Oggi a Montecitorio i deputati decideranno sulla richiesta di autorizzazione per Berlusconi. Il Pdl blinda i suoi, obiettivo 315. Ma la sorte del governo potrebbe decidersi lontano dall'aula, alla Bicameralina su cui punta tanto la Lega

Bunga bunga, Camera al voto

Pomeriggio di fuoco a Montecitorio. Giovedì saranno tutti schierati per la doppia partita con cui si gioca il destino del Governo. Da una parte la Bicameralina, dall'altra l'aula della Camera. In campo la bandiera della Lega, il federalismo fiscale, e quella di Berlusconi, evitare che la Procura di Milano prosegua le indagini sul Ruby-gate. E avrà il suo bel daffare Antonio Leone, vice presidente del Pdl alla Camera e uomo fedele al Cavaliere sin da Forza Italia. A lui spetta il compito di aprire alle 15 la discussione nell'aula di Montecitorio come relatore della maggioranza sul parere della Giunta per le autorizzazioni, ma dovrà fare in fretta, perché entro le 16 in Bicameralina sarà necessario il suo voto per dar vita alla "madre di tutte le riforme", come ama dire il Senatur.

Nella Bicameralina si votano due decreti attuativi per rendere concreto il federalismo. In particolare il "federalismo municipale", un decreto che cancella 11,3 miliardi di trasferimenti statali ai comuni, ma che permette ai sindaci di rifarsi con una forte leva fiscale e di chiedere molte imposte in più.

In Aula i parlamentari dovranno stabilire se la Giunta ha ragione quando sostiene che la sera del 27 maggio Silvio Berlusconi telefonò alla Questura di Milano solo perché ingenuamente convinto che l'allora minorenne Ruby fosse davvero la nipote del presidente egiziano Mubarak. Se fosse così il Cavaliere avrebbe agito in qualità di presidente del Consiglio e quindi la procura di Milano sarebbe incompetente ad indagare. Secondo la Giunta trattasi di reato funzionale e, visto che la concussione per il codice penale conta di più che la prostituzione minorile, solo il Tribunale dei Ministri è competente per decidere il futuro del Premier.

Due partite in contemporanea i cui esiti si prevedono diversi.

In aula è data per favorita la maggioranza, si vota a scrutinio palese, nonostante i democratici non perdano la speranza e Franceschini invii ai suoi sms perentori: "Obbligo presenza senza eccezione alcuna». Ma Berlusconi non si accontenta una vittoria di misura. Il suo obiettivo è di superare quota 315, la maggioranza assoluta, non ci riesce da agosto, da quando i finiani lo hanno abbandonato per fondare Futuro e libertà, e proprio nel giorno più drammatico della sua legislatura e sulla questione per lui più scabrosa. Prevedibile un clima rovente, con i deputati di Idv pronti a leggere in aula le intercettazioni più imbarazzanti per il premier, i finiani intenzionati a restituire il trattamento ricevuto dal loro leader sulla casa di Montecarlo, il governo schierato in difesa del premier, gli attacchi alla magistratura del Pdl, la diretta televisiva. Per allargare la maggioranza e uscire vincitore il Cavaliere sta facendo di tutto, futuristi pranzi ad Arcore con Luca Barbareschi compresi. Sarà necessario che venga a votare anche lui per salvare se stesso?

Nella Bicameralina invece la situazione è di perfetta parità, quindici parlamentari a quindici. Il ministro per la Semplificazione Calderoli ha tentato di trattare fino all'ultimo, ma anche Di Pietro, dopo Pd e Terzo Polo, ha detto "no". L'Idv abbandona le speranze di presentare modifiche: "non vogliamo diventare portatori d'acqua del governo Berlusconi». Ma per "la partita della vita", come ha detto Maroni, i leghisti non accettano rifiuti: " o il federalismo passa o tutti a casa". Sul federalismo il Carroccio è intransigente. Se l'obiettivo non si raggiunge, sono pronti a staccare la spina e ad andare a nuove elezioni, annunciandolo probabilmente già nel Consiglio dei Ministri previsto per venerdì.

Ma il vero show down, proprio giovedì, lo potrebbero segnare i magistrati di Milano, pronti a inviare la richiesta di giudizio immediato al gip Cristina Di Censo, che avrà cinque giorni di tempo per esaminare le carte e pronunciarsi sul rito accelerato.

E così il Pdl prima annuncia di voler mobilitare le piazze scatenando le Santanchè e Brambilla, poi smentisce se stesso parlando di un "banale equivoco". Un po' di confusione, più che un mistero: perché ai vertici del partito di maggioranza si confrontano due linee – quella dei falchi e quella delle colombe – e Berlusconi, per ora, oscilla tra le due opzioni.

LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Disordine mondiale - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso

Il settimanale, da venerdì 27 giugno, è disponibile in edicola e in app