Tanti italiani in strada nella capitale ungherese. La segretaria del Pd Schlein: "L’amore non si può cancellare, i nostri corpi non si possono cancellare e per questo li abbiamo portati qui"

Politici e cittadini da tutta Europa sfidano Orbán: in 200 mila al Pride di Budapest - Il video

Con in testa il sindaco della capitale ungherese Gergely Karácsony, alle 16 le strade di Budapest sono già inondate da bandiere arcobaleno. Gli organizzatori contano quasi 200 mila partecipanti al Pride. “So che sei spaventato, lo sono anch'io”, recita il cartello di Balint, 36 anni, in piazza con il suo compagno. Il rischio di essere qui oggi è infatti l’arresto per gli organizzatori e una multa fino a 500 euro per i partecipanti. Nessuno, però, pare essere stato fermato.“Ero spaventata prima di arrivare - dice Reka, verso la fine del corteo - ma adesso mi sento al sicuro. Ho visto i poliziotti ma non stanno facendo niente, non possono fermare le centinaia di migliaia di persone che sono qui oggi. Ero molto arrabbiata quando il governo ha deciso di provare a vietarlo”, conclude Reka, “ma non ci sono riusciti. Noi abbiamo vinto”.

In piazza anche una ricca rappresentanza europea e Italiana: dalla segretaria del Partito democratico Elly Schlein ad Alessandro Zan, Annalisa Corrado, Cecilia Strada e Brando Benifei. Nella delegazione, che si è unita a quella di Renew Europe con Carlo Calenda, Fabrizio Benzoni, Francesca Scarpato e diversi esponenti di Azione, c’è anche Iratxe García Pérez, capogruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo. “Siamo qui per dire che i pride non si vietano, vietare i pride significa vietare la libertà di manifestare, un diritto garantito da tutte le Costituzioni europee e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Sono qui per dire che l’amore non si vieta, l’amore non si può cancellare, i nostri corpi non si possono cancellare e per questo li abbiamo portati qui, per stringerli tutti insieme, per respingere gli odiatori”, dichiara la segretaria del Pd in piazza.

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