Ci sono grandi storie dove non succede molto e dove il racconto è affidato alle cure di una quotidianità senza particolare rilievo. Piccole cose di poca importanza che sono la fibra sottile e forte di un quadro ampio, dove gli eventi maggiori si spargono nei tempi e negli spazi, innervando di riflesso il più piccolo e comune ritaglio di vita.
Per seguire il racconto da questo punto di vista, suggerisce il fotografo inglese Paul Graham, occorre rallentare, concedersi un viaggio tranquillo e guardare la vita scorrere intorno a noi, nel suo tenue "luccichio di possibilità".
Graham si è dedicato, in 25 anni di lavoro fotografico, a diversi viaggi tranquilli - prima in Gran Bretagna, poi in Europa, in Giappone e negli Stati Uniti – documentando con un'attenzione paziente e rapita l'evoluzione sociale, economica e politica di ciascun paese, attraversato con la lentezza concreta del passo.
La Whitechapel Gallery di Londra presenta, fino al 19 giugno, una panoramica dell'opera di Graham, dagli esordi all'inizio degli anni '80 fino al 2006. Una mostra che fa il punto sull'importanza nodale del suo lavoro nell'evoluzione storica della fotografia documentaria: sganciata dal bianco e nero, fino a poco prima cifra nobile del genere, incline a registrare la marginalità sostanziale dei momenti più comuni, a sciogliere la sua forza in una sequenza piuttosto che rapprenderla in una visione dominante.
La prima serie di immagini è A1: The Great North Road, realizzata tra il 1981 e l'82 percorrendo la strada numerata più lunga della Gran Bretagna dal punto di partenza, nella City di Londra: si inizia con la foto di un gruppo di funzionari davanti alla Bank of England per arrivare, in un'alternanza di persone e paesaggi, interni e orizzonti, fino a Edinburgo, dove l'A1 ha il suo capolinea.
Beyond Caring, serie datata 1984-5, è invece un viaggio negli uffici di collocamento del Paese in piena recessione, una collezione di luoghi desolati con la loro popolazione sospesa e dolente. Troubled Land, 1984-6, è dedicata all'Irlanda del Nord: le tracce del conflitto sono dettagli nei paesaggi, secondo una sproporzione solo apparente, perché il loro inserimento nell'ampiezza dell'ambiente naturale e nella normalità dell'assetto residenziale è più cupo e destabilizzante della registrazione della violenza nel suo avvenire, materia privilegiata della fotografia di guerra.
Oltre la Gran Bretagna c'è la serie New Europe, realizzata tra il 1988 e il '90, dove il cambiamento epocale del vecchio continente si specchia di traverso nello spaesamento e nello stordimento delle persone, nell'evidenza ordinaria delle cose. Procede sul contrappunto Empty Heaven, datata 1989-95, che racconta il Giappone tra eredità dolorosa della seconda guerra mondiale e cultura pop contemporanea, elementi spesso innestati nella stessa immagine, come anime siamesi.
End of an Age, 1996-7, è una sequenza di ritratti di ragazze e ragazzi in una qualunque città europea: sia che si mescolino, quasi a sciogliersi, con le luci colorate di bar e locali o che siano delineati con nettezza dalla luce cruda del flash, sembrano rappresentare una generazione liminale, all'estremità del nuovo millennio.
Tra il 1998 e il 2002 Graham lavora ad American Night e anche in questo caso è la luce a condurre il senso del racconto, con l'avvicendamento di immagini sovraesposte dove i più poveri sono appena visibili, colori iper reali e brillanti con i quali si accampano, terse e impeccabili, le case dei ricchi e infine una sorta di effetto notte che raccoglie le ombre del giorno intorno ai neri e ai loro quartieri.
Ultima serie presentata alla Whitechapel è A Shimmer of Possibility, 2004-6, sequenze di immagini che Graham chiama "haiku filmici": uno sguardo semplice e trasparente sulla quotidianità, nel suo quieto svolgersi. "Fermatevi e osservate questi momenti comuni della vita – consiglia il fotografo – Guardate come è bello vedere la vita che ci scorre intorno, come tutto luccica di possibilità".
Paul Graham: Photographs 1981 – 2006,
Whitechapel Gallery, Londra, 20 aprile-19 giugno
www.paulgrahamarchive.com