Anche quest'anno, come nel 2011, le città d'Italia saranno più buie del solito durante le feste natalizie.
La prima ad annunciarlo, questa volta, è stata Pescara: se non interverranno i commercianti sarà notte nel secondo capoluogo abruzzese. Lo ha scritto ai cittadini l'assessore locale al Commercio, Gianni Santilli: «Per il Natale 2012 il Comune di Pescara non installerà le luminarie in città, ma garantirà il pagamento della fornitura dell'energia elettrica a quegli operatori economici che, riuniti in Associazioni o Consorzi di Via, sceglieranno di autofinanziare le tradizionali luci natalizie lungo la propria strada». Bisogna fare i conti con una «coperta sempre più corta», ha ricordato l'assessore, fra le polemiche dell'opposizione che parla di «Offesa alla città». Ma la stessa situazione si ripropone identica altrove.
Ad Abano Terme il Comune ha tagliato i fondi per le luminarie, passando da 60 a 35mila euro. «E' un momento di austerity e per questo abbiamo cercato di impiegare anche la nostra manodopera» ha detto il sindaco Luca Claudio. Così, sotto il patto di stabilità, anche Abano punta a recuperare i materiali e a chiedere ai commercianti di dare una mano per addobbare le vie, fra tappeti rossi, alberelli e luci appese. Riducono tutti, da Nord a Sud. A Lonato, nel bresciano, è ancora il sindaco Mario Bocchio a ricordare la china che hanno preso gli investimenti comunali per le decorazioni natalizie dall'inizio della crisi: da 30mila euro del 2009 a tremila e trecento nel 2012.
Poco spazio al lusso, i soldi servono a chi ne ha bisogno: «Quest'anno spenderemo solo questa cifra per le luci di Natale», ha detto il primo cittadino: «Tutti i soldi risparmiati saranno destinati alla preparazione di pacchi alimentari che verranno distribuiti dai servizi sociali». Un messaggio ripreso anche in Sicilia. L'amministrazione di Trapani ha scelto di tagliare sulle spese «voluttuarie o non necessarie», come scrivono in un comunicato, «privilegiando invece l'assistenza economica per i cittadini in una situazione di debolezza sociale». Così, in nome dell'altruismo e del vero spirito del Natale, anche il sindaco Vito Damiani annuncia che il Comune non potrà sostenere gli 80mila euro normalmente spesi per le luci delle feste, di fronte ai 150mila stanziati per i trapanesi in difficoltà.
Ai negozianti però la buona novella non va giù. «Ci sarà anche la crisi ed è giusto tagliare e risparmiare, ma non su una festa come il Natale», scrive Marcello Liverani, segretario della Fiamma Tricolore a Senigallia: «Oltre ad essere un aiuto validissimo ai commercianti è anche un momento di gioco per i bambini. I tagli andrebbero fatti in altre direzioni, iniziando dagli sprechi delle amministrazioni».
L'opposizione è sul piede di guerra anche a Milano, dove la linea della sobrietà è stata impostata da tempo: «L'amministrazione spegne il morale dell'intera città, figuriamoci se non spegne le luci natalizie!» si lamenta un gioielliere di via Lorenteggio sul Giornale: «Non siamo più la Milano da bere, ma cosa siamo diventati?» chiede, ricordando gli anni craxiani che hanno portato però il debito ad essere quello di oggi.
E nel dibattito sul chiaro-scuro del Natale milanese è intervenuto sul Corriere anche l'ex assessore PdL Maurizio Cadeo: «La crisi, per carità, è una questione seria, ma io penso che, in certi casi, sia usata come un paravento. Le luminarie, per esempio, sono in realtà una misura anticrisi» ha scritto in un commento: «Questa enfasi sulla sobrietà a me non convince. Siamo a Milano, la città che deve ospitare Expo, Natale è una festa, le luci, l'atmosfera, sono nelle corde del popolo. Perché chi dice di essere vicino al popolo non considera questi aspetti?».
Sarà. Intanto sollevi gli italiani l'idea che non siamo i soli, a stringere la cinghia sulle illuminazioni delle feste. A Madrid, il Natale del 2012 sarà il più economico degli ultimi dieci anni. L'amministrazione è passata dallo spendere quasi cinque milioni di euro nel 2007 ad un solo milione quest'anno. Si taglierà su tutto: alberi, luci, addobbi, le feste saranno quiete e punteranno tutto sugli incontri coi bambini. Anche Gran Bretagna si naviga a vista: secondo quanto riporta il Guardian, il 38 per cento dei paesi resterà del tutto senza decorazioni. Mentre i led guadagnano spazio, si parla di risparmio energetico e i comuni pensano già al prossimo Natale che verrà. Su questo, meglio spegnere i riflettori.