In una trasmissione su un'emittente locale il consigliere campano del centrodestra Gennaro Nocera espone la sua teoria sulle difficoltà della maggioranza. "Nel nostro consiglio c'è il record di donne e si fanno prendere dalla stanchezza. Perché sono deboli"
In Campania la maggioranza traballa, spesso non raggiunge il numero legale nemmeno per approvare importanti provvedimenti. Tensioni tra i vari partiti? Incapacità politiche? Nulla di tutto ciò, secondo un esponente del Pdl campano: la colpa è delle
troppe donne che siedono in Consiglio regionale. Non uno qualunque ma il capogruppo
Gennaro Nocera, berlusconiano. Una teoria bizzarra, argomentata nel corso di una trasmissione andata in onda nei giorni scorsi su un’emittente privata napoletana, Tv Luna.
Il consigliere di opposizione ospite in studio,
Antonio Marciano (Pd), accusa il centrodestra di scarsa attenzione all’attività del parlamentino regionale. La replica del leader dei consiglieri campani di Berlusconi sembra tratta dal manifesto di Cetto Laqualunque. Prima se la prende con l’opposizione: “In questo consiglio regionale ci sono gruppi di opposizione che praticano l’ostruzionismo per l’ostruzionismo, presentando migliaia di emendamenti sulle leggi”. Poi, spiega la sua teoria sulla scarsa tenuta della maggioranza: “Essendo un Consiglio regionale, forse il primo in Italia per presenza femminile, con quindici consigliere donne, sette solo nel nostro gruppo, si cade sulla stanchezza. E, quindi, qualche volta capita che non abbiamo la maggioranza”.
[[ge:rep-locali:espresso:285475613]]Sembra una voce dal sen fuggita, ma non è così. “Ci sono donne deboli nella maggioranza, allora?” ironizza in studio l’incredulo Marciano. “Ci sono donne deboli come sono tutte le donne di questo mondo” ribadisce convinto il capogruppo Pdl. Ma di debole in questa storia, più che il sesso, c’è il ragionamento di Nocera sconfessato inesorabilmente anche dai numeri: dati alla mano alla maggioranza sono spesso mancati più dei sette voti garantiti dalle donne consigliere da lui citate. E offese.