Dati messi a disposizione con considerevole ritardo; reti d'informazioni non integrate seppur cruciali per la sicurezza sismica; rilevazioni satellitari di particolare importanza, processate e rese disponibili solo dopo discussioni farraginose; mancanza di un codice di linguaggio comune che eviti pericolosi fraintendimenti.
Il 4 ottobre scorso la Commissione grandi rischi (Cgr) si riunisce per analizzare la sequenza sismica in atto nell'area del Pollino ed elabora delle raccomandazioni perentorie indirizzate alla Protezione civile. L'invito è chiaro: attivarsi «senza ritardo alcuno".
Un'intimazione precisa, che apre uno squarcio sulla fitta rete di rapporti tra Cgr e Prociv. Qualcosa non funziona nella catena di comunicazione, che dovrebbe rappresentare un emblema d'efficienza e tempestività. Emergono divergenze di vedute, anche marcate. La Commissione incalza, la Protezione civile frena, ma sembra non si riesca a trovare quell'uniformità di giudizio che pure sarebbe auspicabile.
I dati ufficiali, tuttavia, fanno impressione: oltre 5.000 eventi sismici nell'area dal 2010, ben 400 (sei dei quali con magnitudo maggiore o uguale a 3.0) nel solo periodo che va dal 1 settembre al 2 ottobre 2012. La terra trema in Calabria e con essa anche la vita di centinaia di migliaia di famiglie. La scossa di magnitudo 5.0, verificatasi l'altra notte, è la più forte dall'inizio dello "sciame".
Fino a venerdì solo tanta paura, ma nessun danno. Poi tutto cambia, perché il terremoto – quello vero – è arrivato. E con largo preavviso. La Commissione grandi rischi, del resto, aveva messo in guardia: «Negli ultimi sei mesi la distanza temporale tra uno sciame e il successivo è andata diminuendo e la sismicità di fondo tra gli sciami è in aumento". Ma le informazioni sono ancora troppo scarse per formulare previsioni precise. Manca una sismicità storica dell'area, che temporalmente si estende a non oltre cinque secoli fa. Un dato, però, è acquisito: nonostante la zona sia inserita tra quelle potenzialmente più a rischio (fino a magnitudo 7.0), il Mercure-Pollino ha un "gap" di grandi eventi sismici.
La Commissione allora fa ricorso alla cosiddetta analisi di "short-term hazard" ed i risultati destano profonda preoccupazione: per la sequenza dell'inverno 2011-2012, le probabilità di evento sismico con magnitudo maggiore di 5.5 «sono aumentate rispetto al background di circa 100 volte". In altri termini, la possibilità giornaliera di una scossa di forte intensità è passata, in quel periodo, da 1/200 a 1/2. Un salto considerevole. Che diventa ancor più inquietante nella sequenza iniziata nel maggio 2012, dove le probabilità di un sisma 5.5 diventano 200 volte superiori al background.
Dati alla mano, dunque, la crescente attenzione della Cgr è più che giustificata, tanto che gli stessi esperti affermano di non poter «formulare conclusioni sulla eventuale attivazione di strutture sismo genetiche più profonde".
E in un quadro così complesso, al Dipartimento di protezione civile arrivano raccomandazioni precise, dure e perentorie: bisogna che si attivi «con urgenza e con tutti i mezzi possibili per assicurare che tutti i dati rilevanti siano messi a disposizione senza ritardo alcuno"; viene chiesta la riunificazione «prioritaria e rapida" delle reti regionali all'interno del sistema nazionale di sorveglianza, così come si ravvisa la mancata integrazione delle reti in un unico sistema di monitoraggio.
Circostanza, questa, giudicata «grave e non ulteriormente rimandabile". Sorge anche un problema comunicativo. In sintesi, la mole di materiale a disposizione potrebbe consentire l'utilizzo «con finalità d'allerta". Ma cosa intende la Cgr? La Protezione civile se lo domanda nella lettera di risposta inviata da Franco Gabrielli: «In che modo i dati satellitari possono essere rilevanti per le attività di "rapida allerta"?".
È il cuore della divergenza, che diventa palese: «Le analisi di short-term hazard non sono ancora testate in termini pre-operativi. In ogni caso la probabilità giornaliera di un evento con magnitudo maggiore o uguale a 5.5 nel corso della sequenza ha raggiunto valori al massimo dell'ordine dello 0.5 per mille". Come dire: tutto nella norma.
La contro risposta della Cgr sta tutta in una frase: «La necessità di stabilire un linguaggio comune che riduca la possibilità di fraintendimenti o l'uso di termini impropri nelle comunicazioni tra la Commissione e la Protezione civile è emersa chiaramente già dalla prima riunione dello scorso gennaio; il Dpc (Prociv) si è impegnato a fornire una prima versione di un codice di comunicazione comune, di cui rimaniamo in attesa".
A distanza di 18 giorni, una scossa di magnitudo 5.0 ha colpito l'area del Pollino, provocando seri danni. Nel frattempo, una sentenza del tribunale de L'Aquila ha condannato gli esperti, che si sono dimessi in blocco, mentre la Protezione civile è impegnata sul campo. Le divergenze però rimangono. Come e più di prima. In attesa di dati condivisi e di un codice di comunicazione comune. Evitando, se possibile, fatali fraintendimenti.
Attualità
26 ottobre, 2012Questa volta la Commissione Grandi Rischi aveva dato l'allarme: «Le probabilità di sisma con magnitudo maggiore di 5.5 sono aumentate di circa 100 volte». Ma non è bastato, perché per muoversi la Protezione Civile voleva indicazioni più precise
Pollino, gli esperti litigavano
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