Il governo di Mosca blocca il progetto internazionale per creare un 'santuario' protetto per gli animali che vivono al Polo sud. Motivo: danneggerebbe il suo business della pesca

Il Santuario dell'Oceano del Sud non s'ha da fare. Il vertice straordinario della Commissione per la conservazione dell'Antartico si è concluso con un nulla di fatto.

Erano presenti i rappresentanti dei 24 Paesi che hanno interessi al Polo Sud, tra cui l'Italia che da anni conduce progetti di ricerca scientifica, cui si aggiungono i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu e un rappresentante dell'Unione europea: tutti arrivati nella cittadina tedesca di Bremerhaven convinti di poter annunciare l'istituzione della più grande riserva marina al mondo.

Un santuario capace di preservare da pesca e sfruttamento il mar di Ross: una spazio dove foche, balene e pinguini dominano ancora. Sul tavolo c'erano due piani. Quello proposto da Usa e Nuova Zelanda, che individua l'area da proteggere in 2,3 milioni di metri quadrati. E quello avanzato da Australia, Francia e UE, per cui lo spazio da preservare ammonta a 1,6 milioni di chilometri quadrati.

Alla fine nessuno dei due progetti è passato. Russia e Ucraina, che hanno interessi legati alla pesca, hanno contestato la base giuridica che consentirebbe la creazione della riserva. E siccome qualsiasi decisione dev'essere presa all'unanimità, il loro niet è stato decisivo.

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