Come vive il Rais quello che accade intorno a lui? Immagino che più o meno pensi a...

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Faccio fatica a entrare nella testa di Gheddafi. Ha chiuso tutto, porte e finestre. Dentro è piena di paglia e di scorpioni. Per ingannare il nemico. Approfittando di un attimo di disattenzione mi sono infiltrato in questa scatola cranica sopra la quale ciascun capello è stato impiantato e tinto di nero. Ho saputo che ha l'ossessione della calvizie. Prima ancora di perdere i capelli si è rivolto a uno specialista che gli era stato raccomandato dal suo vicino Ben Ali. Era il periodo in cui prendeva molte medicine inutili. Un modo per drogarsi e sentirsi rassicurato.
Quando lo si contraddice diventa violento. Collerico. D'improvviso, ha un attacco di emicrania, che lo fa soffrire. L'ultima volta che gli è capitato non era il 18 marzo, il giorno in cui il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha votato l'intervento. Allora si era persino divertito. Si era arrabbiato, invece, quando le autorità elvetiche avevano arrestato suo figlio Annibale.

"Come si era permessa la polizia svizzera di dargli fastidio e di metterlo in prigione? Aveva maltrattato il personale di un albergo a Ginevra. E allora? Che male c'è a correggere i propri domestici?". Lo scandalo assunse proporzioni tali che la Svizzera cedette al suo ricatto. Da allora, pensa che tutto gli sia permesso, compreso il diritto di entrare nelle case e negli armadi per scovare gli insorti, i traditori, che hanno semplicemente quel che meritano.
"Tutto il mondo è geloso della Libia, della sua prosperità, della sua calma e della sua bellezza. I giornali stranieri e i cartelloni pubblicitari sono vietati. Io non ho chiesto nulla. Ma ogni volta che giro per il Paese, osservo enormi pannelli con il mio ritratto a colori: in divisa militare, in costume tradizionale, in abito originale, in tenuta da caccia.
"Non riesco a capire questi cristiani, soprattutto i francesi. Faccio di tutto per render loro visita, firmiamo pagine su pagine di trattati ed ecco che cercano di assassinarmi. Vengano pure. Ma sono dei vigliacchi: non osano scendere dai loro aerei. Bombardano Tripoli e poi fuggono. Ma io non mi faccio mettere sotto. Fortunatamente, ho amici maghrebini e africani che sono venuti a darmi una mano. La stampa li definisce mercenari. È falso. Io li ricompenso come amici, non come mercanti.
"Mi chiedo perché i cristiani cerchino di trattare con me. Si sbagliano. Non c'è niente da negoziare. Hanno appena ucciso mio figlio e i miei nipoti. Darò loro una lezione. Se ne accorgeranno quando sarà il momento. Non voglio dire come mi vendicherò. Dovranno stare molto attenti, perché sono degli assassini, che avranno quel che si meritano.
"Noi resistiamo contro la barbarie occidentale. Loro sganciano bombe di notte e fanno massacri fra la popolazione. Io non faccio altro che difendermi. È naturale che devo eliminare i traditori, quelli che hanno patteggiato col nemico. La Libia non sarà mai divisa in due. Resterà libera, indipendente, democratica. Io non sono nessuno, sono soltanto un cittadino libico fra tanti altri. Il potere non è nelle mie mani, ma è davvero in quelle del popolo, ovvero delle tribù. Io so che il complotto è stato orchestrato da al Qaeda. Un giorno ne avremo le prove.

"Ho di nuovo il mal di testa. I miei capelli hanno perduto il loro colore. Devo tingerli. Lo farò da solo. A mio figlio non piace che gli chieda di aiutarmi. Soffoco con questo corpetto antiproiettile. I miei figli mi hanno obbligato a indossarlo sempre. Anche il fez è blindato.
"Devo chiamare il mio amico, il giovane Bashar al-Assad. Lui si difende con coraggio ed efficacia. Siamo vittime dello stesso complotto. So che è l'ultimo. Non ve lo dirò, ma vorrei fargli la più grande sorpresa della sua vita.
"Dove mi trovo sono al sicuro. Non mi avranno. Io non sono né Saddam né Bin Laden. Non avranno la soddisfazione di risvegliarmi con una torcia per cercare i pidocchi sulla mia testa. Non getteranno il mio corpo in mare. Sono pazzi questi americani. Ripenso a Ben Ali e a Mubarak. Poveracci, li fanno morire a poco a poco. Sono depressi. È colpa loro. A che scopo conservare il potere eternamente? Io sono qui da 42 anni, ma il vero potere mi sfugge. Non sono presidente, né emiro, né re. Sono un semplice cittadino che ama il proprio Paese e si batte per difenderlo contro i suoi nemici.

"Non posso contare su nessuno. Le medicine che prendo mi rendono nervoso. I sonniferi hanno un effetto troppo breve. Così, passo la notte a guardare il cielo infestato dagli aerei che mi danno la caccia. Scrivo. Compongo poesie. Adoro la poesia. È quel che mi aiuta a vivere in questo momento. Perché gli americani si sono lasciati coinvolgere in quest'inferno? Eppure avevo pagato 2,7 miliardi di dollari affinché si dimenticasse l'incidente dell'aereo Pan Am. Erano contenti. Anche i francesi sono stati risarciti. Molto meno degli americani, è normale, perché valgono meno sul mercato. Bene, non è il caso che mi distragga. Restiamo vigili".
traduzione di Mario Baccianini