Il Pdl invoca un'ispezione nella procura di Napoli e chiede che venga vagliato il comportamento dei magistrati che indagano sul ricatto di Giampaolo Tarantini e Valter Lavitola ai danni si Silvio Berlusconi. Una richiesta avanzata dopo le rivelazioni de l'Espresso sulla telefonata in cui il premier consigliò a Lavitola di rimanere all'estero e non presentarsi ai pm. E ripetuta oggi dopo che il procuratore capo Giandomenico Lepore ha ribadito la volontà di interrogare come testimone il Cavaliere, che ha disertato l'appuntamento odierno per una discussa visita di Stato a Strasburgo.
Ma un'eventuale ispezione a Napoli sui procedimenti che riguardano il Cavaliere potrebbe aprire un inedito conflitto d'interessi.
I verbali dell'inchiesta sulla cosidetta "loggia P3" evidenziano i rapporti tra Silvio Berlusconi e il capo degli ispettori ministeriali, Arcibaldo Miller. Miller, magistrato di lungo corso, è stato sentito come testimone dal procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo. Al centro dell'interrogatorio i suoi rapporti con gli uomini della P3 come Pasqualino Lombardi e Arcangelo Martino. Il capo degli ispettori ha raccontato come Berlusconi nel 2005 gli abbia offerto di diventare senatore del Pdl e successivamente candidato sindaco di Napoli per lo stesso partito.«Fin da allora conoscevo bene Silvio Berlusconi, il quale immagino mi considerasse a Napoli figura rapppresentativa».
E Miller cosa disse? «Io rifiutati in quanto posi la condizione, chiaramente inaccettabile, che in caso di elezione volevo piena autonomia per la formazione della squadra rispetto ai partiti locali». Il capo degli ispettori ha poi dato spiegazioni sulla sua partecipazione al pranzo del settembre 2009 in casa di Denis Verdini, dove erano presenti anche Marcello Dell'Utri, il sottosegretario Giacomo Caliendo, la coppia della P3 e il faccendiere Flavio Carboni. In quell'occasione secondo la ricostruzione della procura di Roma, si discusse anche del Lodo Alfano e di possibili interventi sui giudici costituzionali che dovevano pronunciarsi sull'immunità per il premier.
Miller dichiara di non avere sentito parlare in sua presenza di interventi sui giudici ma non esclude che sia parlato genericamente del Lodo. Spiega poi che in quello stesso pranzo Verdini e Dell'Utri gli chiesero di candidarsi come presidente della Regione Campania per il Pdl. «Io però lasciai cadere il discorso. Parlando con Verdini feci intendere, anche se in modo non perentorio, la mia indisponibilità». Un magistrato è un cittadino ed è libero di valutare candidature politiche. Ma ad offrirgliele oltre al coordinatore Pdl Verdini è stato anche Dell'Utri, parlamentare condannato anche in appello per mafia e sottoposto a numerosi procedimenti penali. Una frequentazione da cui il capo degli ispettori del ministero della Giustizia forse dovrebbe astenersi.
Nel suo verbale, poi, spiega che l'offerta di candidarsi al vertice della Campania gli è stata ripetuta nel dicembre 2009 da Nicola Cosentino. «Mi disse che Berlusconi era entusiasta della proposta, che lui stesso aveva fatto, di una mia candidatura». Un mese prima proprio la procura di Napoli aveva ottenuto un ordine di arresto per Consentino, accusato di camorra: la richiesta era stata trasmessa alla Camera e Cosentino si era dimesso dalla carica di sottosegretario, mantenendo però il coordinamento del Pdl campano.
A firmare quel provvedimento, il procuratore Lepore e alcuni dei pm che dovrebbero venire sottoposti all'ispezione. Nel suo verbale Miller sostiene di avere conosciuto Cosentino nel 2005. Ed elenca altri politici che avevano insistito per spingerlo a candidarsi: tra questi anche Clemente Mastella, anche lui imputato dei pm napoletani che ora dovrebbe ispezionare.
Politica
13 settembre, 2011Per bloccare i Pm di Napoli, il capo del governo si rivolge a quell'Arcibaldo Miller a cui già propose di candidarsi per il Pdl. E che andava a pranzo con Dell'Utri e Verdini
Ispezione, torna l'amico di B.
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