La giunta del Senato inizia a valutare la richiesta di custodia cautelare per uno dei personaggi più emblematici del lato peggiore della politica: tra passaggi di campo, affari, servizi segreti e molto altro

«Mi difenderò con le unghie e con i denti», dice il senatore Pdl Sergio De Gregorio alla vigilia della riunione della giunta per le autorizzazione che inizierà a discutere della richiesta di custodia cautelare emessa nei suoi confronti.

Come noto, il senatore è accusato di appropriazione indebita di 23 milioni di euro di finanziamenti pubblici al quotidiano 'L'Avanti!' di Valter Lavitola.

Non sarà facile, per uno con il curriculum di De Gregorio, far credere che contro di lui ci sia 'fumus persecutionis'. Tra l'altro la Procura di Napoli non ha chiesto di mandarlo in carcere, ma solo i domiciliari. Lui comunque fa sapere che non vuole fuggire ( «Resto qui, ho una moglie deliziosa e tre figli bellissimi») e attraverso le colonne del 'Corriere della Sera' manda messaggi trasversali: «Dicono che con questa mia richiesta di arresto finisce l' era Berlusconi...».

Più che finire l'era Berlusconi, con De Gregorio potrebbe finire una certa Italia: quella dei voltagabbana con le mani in pasta, sempre a cavallo tra politica, affari, fatture e informazione.

De Gregorio ha iniziato infatti come giornalista, alla redazione napoletana di 'Paese Sera' fino ad approdare a quella del settimanale familiare 'Oggi' (ma da giovane aveva collaborato anche con 'l'Espresso', ahinoi, occupandosi di cronaca nera).

Gli anni '80 segnano anche il suo sbarco in televisione. Prima alla Rai, dove collabora con Enzo Tortora, Enzo Biagi e con la redazione di Domenica In, e poi anche a Fininvest, come inviato di Linea Continua con Rita Dalla Chiesa e de L'Istruttoria di Giuliano Ferrara. Intanto si iscrive al Psi di Craxi, che considera la carta migliore per dare una svolta alla carriera. Gli va male (poco dopo scoppia Tangentopoli) ma neanche tanto, perché nel casino in cui precipita il partito De Gregorio riesce a impadronirsi di una delle tre filiazioni del quotidiano socialista, 'l'Avanti!': il primo tentativo di tornare in edicola risale al 1996 - già in combutta con Valter Lavitola – ma è nel 2003 che il progetto decolla davvero grazie all'interessamento dei grossi calibri del Pdl come Fabrizio Cicchitto.

Infatti nel '94 De Gregorio aveva capito che il nuovo partito su cui investire era Forza Italia, di cui prende la tessera. Allo stesso stempo entra nel cda della società editrice per la Campania del 'Giornale' diretto allora da Vittorio Feltri.

Nel 1995, ancora per 'Oggi', De Gregorio realizza il suo scoop giornalistico più conosciuto: grazie a una soffiata di qualcuno dei servizi, nel 1995, aveva saputo che il pentito Tommaso Buscetta si trovava in incognito e sotto falso nome tra i passeggeri di una crociera e lui salì a bordo per intervistarlo.

Nel 2000 De Gregorio fonda l'associazione Italiani nel Mondo, che da statuto dovrebbe «promuovere e diffondere l'immagine dell'Italia e degli italiani nel mondo». In occasione delle elezioni regionali campane del 2005 l'ex giornalista vuole un posto in consiglio, ma l'accordo con Forza Italia salta e lui abbandona Berlusconi per passare alla Democrazia Cristiana per le Autonomie di Stefano Rotondi.

Nel 2006, un altro cambio di campo. Tira infatti una brutta aria per il Cavaliere, si prevede che il centrosinistra vincerà le elezioni. Italiani nel Mondo allora si trasforma in un movimento politico e si accorda con Antonio di Pietro. Il patto frutta a De Gregorio un seggio al Senato (circoscrizione Campania) per l'Italia dei Valori, e subito dopo la presidenza della Commissione Difesa, ottenuta grazie ai voti del centrodestra, al posto dell'ex partigiana Lidia Menapace, proposta dall'Unione, inclusa l'Idv. Segue divorzio con Di Pietro che si giustifica nel suo blog: «A me era stato presentato come una persona che poteva dare un contributo, mi sono fidato e ho sbagliato», Di Pietro accusa anche De Gregorio di andare in giro per la Camera a comprarsi altri parlamentare da portare con Berlusconi.

Nel settembre 2007 comunque Italiani nel Mondo si federa con Forza Italia. Un passaggio «lautamente remunerato», secondo una delle accuse di un suo ex collaboratore, e di cui presto De Gregorio potrebbe dover rispondere ai magistrati. Nei corridoi della Camera si parla di tre- quattro milioni di euro, ma lui smentisce tutto, indignato. Certo è invece che la sua associazione viene finanziata negli anni successivi con 700.000 euro da Forza Italia, in virtù dell'accordo di federazione tra i due movimenti.

Il 24 gennaio del 2008, come altri sei senatori eletti con i voti degli elettori di centrosinistra, De Gregorio voterà la sfiducia che farà cadere il governo Prodi. «Gli italiani dovrebbero festeggiare come per i Mondiali», commenta soddisfatto, «il Professore deve scomparire dalla storia della politica italiana».

Alle elezioni successive, Sergio De Gregorio torna al Senato tra gli eletti del Pdl, liste bloccate. Intanto la procura antimafia di Napoli e la procura di Roma lo indagano rispettivamente per riciclaggio e favoreggiamento della camorra e per corruzione. L'azione inquirente prende il via in Campania, dove vengono scoperti, durante una perquisizione a carico di Rocco Cafiero, detto "'O Capriariello" e ritenuto un componente del clan dei Nuvoletta, una serie di assegni firmati o girati proprio da De Gregorio. Nel 2008 sarà messo sotto accusa anche a Reggio Calabria per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al riciclaggio (procedimento archiviato l'anno successivo dal gip).

Infine, c'è l'indagine attuale: truffa e false fatturazioni nell'ambito del finanziamento a L'Avanti: un intero container, pieno di documenti riservati appartenenti al senatore, è stato messo sotto sequestro. Nel frattempo, l'associazione Italiani nel Mondo è stata sciolta. Anche il blog di de Gregorio, per anni un oggetto di culto trash su Internet, è fermo a due anni fa. Lui dice di essere perseguitato «perché», spiega «sono un uomo famoso e di successo».