La vera sorpresa di queste primarie sono i quasi trentenni. Da Giuditta Pini (nella foto) promossa a Modena a Miriam Cominelli in Lombardia. Oltre un milione gli elettori di centrosinistra che hanno votato per scegliere i prossimi deputati e senatori. Conferme per Finocchiaro e Bindi, Fuori Gori, D'Antoni e Vassallo. Roma incorona Fassina

Tante donne, tanti giovani e una discreta partecipazione. Si può riassumere così la due giorni di primarie per i parlamentari del Partito Democratico. Secondo il Nazareno, infatti, sarebbero oltre un milione gli elettori di centrosinistra che si sono recati a votare in questo fine settimana dedicato alla scelta dei prossimi deputati e senatori.

Tra le conferme vanno sicuramente annoverate quella di Anna Finocchiaro, che ha ottenuto una netta vittoria a Taranto, e di Rosy Bindi, anche lei vincente in quel di Reggio Calabria. Tra i flop, invece, dopo quello di sabato di Giorgio Gori, che non è riuscito a vincere nella "sua" Bergamo, va segnalato anche quello di Salvatore Vassallo a Bologna. Infatti il costituzionalista, presidente della commissione che votò lo statuto del Pd, ha conquistato un posto che non dovrebbe garantirgli la rielezione.

Emilia Romagna, trionfa una 28enne
Come spesso è accaduto in Emilia Romagna si è registrata l'affluenza più alta a queste primarie. Ottima la performance del renziano Matteo Richetti, che spopola a Modena. A Bologna si segnala quello che è stato già definito il "Caso Sandra Zampa". Infatti, la portavoce di Romano Prodi, regole alla mano, per la norma sull'alternanza di genere, rischia di rimanere fuori dal prossimo Parlamento pur avendo preso più voti di Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione delle vittime della strage di Bologna. Una regola pensata per aiutare le donne, che potrebbe, paradossalmente, rivoltarsi contro una donna. C'è da dire che in Emilia Romagna sono ben cinque i parlamentari uscenti che vengono bocciati: Paolo Nerozzi, Mariangela Bastico, Manuela Ghizzoni, Elisa Marchioni e Vassallo appunto. Da segnalare il clamoroso successo a Modena della 28enne segretaria dei giovani democratici Giuditta Pini. Vittoria e conferma anche per la lettiana Paola De Micheli a Piacenza.

Fassina Boom
Roma ha incoronato Stefano Fassina. Il responsabile economia del PD ha infatti doppiato tutti i suoi avversari con oltre undicimila preferenze. Praticamente, sui circa 45mila elettori romani che si sono recati ai gazebo, uno su quattro ha scelto l'economista della componente di sinistra del partito, "Rifare L'Italia". Sempre a Roma da segnalare l'ottimo risultato degli uomini di Matteo Renzi: sia Lorenza Bonaccorsi, coordinatrice dei comitati romani, sia Roberto Giachetti sono riusciti a prendere un posto sicuro nelle liste del prossimo 24 febbraio. Uno scranno in Parlamento anche per Matteo Orfini, responsabile cultura del partito, e per il segretario romano Marco Miccoli. Da segnalare anche la riconferma a suon di preferenze di Marianna Madia, contestatissima capolista nel 2008 proprio nella capitale.

Rivincita Renziana
Anche Matteo Renzi, dopo un sabato segnato soprattutto dalla sconfitta di Giorgio Gori, può dirsi soddisfatto dalle primarie. In Toscana il rottamatore fa il pieno, portando alla vittoria molti dei suoi fedelissimi, ad iniziare dal vicesindaco di Firenze Dario Nardella. Posto sicuro in Parlamento per Davide Faraoni, che a Palermo è il primo degli eletti. In totale in queste primarie il sindaco di Firenze riesce ad eleggere 33 suoi fedelissimi che, aggiunti ai 17 posti che gli spettano nel listino bloccato, gli consentono di avere una sua pattuglia di circa cinquanta parlamentari nella prossima legislatura.

Eccellenti esclusi
Sono molti i parlamentari che sono stati bocciati nel confronto con il territorio. A Firenze, due pesi del calibro di Vittoria Franco e Achille Passoni, non vanno oltre l'ultimo e il penultimo posto. Bocciato per soli 200 voti in Sardegna il senatore Francesco Sanna. Fuori dal prossimo Parlamento anche Segio D'Antoni: l'ex sindacalista è arrivato solo settimo in Sicilia.

Il successo dei giovani
Dovrebbero essere ben otto i giovani democratici che saranno inseriti nelle liste del Partito Democratico grazie a queste primarie. Un risultato straordinario, soprattutto se si pensa che, molto probabilmente, nessuno di loro avrebbe avuto questa possibilità se le candidature fossero state scelte dalle correnti del partito.

Ora l'attenzione dei democratici e degli osservatori si sposta sul "listino" della segreteria nazionale. Oltre cento nomi di deputati e senatori che saranno inseriti direttamente nella lista bloccata del Porcellum. Una selezione che non mancherà di creare polemiche. Sia perché molti degli sconfitti cercheranno di essere "recuperati" in questa quota, sia perché i sei derogati che non hanno affrontato le forche caudine delle primarie, come Franco Marini e Giuseppe Fioroni, potrebbero ritrovarsi catapultati direttamente in Parlamento.