Niente taglio dei consiglieri regionali e una sforbiciatina ridicola alle indennità (4 per cento) che durerà pochi mesi (poi lo stipendio torna pieno): così il parlamentino locale rispedisce al mittente il decreto salva-Italia e non rinuncia a niente
Il consiglio regionale del Trentino Alto Adige ha detto no alla riduzione del numero dei consiglieri e no al taglio degli stipendi, opponendosi al decreto "Salva Italia" di Mario Monti.
Il parlamentino locale - che è la sommatoria dei due consigli provinciali di Trento e Bolzano - è complessivamente composto da 70 consiglieri, per poco più di un milione di abitanti. Monti aveva previsto il taglio di 16 di loro, otto per provincia, e aveva fissato come stipendio il tetto di 11.500 euro lordi al mese invece dei 14 mila euro lordi attuali (pari a 6.400 euro netti).
Il taglio deciso dal consiglio è invece stato di soli 290 euro netti, pari a poco più del 4 per cento. Adesso guadagneranno 6.110 euro netti al mese. E la sforbiciatina è passata pure per il rotto della cuffia: è stata la Svp, il partito del governatore dell'Alto Adige, Luis Durnwalder a fare più resistenza. Durnwalder tra l'altro è pagato più di Barack Obama: quasi 27 mila euro lordi al mese, 36 mila euro all'anno più del presidente degli Stati Uniti.
La sforbiciatina inoltre vale solo al 2013, alla scadenza della durata della legislatura: poi i 290 euro torneranno in busta.
In Trentino il consiglio provinciale non è formato da 35 consiglieri ma da 41, con un ulteriore aggravio annuo di un milione di euro. Anche questi rimarranno invariati. Nel rapporto numero di politici eletti e numero di abitanti il Trentino e l'Alto Adige sono ai primi posti, rispettivamente con un eletto ogni 12.700 abitanti e uno ogni 14.307 abitanti. Battuti solo dalla Valle D'Aosta con, in proporzione, un eletto ogni 361 abitanti. In Lombardia, ad esempio, c'è un eletto ogni 122 mila abitanti.