Che la democrazia sia malata è evidente. Le ragioni sono molteplici e non tutte immediatamente individuabili. Approfondimenti sul tema sono periodicamente tentati da molti illustri pensatori e politici, ovviamente sinceri democratici perlopiù di sinistra, che hanno però il difetto di mirare talmente in alto da causare solo una parabola più alta, ma comunque inefficace per incidere sul problema (vedi ad esempio l'ottimo "Chiedimi chi erano i Beatles"). Però tutti additano come causa prima il "populismo e l'astensionismo": ed allora cerchiamo l'origine del fenomeno se vogliamo veramente debellarlo o almeno contenerlo.
Per brevità sarò schematico:
- La bassa capacità delle persone di "comprendere" e quindi di formarsi delle opinioni (non è un caso che il fenomeno si accompagni al decadere della scuola pubblica).
- La diffusione dei social pieni di fake.
- L'assenza nelle formazioni politiche di "visioni" in grado di unire e spingere alla partecipazione.
- L'astensionismo che fa il gioco dei populismi e delle fazioni organizzate.
- La scarsa propensione dei "politici" alla coerenza tra pensiero ed azione.
E mi dica: perché il Presidente, sommo custode della Costituzione, firma decreti Legge in assenza di "necessità ed urgenza", come quello sulla sicurezza? E perché oltre a "scandalizzarci" per quanto avviene a Gaza e in tante altre parti del mondo non mettiamo sanzioni e non ritiriamo le delegazioni diplomatiche? E perché "la dignità e l'onore" possono essere calpestati senza conseguenze?
Chiudo con due sole "ricette":
- Vietare a tutto il governo l'uso dei social (non è possibile? basterebbe metterlo nella formula del giuramento) o almeno obbligarli a profili aperti a tutti per fare in modo che tutti possano replicare e tutti possano vedere anche le argomentazioni contrarie.
- Trovare formule incentivanti per recarsi alle urne (ricordo che il diritto di voto è anche un dover civico) per esempio fissare le elezioni in due giornate infrasettimanali lontane da "ponti" e ferie e con orario "comodo" tipo dalle 17:00 alle 24:00; poter esercitare il voto in qualunque seggio ovunque ubicato utilizzando la tessera sanitaria; premiare chi vota con 1% di detrazione in più dalle tasse. Potrei continuare.
Cordialmente la saluto, Eugenio Gigli
La risposta
Caro Eugenio, ha colto il punto. La verità è che i cittadini italiani sono stati espropriati della loro prerogativa costituzionale fondamentale, quella di fare le leggi attraverso i poropri rappresentanti. Il Parlamento di fatto non conta quasi più nulla nel processo legislativo, gestito sempre e solo dal governo con i decreti legge. I nostri parlamentari devono solo schiacciare un bottone, la loro influenza è ormai ridotta ai minimi termini. La democrazia italiana per certi aspetti ha già assunto qualche caratteristica tipica delle autocrazie. Aggiungo che la sua idea di vietare i social è suggestiva e persino condivisibile. Ma come si potrebbe fare? Con una legge fatta da loro stessi? Un codice etico?
Sergio Rizzo
L'iniziativa "A urne aperte"
L’area dell’astensionismo oggi sfiora metà degli aventi diritto al voto: un problema enorme per la democrazia italiana, cui però partiti e politici si mostrano indifferenti. All'email fugadallademocrazia@gmail.com potete raccontare perché non votate più. E magari suggerire che cosa dovrebbe fare la classe politica per farvi tornare a votare. È un canale aperto per dare parola a chi si sente deluso dalla politica, ma anche a chi crede che le cose possano cambiare.
Illustrazione in anteprima di Donatella Civiello