoni sono diventate di velluto". Sussurrano così a Montecitorio, alimentando la polemica sull'appartamento lasciato ad Alleanza nazionale dalla discendente del condottiero bergamasco Bartolomeo. E finito invece al fratello della compagna di Fini, Elisabetta Tulliani. Se il velluto è preso dalla celebre definizione degli attributi finiani coniata da Daniela Santanchè, quando An confluì nel Pdl, le "tre palle" sono scolpite sullo stemma araldico della benefattrice contessa Anna Maria. L'ultima di una lunga serie di donne che, per amore o politica, hanno segnato la carriera del presidente della Camera. Fra guai e vittorie, applausi e fischi. E spesso lasciando un'ombra di rossetto pure su ribaltoni, epurazioni e ripensamenti.
Al loro fianco s'è lentamente trasformato il Fini duro e puro degli esordi.

All'inizio fu la destra, con mamma Erminia in prima fila ai congressi e donna Assunta Almirante che lo sponsorizzava, delfino di Giorgio, alla guida del Msi. Poi vennero gli anni dell'ex moglie Daniela e della figlia Giuliana alla guida di un partito sempre più famigliare. E dopo Tangentopoli fu la stagione delle grandi svolte, dove donne sono pure gli spettri che liberò: da Alessandra Mussolini, che contestò l'abiura di nonno Benito e del fascismo, fino appunto alla Santanchè. Nell'era del governo, donne sono le ministre a lui più vicine, come Stefania Prestigiacomo e Giorgia Meloni. E ancora le fedelissime: la segretaria tuttofare Rita Marino e l'avvocato-deputato Giulia Bongiorno. Oltre naturalmente a lei: la compagna di vita Elisabetta con le due figlie, femmine pure loro, Carolina e Martina. Che hanno catapultato papà dalla destra xenofoba alle battaglie per i diritti civili. Con seguito di gossip e polemiche, appunto, per gli immobili ereditati nel Principato.

Eppure c'era d'aspettarselo che l'accoppiata Colleoni-Tulliani annunciasse un terremoto a destra. Che c'azzeccherà poi l'ex valletta della "Domenica sportiva", ex radicale, ex compagna dell'imprenditore Luciano Gaucci con il fantasma di una contessa fascista che regala palazzi per la giusta causa? Che può fare a un ex missino una che ha votato più volte Emma Bonino che la Fiamma? Politicamente Fini la sdoganò il 22 marzo 2009, all'ultimo congresso di An pochi giorni dopo l'ennesimo strappo su un tema etico, il caso Englaro. E forse agli ex camerati poteva bastare un'occhiata al nuovo quadretto famigliare per capire che presto sarebbe arrivata la burrasca. Lei se ne stava in prima fila fra la Bongiorno e la Marino, uniche nell'immenso salone muto della fiera a far scattare l'applauso sui diritti degli immigrati. I colonnelli s'erano fatti neri come le camicie del Ventennio. Sbuffi. Sussurri. Schiamazzi. Finché a sbottare fu il ministro Altero Matteoli che salì sul palco e tuonò contro le coppie di fatto, forse senza rendersi conto che ne aveva una proprio davanti agli occhi. S'indignarono pure gli ex missini: "Nei comizi Fini ripeteva sempre che la destra è "cuore e sentimento". Ma non pensavamo che intendesse le signore".

Fatto sta che era proprio così. La relazione con una donna più giovane, gli amici trentenni di lei lontani anni luce dal postfascismo, i salotti romani al posto dei ritrovi fra nostalgici hanno fatto piazza pulita del capo che fu. Se non per certe cravatte pastello che ancora ama indossare, non c'è più traccia dell'ex camerata che con Daniela "approfondì la conoscenza" sulla tomba del Duce a Predappio. Parola del primo marito di lei, Sergio Mariani. E che poi andò in viaggio di nozze a Salò con Ignazio La Russa. Daniela, classe '55, padre maresciallo dell'aeronautica ed elettore del Msi, a 17 anni falsificò i documenti pur di iscriversi al partito di Almirante. Ha già la pellaccia se a vent'anni sopravvive a un attentato, una molotov lanciata nella sede del Fronte della gioventù di via Quinto Pedio a Roma la colpisce in piena faccia e le incendia i capelli. L'anno dopo sposa Mariani, sotto la scritta: "Molti nemici, molto onore". E Fini prende alla lettera lei e quella citazione: con Sergio volano pugni e calci, poi Mariani si sparerà addirittura all'addome, stando alla versione ufficiale.
Daniela invece tira dritta, spiccia e rude com'è, e sposa il capo che negli anni acquista sicurezza e carattere: "La mia università è il marciapiede", spiega lei. Un marciapiede lungo anni d'amore e di politica che, a un certo punto, stanca però il capopolo diventato ministro degli Esteri e ormai sdoganato per Palazzo Chigi. È solo politica se le vecchie amicizie sono diventate ingombranti? E se non si fida più dei suoi ex colonnelli? Certo è che preferisce le immersioni al largo di Siracusa con il ministro Stefania Prestigiacomo, oppure la riunione politica a casa di lei proprio nel giorno della crisi di maggioranza. Quella in cui Gianfranco e Stefania devono aver discusso di fecondazione, quella assistita, visto che di lì a pochi giorni saranno gli unici del centrodestra a votare sì al referendum.

Per i soliti colonnelli è l'ennesimo schiaffo al femminile del capo. Stavolta però lo dicono apertamente. Sparlando di lui al bar. La Russa, Gasparri e Matteoli in una caffetteria romana ipotizzano il presunto flirt con la ministra: "Gianfranco è strano, lo vedete? È dimagrito. Forse sta male, dobbiamo svegliarlo". E invece Fini si sveglia come tutti i giorni e azzera gli incarichi nel partito. L'inchiesta Vallettopoli farà il resto del lavoro, ben prima che l'esperto di veline nel governo diventi a tutti gli effetti il premier. Nel mirino finisce prima l'ex portavoce di Fini, Salvo Sottile, accusato di aver chiesto favori sessuali ad aspiranti stelline della tv. Poi viene intercettata Daniela, la moglie con cui i rapporti da raffreddati diventeranno gelidi. Viene sorpresa dai pm a discutere di una società che opera nella sanità laziale: "Io sono andata a sbattermi il culo con Storace", tuona al telefono come ai vecchi tempi.

Solo che il marito non risponde più a quel richiamo. Basta cene con gli ex camerati, basta postfascismo, basta nostalgia e saluti romani. Lascia la moglie per Elisabetta, riappare abbronzato, con l'abito su misura, i modi pacati e una visione bipartisan. Un'immagine che forse non lo porta al sorpasso del Cavaliere, ma che vale a Fini, secondo l'ultimo sondaggio di Gleeden, il titolo di amante ideale della politica nostrana con il 58 per cento.

Bipartisan è stato pure l'annuncio ufficiale della rottura con l'ex moglie che affida anche stavolta a una donna influente, Giulia Bongiorno, avvocato di Andreotti, esperta di giustizia terrena ma anche di oroscopi. Che così parlò: "Percorsi di vita differenti hanno determinato un progressivo allontamento che, se non ha intaccato i sentimenti di stima e affetto, rende tuttavia impossibile continuare il rapporto coniugale con la serenità e lo spirito di condivisione necessari".

Parole che, a rileggerle oggi, sembrano preconizzare pure l'addio a Silvio Berlusconi. Quel divorzio dopo un frettoloso matrimonio sul quale pesarono ancora una volta le donne, sussurrano i fan del Cavaliere. Stavolta più per lutto che per amore. Fini perse mamma Erminia pochi giorni dopo la morte di Rosa Berlusconi e quel dolore comune li riavvicinò per un po'. "Loro due s'incontrarono e si sorressero a vicenda. Era metà febbraio", ricordano i finiani. Pochi giorni dopo un nuovo annuncio. Nemmeno An c'era più.

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